Bergamo via Tiraboschi, le nuove fioriere
E il commercio ripartirà con i dehors

Con gli arredi viene completato il progetto che nell’ultimo anno ha subito ritardi. Brembilla: «I nuovi spazi potranno aiutare i commercianti a rispettare le norme anti Covid»

Non si può dire che sia il cantiere più fortunato della città, anzi. Via Tiraboschi vede la fine dopo un cantiere lungo un anno e mezzo, costellato da ritardi a cui si è aggiunta l’epidemia di coronavirus. Ieri mattina sono arrivati gli ultimi arredi: fioriere, panchine, cestini. Non solo dettagli di contorno, ma elementi essenziali per far apprezzare un progetto altrimenti spoglio e vivere un luogo che per ora sembra «solo» un grande vialone con marciapiedi più larghi del normale.

Sono gli ultimi tocchi - insieme alla nuova illuminazione - per trasformare davvero parallela di via XX Settembre nelle vasche «bis» dello shopping cittadino. E non solo per una semplice passeggiata guardando le vetrine: in via Tiraboschi infatti sono attesi i dehors. Previsti già prima del coronavirus, oggi hanno acquisito ancora più senso anche alla luce degli incentivi proposti da Palafrizzoni per far allargare le attività sulle strade della città ed evitare così assembramenti. In via Tiraboschi non saranno pochi. Sei o sette, dipende dalle conferme e dalla possibile iniziativa dell’ultimo minuto di qualche commerciante.

Si sono fatti avanti soprattutto bar e gelaterie, che hanno deciso di cogliere l’occasione per evitare le conseguenze delle ferree restrizioni imposte dalle norme anti contagio. Settimana scorsa l’assessore ai Lavori pubblici Marco Brembilla, che ha seguito passo passo il progetto non senza mal di pancia a causa dei ritardi non imputabili all’amministrazione, ha incontrato i commercianti per stabilire la possibile disposizione e capire come collocare le fioriere. Spostarle una volta installate - sono larghe due metri - sarebbe un inutile spreco.

I dehors dovrebbero avere delle caratteristiche molto precise - tavoli di forma quadrata «con fusto centrale con tre gambe, materiale metallo, finitura testurizzata (fine texture) opaca, colore marrone goffrato» recitano le schede del progetto - anche se nella prima fase saranno concesse deroghe perché è impossibile reperire i materiali per tempo. E così si vedranno tavolini, sedie e ombrelloni spaiati in attesa degli arredi «official». Tutto molto colorato, molto italiano.

In questo anno e mezzo ne ha viste di ogni, eppure l’assessore Brembilla non si scompone se non quando pronuncia l’avverbio «finalmente». Dalla linea del vecchio tram spuntata sotto l’asfalto alle critiche per i «pinetti» natalizi fino ai ritardi dovuti all’epidemia. «Adesso sono arrivati gli arredi, l’ultima cosa che mancava. Ovvio che senza il Covid avremmo finito da un pezzo». Con i commercianti «è già stata definita una strategia per affrontare l’estate con la via finita e con i dehors che potranno aiutarli a rispettare le nuove normative anti contagio. Abbiamo già definito le posizioni anche per i dehors definitivi, ma intanto per questo primo periodo verranno utilizzati tavolini e sedie che hanno già a disposizione».

È ancora presto invece per guardare a via Zambonate. È l’estensione della riqualificazione scritta nero su bianco nel programma elettorale (vincente) di un anno fa. Così come via Tiraboschi, anche tutta la zona di largo Cinque Vie verrà rimessa a nuovo. Non subito. «Non è stato ancora assegnato l’incarico di progettazione - continua Brembilla -. Pochi sanno che il coronavirus ha bloccato tutti gli appalti e le gare». Nel frattempo, i cittadini si godranno la nuova «rambla» di via Zambonate, finalmente conclusa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA