Contagi, in Lombardia il maggior incremento
L’epidemiologo: «Ondata ancora in corso»

Sabato 20 febbraio 3.019 nuovi positivi, 186 nella Bergamasca: la Lombardia si conferma la regione con il maggiore aumento di casi di coronavirus in 24 ore. L’epidemiologo Carlo La Vecchia: «L’ondata è ancora in corso. Zona arancione per tutti? Meglio microaree rosse».

La Lombardia è in zona gialla, ma anche sabato 20 febbraio si è confermata la regione con il maggior incremento di positivi in 24 ore (ben 3.019 contagiati), di gran lunga davanti a Emilia Romagna (1.724 casi), Campania (1.677) e Veneto (1.244). Per il secondo giorno consecutivo è stata superata la quota dei 3 mila positivi sulla base di 44.012 tamponi processati (32.132 molecolari e 11.880 antigenici) e un tasso di positività sempre intorno al 7% (ieri 6,8%). Anche nella Bergamasca i numeri restano alti: ieri altri 186 positivi (che si aggiungono ai 240 di venerdì e ai 238 di giovedì), con una media di 221 casi negli ultimi tre giorni e un 29% in più di positivi nell’ultima settimana rispetto ai sette giorni precedenti. E in Lombardia si è registrato un 19,5% di positivi in più in sette giorni. Nella Bergamasca ieri non si sono segnalati decessi riconducibili al Covid (totale dei decessi ufficiali fermo a quota 3.391).

«Siamo ai limiti della zona gialla e rischiamo con questo trend di contagi di finire nella fascia arancione – spiega l’epidemiologo Carlo La Vecchia, docente di Statistica medica all’Università statale di Milano –. Non è un aumento drammatico di casi ma sostenuto, soprattutto nelle aree di Brescia, Bergamo e Milano. Il rischio è concreto, anche se l’aumento di casi è ben diverso rispetto a quello di un anno fa o a quello di ottobre. A mio giudizio servono maggiori misure restrittive e, in alternativa alla probabile fascia arancione, colpire le aree in cui l’epidemia è più alta, quindi varie microaree rosse. La Lombardia è vasta, trattare i territori con incidenza diversa di contagi in modo uguale non è la migliore soluzione».

La Vecchia sottolinea ancora: «L’indicatore da monitorare in particolare è quello dei contagi, perché i dati dei ricoverati, delle Terapie intensive e dei deceduti sono essenzialmente stabili. La media dei 50 morti giornalieri delle ultime settimane si è leggermente abbassata. L’indicatore dei contagi potrebbe riflettere nelle prossime settimane un aumento degli altri indicatori, ma è tutto da verificare perché molti dei nuovi contagiati sono in realtà più giovani e potrebbero essere meno impattanti sulle strutture ospedaliere. La mia speranza in ogni caso è che questa ondata vada a livellarsi. È un’ondata ancora in corso, con questi numeri si andrà avanti ancora per un mese perché stiamo facendo i conti con le aperture e la zona gialla ripristinate meno di un mese fa. C’è poi un dato da rimarcare: la riduzione dei decessi dipenderà molto dalla copertura dei vaccini sugli anziani, perché la metà dei morti per Covid sono ultra ottantenni».

Sulle varianti del virus insinuatesi in Lombardia e anche nella Bergamasca, La Vecchia usa un paradosso: «Più sono frequenti le varianti e più possiamo tranquillizzarci, perché hanno già mostrato il loro effetto. C’è un solo campionamento nazionale che dà il 18% di media di positivi identificati con le varianti. In Lombardia si parla del 30% ed è possibile. Non ci sono tuttavia dati specifici, il problema è utilizzare campioni rappresentativi, non solo quindi lì dove sorgono focolai e sui soggetti ospedalizzati».

Sul fronte dei vaccini l’epidemiologo invita a una riflessione di ampio respiro: «Tutti i vaccini che abbiamo a disposizione funzionano molto bene anche con una sola dose e presentano un’efficacia che spazia dal 70 all’85% sulla malattia clinica. Dai dati che circolano è molto probabile che una dose di vaccino applicata sulla malattia grave abbia un’efficacia ancora più alta, vicina al 100%. Questo vuol dire che è urgente che tutti i vaccini a disposizione oggi vengano utilizzati prima possibile con almeno una dose, somministrata in particolare ai soggetti anziani. Per la seconda dose si può aspettare. Abbiamo il dovere di proteggere i soggetti più a rischio, quelli più colpiti in assoluto dal Covid».

In relazione al tema delle scuole, La Vecchia rimarca un concetto: «Le scuole non sono un focolaio, sono un ambito protetto, e anche gli ultimi dati lo hanno certificato. Bisogna prestare massima attenzione a ciò che vi gravita attorno, in particolare al tema dei trasporti e ai potenziali rischi di assembramenti. La riapertura delle scuole non ha avuto un impatto particolare. Probabilmente è aumentato anche il grado di immunizzazione tra i ragazzi, entrati in contatto con il Covid. Comunque i dati sono sotto controllo».

E a proposito di numeri, l’incremento maggiore giornaliero di positivi in Lombardia si è registrato a Milano (+815 casi), davanti a Brescia (+766), Varese (+238), Como (+229), Monza e Brianza (+206), Bergamo (+186). Nel territorio orobico i positivi riscontrati da inizio epidemia sono 33.303. I decessi giornalieri sul territorio regionale sono stati 37 (33 vittime venerdì e 55 giovedì). I soggetti in isolamento domiciliare sono 49.261.

© RIPRODUZIONE RISERVATA