Cagnolina cade in una buca di 15 metri
Salvata dai motociclisti - Video

Disavventura per la piccola Sky, femmina di un anno: è finita in una buca profonda nei boschi di Adrara San Martino. Poi il lieto fine: alcuni appassionati di enduro, che erano di passaggio, si sono prodigati e sono riusciti a recuperarla.

Sabato 28 dicembre un gruppo di motociclisti si è reso protagonista di un’azione da libro «Cuore», mettendo a repentaglio la propria vita per trarre in salvo un cane finito in una buca profonda.

Marco Crosera, 43 anni, di Foresto Sparso, stava passeggiando con il nipote Filippo (dieci anni), il figlio minore Mattia (sei) e i due cani, Ash (maschio di sei anni) e Sky (femmina di un anno): «Ero nella zona di Collepiano, ad Adrara San Martino, quando i bambini hanno notato una staccionata mezza abbattuta, con un cartello di pericolo che si intravedeva a malapena. Mattia mi ha chiesto cosa dicesse la scritta e ci siamo portati a cinque metri. Sky però si è avvicinata troppo, sprofondando tra le foglie».

Dopo aver messo in sicurezza i bambini, Crosera è andato sul ciglio della voragine: «Ci ho buttato dentro un albero di quattro metri, ma è finito nel vuoto. I bambini erano disperati. Per fortuna ai miei richiami Sky abbaiava. Lì vicino avevo notato un’area per boscaioli e pensavo che avrei trovato una corda. Infatti ho recuperato una bobina di plastica e con due pietre ho tagliato una ventina di metri. Mentre lo facevo, ho sentito l’arrivo delle moto e ho chiesto ai bambini di fermarle, perché io ero lontano».

Fra questi c’era Manuel Pievani, artigiano cinquantenne di Villongo: «Siamo un gruppo di una decina di appassionati dai 35 ai 60 anni, iscritti al Motoclub Lago d’Iseo. Sabato eravamo usciti in cinque e al ritorno eravamo rimasti io e due amici. I bambini piangevano, io ne ho quattro e capisco cosa vuol dire, così ci siamo fermati per chiedere cosa fosse successo. Ci hanno detto del cane e arrivati sul posto abbiamo capito che la buca era molto profonda». Poco dopo sul posto è arrivato un gruppo di enduristi di Casazza che transitava di lì per caso. Crosera prosegue il suo racconto: «Ho provato a scendere ma dopo un paio di metri mi sono fatto ritirare su. Si è offerto di farlo Manuel, che non conoscevo. Gli ho chiesto se fosse sicuro, se se la sentisse. Ma anche gli altri sono stati tutti gentili, non c’è stato uno che si è tirato indietro, hanno fatto squadra».

Pievani è stato calato nel fosso, legato a una corda, con ancora indosso casco, guanti, pettorina e stivali, per proteggerli: «Non avevo paura e pensare che soffro di vertigini. Man mano che scendevo il buco si stringeva, era a cono. Sarà stato di 15 metri, in fondo ci stavo dentro in piedi. Il cane era spaventato, l’ho individuato con la luce del telefono e preso. Lo buttavo in su perché era viscido, non riuscivo a salire e tenerlo contemporaneamente. È stata dura risalire perché era ripida». Crosera vorrebbe ritrovare tutti i presenti per offrire loro da bere: «Stava sopraggiungendo il buio e avrebbero potuto dirmi: “Arrangiati, chiama qualcuno”, invece si sono attivati e Manuel è stato coraggioso. Ma quella buca va sistemata, non è saggio lasciarla così».

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