Cronaca
Martedì 09 Dicembre 2025
Camminare sull’acqua, l’incredibile opera di Christo sul lago d’Iseo
L’INSTALLAZIONE. Nel 2016 è stata l’installazione d’arte più visitata al mondo. In 16 giorni ci hanno camminato sopra 1 milione e 200 mila persone: una passeggiata di 3 km sopra le acque del lago d’Iseo. Stiamo parlando del «The Floating Piers», opera di land art memorabile realizzata da Christo assieme a Jeanne Claude, sua compagna di vita.
Un percorso pedonale lungo fino a 3 km, che collegava Sulzano (terraferma) a Monte Isola, e in ulteriore diramazione all’Isola di San Paolo. Per 16 giorni il lago d’Iseo si è colorato così di giallo brillante in una passerella galleggiante temporanea, composta da circa 226.000 cubi in polietilene ad alta densità, rivestiti con tessuto (circa 70.000 m²) steso in modo da formare delle increspature, per simulare l’effetto delle onde del lago, secondo i «desiderata» dell’artista. La struttura di «The Floating Piers», opera di land art memorabile realizzata da Christo assieme a Jeanne Claude, sua compagna di vita, ha creato un percorso pedonale con pontili larghi 16 metri, con una quota di soli pochi centimetri sul lago, per dare ai visitatori l’impressione di «camminare sull’acqua».
Perché giallo?
Perché questo colore? È stato scelto anche in base alle condizioni di umidità della zona. «La mattina il giallo sarà più arancio, più carico perché intriso dall’umidità della notte, poi il calore del sole lo scalderà, illuminandolo e schiarendolo. Sarà più intenso e più arancio nei tratti dei pontili che digraderanno verso l’acqua come una spiaggia» ha spiegato lo stesso artista.
Il telo realizzato in Germania
A realizzarlo, la manifattura Setex, che ne ha prodotti circa 100 mila metri quadrati a Graven, in Germania: il telo è composto da un nylon poliammidico con una larghezza di 5,5 metri e del peso di 317 grammi per ogni metro quadrato. Era la primavera del 2105 quando Christo ha chiesto ai tedeschi di fornirgli il tutto. Il tessuto è stato poi affidato a un’altra società tedesca (la Geo - Die Luftwerker di Lubecca), che ha cucito i vari pezzi di tessuto.
Dal 18 giugno 2016 per 16 giorni
L’installazione fu inaugurata il 18 giugno 2016 e rimase aperta al pubblico fino al 3 luglio 2016. Fu accessibile gratuitamente, ma a causa dell’enorme afflusso di visitatori, vennero disposte chiusure temporanee notturne per manutenzione e sicurezza (dalla mezzanotte alla sei del mattino). Data la sua imponenza, si poteva ammirare «The floating piers» anche dall’alto, da diversi punti panoramici che punteggiano il circondario del Sebino, affacciati sia sulla sponda bresciana che su quella bergamasca.
I numeri
Un’opera dai grandi numeri: oltre 600 i lavoratori coinvolti, un totale di 1.2 milioni di visitatori. Si è stimata come media giornaliera quella di circa 72.000 persone con alcuni giorni che si si arrivò a 100.000 visitatori. Solo nei primi 5 giorni i visitatori furono circa 270.000.
Le regole sulla passerella
Ripetute allo sfinimento, in quel periodo, le regole per “vivere” l’opera: sulla passerella si poteva andare solo a piedi: niente bici, skate, pattini. Consentiti solo i passeggini e le sedie a rotelle. Rimanendo nel capitolo divieti, ecco i «niet» per i natanti: i furbetti, che pensavano di saltare la coda e approdare su «The Floating Piers» direttamente dal lago a bordo di una barca, sono rimasti a bocca asciutta. Divieto assoluto di attracco all’opera d’arte.
L’opera di Christo ha permesso a tutti, democraticamente, di camminare sull’acqua per tre chilometri: tutti i visitatori potevano salire sulla passerella liberamente, senza possibilità di prenotazione né ticket di ingresso
E, dopo le note dolenti, ecco tutto ciò che era invece consentito fare. In primis, la cosa più banale, ma di certo quella più straordinaria. L’opera di Christo ha permesso a tutti, democraticamente, di camminare sull’acqua per tre chilometri: tutti i visitatori potevano salire sulla passerella liberamente, senza possibilità di prenotazione né ticket di ingresso, meglio ancora se a piedi nudi (su consiglio dello stesso artista) per sentire l’effetto lievemente ondeggiante dei moli galleggianti.
Non solo. Chi voleva poteva anche fermarsi a prendere il sole (onde di turisti permettendo), magari sostando su un telo mare, con crema solare a portata di mano. L’artista ha permesso di percorrere la passerella con i cani, a patto che fossero condotti al guinzaglio e indossassero la museruola.
Dopo «The Gates»
«The Floating Piers» è il primo progetto di Christo dopo «The Gates» e il primo dopo la morte della moglie Jeanne-Claude, avvenuta nel 2009. Realizzata nel 2005, «The Gates» è stata installata nel Central Park di New York. Consisteva in 7.500 “cancelli” di tessuto color zafferano, montati su pali di metallo, che percorrevano i sentieri del parco, creando un tappeto visivo che si estendeva per 4,5 chilometri.
«Tutto il nostro lavoro è sulla libertà»
Tutte opere con un filo conduttore che Christo e Jeanne-Claude ripetevano spesso: «Tutto il nostro lavoro è sulla libertà». Per i due artisti l’opera d’arte si nutre di pubblico, senza non ha vita. Per Christo la partecipazione aperta a tutti, senza barriere, è stata fondamentale sul lago d’Iseo, perché ha espresso la dimensione democratica del suo fare.
Le sue opere non isolano in un museo o in un luogo chiuso, ma permettono a tutti, liberamente, di farne esperienza. «I Floating piers sono un’estensione della strada e appartengono a tutti» spiegava Christo.
Christo: «È stato come camminare sulle acque»
Un progetto la cui genesi affonda negli Anni ’70 del secolo scorso. Prima lui e Jeanne Claude hanno provato a realizzare dei pontili galleggianti sul delta del Rio de la Plata in Argentina, poi qualche anno dopo ancora a Tokyo. «Ma i governi ci hanno ostacolato e ce ne siamo andati. Un giorno, ero in Svizzera con i miei assistenti, ho detto che avrei voluto realizzare uno dei progetti nel cassetto da decenni, The floating piers. E sono tornato in Italia, abbiamo girato per i laghi del Nord. Poi siamo arrivati qui ed era perfetto» ha spiegato alla presentazione, per poi dichiarare una volta installata l’opera: «Ho camminato molto sulla passerella - ha raccontato Christo -. Bello la sera con le luci. Non era come essere su una barca; non era come essere sulla riva, con l’acqua da un lato e la terra dall’altra. Sembrava letteralmente di camminare sulle acque».
Nel 2017 la classifica: fu l’opera più visitata al mondo
The Art Newspaper (e la sua edizione italiana Il Giornale dell’arte) incoronarono The Floating Piers come l’opera d’arte più visitata al mondo del 2016. Nei 16 giorni dell’installazione - dal 18 giugno al 3 luglio - la passerella di Christo sul lago d’Iseo è stata percorsa da un milione e 200 mila persone, ovvero 75 mila al giorno. Al secondo posto c’è il «maxi raduno» ArtPrize2016 in Michigan (26.710 visitatori al giorno), poi la Reggia di Versailles, con gli allestimenti dedicati al tema dell’acqua del danese-islandese Olafur Eliasson, che ha realizzato 2 milioni e 857 mila visitatori, ma dal 7 giugno al 30 ottobre e quindi con una media di 22.800 al giorno. Giù dal podio allestimenti importanti all’Hermitage di San Pietroburgo e alla Tate Modern di Londra.
«Ogni progetto è un viaggio – ha scritto l’artista -. L’opera d’arte è quel viaggio, se ci vogliono due anni o sei anni o 26 anni. Lavoriamo sui disegni e schizzi, per poi passare al lato fisico: il vento, il sole, l’acqua, la paura, il piacere. L’opera d’arte è entrambe queste fasi legate insieme»
Ma non solo: secondo il NY Times tra le tre opere più seguite nel 2016 c’era la passerella di Christo, insieme alle opere dello street artist francese JR alle Olimpiadi di Rio e una replica di uno dei tesori archeologici più preziosi della Siria, un arco romano che si trovava a Palmyra. Il sito del New York Times riportò in questa occasione un testo di Christo che raccontava l’opera che ha colorato il lago d’Iseo: «Ogni progetto è un viaggio – ha scritto l’artista -. L’opera d’arte è quel viaggio, se ci vogliono due anni o sei anni o 26 anni. Lavoriamo sui disegni e schizzi, per poi passare al lato fisico: il vento, il sole, l’acqua, la paura, il piacere. L’opera d’arte è entrambe queste fasi legate insieme».
Chiavi, bancomat e pure una valigia: gli oggetti smarriti di Floating piers
Un milione e duecentomila persone arrivate sul lago d’Iseo in sedici giorni e volete che nessuno abbia perso qualcosa? Decisamente impossibile. Tanto che, nei giorni scorsi, si è fatto un vero elenco. Titolo «oggetti smarriti Floating Piers». Ad essere incaricati di stilare questa speciale lista i carabinieri di Marone, in provincia di Brescia, che operano anche nei comuni di Sulzano e Sale Marasino. Ebbene, ecco cosa hanno dimenticato o perduto sul Sebino i fan di Christo. Si parte dal classico: le chiavi, e l’elenco continua con uno zainetto nero e rosso e pure con un pesante trolley blu colmo di vestiti. E poi: tre tessere bancomat e, inevitabile, anche un iPhone.
«Se siete di fretta, non venite»
A causa del maltempo l’opera è stata più volte aperta e chiusa, con pesanti conseguenze sui trasporti diretti a Sulzano. C’è stato chi, stanco di aspettare, ha girato i tacchi ed è tornato a casa. Proprio per evitare lamentele, Christo decise di rompere il silenzio per avvertire tutte le persone che nei prossimi seguenti avrebbero visitato la sua opera: foto-principale
«Prendetevi tempo per visitare The Floating Piers, accettate l’attesa perché camminerete una sola volta nella vita sull’acqua – aveva spiegato durante una conferenza stampa a Sale Marasino -. Sarà per soli 16 giorni! Se siete di fretta, non venite. Non è come vedere un dipinto in un museo dove tutto è predisposto per accogliere i visitatori. Qui bisogna accettare caldo, acqua, pioggia, attese, disagi. Prendetevi del tempo. L’attesa fa parte dell’esperienza».
Un’opera sostenibile
Tutti i materiali dell’opera, una volta smantellati, sono stati riciclati e il luogo è stato riconsegnato completamente al suo stato originario. «Sarà per 16 giorni, tre weekend, poi toglieremo tutto, quel che si potrà recuperare e riciclare sarà recuperato e riciclato – aveva spiegato Christo alla presentazione -. Il resto sarà rivenduto, gommoni compresi». Cosa resterà? «Il ricordo. Fosse anche un micro chip. Qualcuno, tra mille anni, rivedrà lì la passerella».
Dal 12 al 18 dicembre il quiz
«Accadde Davvero a Bergamo 2025» è il dossier de L’Eco di Bergamo che racconta le storie curiose del passato del nostro territorio. A questa rubrica è collegato il gioco de L’Eco con la possibilità di vincere un’auto e buoni spesa. Un viaggio attraverso le storie curiose del passato di Bergamo, un percorso alla scoperta di grandi personaggi, invenzioni, cronache, spettacoli e imprese sportive: dieci puntate, dal 2 all’11 dicembre, tutte da leggere e da gustare con un pizzico di attenzione in più del solito. A partire dal 12 al 18 dicembre i lettori dovranno rispondere complessivamente a 10 domande legate ai contenuti degli articoli.
© RIPRODUZIONE RISERVATA