Bergamo, in terapia intensiva un 35enne
«Si abbassa l’età dei ricoverati»

Ha 35 anni ed è ricoverato in Terapia intensiva al Papa Giovanni, intubato perché non riesce più a respirare autonomamente, a causa del Covid.

È arrivato febbricitante nella Bergamasca alla fine della settimana scorsa, con un volo partito dalla Germania: stando a quanto è stato possibile ricostruire - non è stato reso noto se si tratti di un giovane bergamasco o se sia invece straniero - sabato è sceso dall’aereo a Orio al Serio e una volta entrato nello scalo, il termoscanner lo ha segnalato. Aveva la febbre piuttosto alta. il trentacinquenne è stato quindi isolato e invitato a sottoporsi il prima possibile a un tampone.

Dal tampone all’ospedale il passo è stato brevissimo: è finito al pronto soccorso dell’ospedale di Seriate, dove è stato immediatamente ricoverato. Ma le sue condizioni si sono aggravate rapidamente, aveva pesanti difficoltà respiratorie ed è stato immediatamente trasferito in Terapia intensiva a Bergamo, dove è tuttora, in condizioni giudicate stazionarie ma complesse.

Il trentacinquenne non è l’unico caso di paziente Covid in età non avanzata ad aver avuto bisogno, in questi ultimi giorni: tra i ricoverati al Papa Giovanni, per esempio, solo mercoledì ci sono stati tre nuovi ingressi di malati tra i 40 e i 50 anni. «Stiamo assistendo, in questa fase più recente della pandemia a ricoveri di persone in età più bassa rispetto alla media – conferma Fabio Pezzoli, direttore sanitario dell’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo – . Ma va tenuto sempre presente che le persone che risultano più colpite, anche in questo ultimo periodo, ha un’età più elevata, la fascia più a rischio e quindi più fragile resta quella dai 65 anni in avanti».

E, intanto, continua a salire il numero dei ricoverati Covid nelle strutture ospedaliere bergamasche. Giovedì 29 ottobre se ne contavano 11 in più rispetto a mercoledì, per un totale di 209. Dati nel complesso contenuti se rapportati alle province limitrofe, in cui la pressione sugli ospedali è sempre più evidente con il passare delle ore. E questo in particolare nell’area del Milanese, in particolare nel capoluogo, dove sono diverse le strutture ospedaliere che hanno ormai quasi raggiunto la soglia della capienza massima di ricoverati, e con le terapie intensive che si avvicinando pericolosamente alla saturazione.

In Bergamasca l’incremento maggiore di pazienti ricoverati (+9) si è registrato nel Policlinico di Ponte San Pietro, che fa parte degli Iob (Istituti ospedalieri bergamaschi)-Gruppo San Donato: si è passati dai 33 ricoverati di mercoledì ai 42 di giovedì, e su 9 nuovi ricoverati due provengono dalla Bergamasca e gli altri dal Milanese. Restano stabili i numeri all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo, dove ieri si contavano 68 ricoverati (lo stesso dato di mercoledì) ma con una diversa distribuzione tra i degenti ordinari (49, il giorno prima erano 52) e i pazienti in Terapia intensiva (19 e tutti intubati; il giorno prima erano 16, quindi sono stati attivati altri 3 posti in Terapia intensiva).

Negli ospedali dell’Asst Bergamo Est si è registrato un ricoverato in più. Sono 29 i pazienti Covid, così distribuiti: 17 nell’ospedale Bolognini di Seriate, di cui uno in Terapia intensiva; 5 ad Alzano (il giorno prima erano 4), 5 a Lovere e 2 a Piario. L’Asst Bergamo Ovest (ospedali di Romano e Treviglio) non ha fornito l’aggiornamento dei ricoverati (mercoledì erano 60, di cui 28 nell’ospedale di Romano e 32 a Treviglio). Un ricoverato in più anche all’Humanitas Gavazzeni, dove le degenze Covid ieri erano 10, oltre a un paziente ricoverato nell’«area grigia», sottoposto a tampone e in attesa dell’esito.

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