Carenza di medici di base, Ats ne cerca 77: «Bergamo diventi un polo di attrazione»

L’obiettivo è coprire gli ambiti carenti: il bando fino al 9 luglio, è aperto anche ai camici bianchi di altri territori. Giupponi: «Ricerca capillare, già contattati i dottori arrivati nella Bergamasca durante la prima ondata di Covid».

Sono le sentinelle della salute. Ma per presidiare la medicina del territorio occorrono nuovi medici di base. La speranza di una possibile svolta, per la Bergamasca, è custodita nel bando aperto dall’Ats sino al 9 luglio per i 77 «ambiti territoriali carenti di assistenza primaria», in sostanza per coprire i posti vacanti tra i camici bianchi della medicina generale.

L’appello dell’Agenzia di tutela della salute è accorato: «Stiamo lavorando per promuovere il bando in maniera capillare, ed è importante portarlo a conoscenza della popolazione affinché possa essere condiviso – sottolinea Massimo Giupponi, direttore generale dell’Ats di Bergamo -. L’obiettivo è anche promuovere la partecipazione di medici di altri territori o altre regioni. Sono stati contattati i medici che erano arrivati a Bergamo durante la prima ondata, per esempio. L’impegno è quello di rendere la Bergamasca un polo d’attrazione».

Un titolare per 100 mila utenti

Anche dettagli apparentemente secondari possono influire sulle scelte di vita: «Nell’ultimo periodo diversi giovani hanno scelto di fare i medici di base nelle nostre valli perché appassionati di montagna», è un esempio tratteggiato dal dg. I 77 ambiti attualmente a bando – che si traducono in una popolazione di 90-100 mila persone a cui assegnare un «titolare» – sono distribuiti in maniera sostanzialmente uniforme in lungo e in largo per la Bergamasca, dalle valli alla Bassa passando per la città.

In Lombardia ne mancano 700

Tema sentito, quello dei medici di base, e comune al resto della Lombardia e dell’Italia. Sono circa 700 gli ambiti carenti – cioè i posti vacanti – nell’intera regione, di cui 120 nel Milanese; bandi analoghi sono aperti anche presso altre Ats lombarde. Il Covid ha acuito e accelerato un problema che si trascina da tempo: nel 2018 erano 679 i medici di medicina generale in provincia di Bergamo, oggi sono scesi a 641; sono 28 i medici titolari che hanno preso servizio quest’anno, contro le 105 necessità del territorio. A Bergamo, spiega la stessa Ats, si stanno cercando medici incessantemente a tutti i livelli pubblicando graduatorie, mediante contatti regolari con l’Ordine dei medici per coinvolgere i neolaureati, pubblicizzando le necessità mediante tutti i canali possibili. Una possibile soluzione è rappresentata appunto dal bando aperto sino al 9 luglio, riservato a tutti i laureati in Medicina e Chirurgia in possesso del titolo di formazione specifica in medicina generale e i cui dettagli sono consultabili sul sito www.ats-bg.it.

Dei 77 posti per cui si può concorrere, già andarne a riempire una trentina sarebbe un risultato significativo: questi professionisti consentirebbero di andare a coprire «una fetta importante della popolazione», nota Giupponi. Col ministero e con la Regione, aggiunge il dg, «il dialogo è aperto. La vera scadenza è il rinnovo dell’accordo collettivo nazionale. I temi sono ampi: il percorso formativo, il numero di accessi alle specializzazioni, rendere le borse di studio appetibili anche per i corsi di formazione specifica in medicina generale».

«Tetto a 1.800 assistiti»

Al netto del bando, quali possono essere le soluzioni a breve? «Stiamo chiedendo ai medici in servizio la possibilità di aumentare il numero di assistiti e in molti casi la risposta è positiva nonostante la fatica della pandemia e l’aumento di impegno richiesto», spiega Ats.

Dagli attuali 1.500 assistiti per medico, si punta a passare – soprattutto in città, laddove possibile – a 1.800, in particolare quando la medicina di gruppo favorisce le sinergie. Altre alternative, riflette l’Agenzia di tutela della salute, sono l’apertura delle «continuità assistenziali diurne dove non si trovano sostituti» e il coinvolgimento dei «medici che stanno facendo la formazione in medicina generale, compatibilmente con le esigenze del corso». Tra l’altro, anche per la continuità assistenziale (l’ex guardia medica, che conta 27 postazioni in provincia di Bergamo) emergono alcuni segnali di criticità: i professionisti in servizio sono 184, ne mancano 31.

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