«Conti in affanno», i Comuni pescano dall’Irpef: aliquote in aumento

La tendenza Nella Bergamasca sono già quasi una ventina le realtà che nel 2022 hanno ritoccato (o introdotto) l’aliquota.

La motivazione è ricorrente e quasi banale: «Per far quadrare il bilancio», spalancano le braccia molti sindaci. C’è il puzzle di conti sempre più difficili da chiudere alla base della scelta – certo non esattamente popolare – che numerose amministrazioni comunali bergamasche stanno assumendo in queste settimane: ritoccare all’insù le aliquote dell’addizionale Irpef. Perché, spiegano gli amministratori, tra entrate in calo, spesa sociale in crescita e bollette energetiche letteralmente esplose, questa a volte risulta l’unica via per tenere in piedi il bilancio degli enti.

Scenario provvisorio

Non ovunque, va detto: lo scenario è variegato (oltre che non definitivo, visto che molti Comuni non hanno ancora approvato il bilancio di previsione 2022 e le relative tariffe). Ma una tendenza si fa strada: sono già quasi una ventina i Comuni orobici che stanno decidendo un qualche aumento delle percentuali dell’addizionale. Almeno tra quelli che possono fare questa valutazione, non avendo già l’aliquota al massimo: nel 2020, in base ai dati raccolti ed esaminati dalla Fnp Cisl nella sua indagine annuale, 53 Comuni orobici già applicavano, con aliquota unica, l’addizionale più alta consentita, pari allo 0,8%.

Nel 2020, 53 Comuni orobici già applicavano, con aliquota unica, l’addizionale più alta consentita, pari allo 0,8%

Tra chi ha introdotto, in varia misura, ritocchi quest’anno, per dimensioni della città e per dibattito suscitato non si può che partire da Treviglio, dove, esentati coloro che hanno un reddito imponibile inferiore ai diecimila euro annui, per gli altri scatterà l’aumento dell’addizionale dallo 0,65% allo 0,8%. Una scelta simile è arrivata in un’altra importante città della Bassa, Romano di Lombardia, con l’aliquota portata allo 0,8% per tutti (prima erano presenti diversi scaglioni) e l’esenzione al di sotto dei 12mila euro di reddito.

Tagli e aumenti

Sale all’aliquota massima possibile anche il Comune di Presezzo, che passa dallo 0,6 allo 0,8%. «Dovevamo far quadrare il bilancio – spiega il sindaco Paolo Alessio –. Contrariamente agli altri anni, abbiamo registrato un calo delle entrate, stiamo anche facendo degli accertamenti su alcune imposte. Sugli investimenti non ci sono problemi,ma per la parte corrente sono emerse delle criticità».

Sui conti non pesa solo il noto problema delle bollette, ad aumentare è stata anche la spesa sociale

Non solo l’arcinoto problema delle bollette: ad aumentare è stata anche la spesa sociale, «in particolare abbiamo avuto “un’impennata” per quel che riguarda l’assistenza educativa per gli alunni con fragilità. Alla fine, mettendo insieme tutte le voci, lo sbilancio era di oltre mezzo milione di euro». Quasi 170mila saranno dunque recuperati con l’aumento Irpef, per il resto «abbiamo purtroppo dovuto tagliare alcuni servizi non indispensabili e qualcosa sulla cultura, per sostenere l’assistenza educativa e i servizi sociali – aggiunge Alessio –. L’auspicio è che le cose migliorino e si possa eventualmente tornare indietro in un secondo momento. Vediamo se arriveranno degli aiuti sul tema energetico: sono tante le situazioni che stanno mettendo i Comuni in difficoltà. Noi alla fine siamo riusciti a far quadrare i conti, so che altri ci stanno ancora lavorando».

Chi ha già deciso

Così, l’elenco dei «ritocchi» all’addizionale prosegue e riguarda, con modalità e cifre diverse, Comuni su e giù per tutta la Provincia: da Calvenzano a Medolago, da Villa d’Ogna a Barbata. Aumenti in vista anche a Songavazzo, Ghisalba, Antegnate. Il balzo all’insù coinvolge solo alcune fasce di reddito a Zanica, Comun Nuovo e Calcinate. E poi ci sono quei Comuni che istituiscono l’addizionale per la prima volta: la decisione è già stata presa a Ornica, Valtorta, Castione della Presolana e Bagnatica.

«Sappiamo che i cittadini stanno già facendo i conti con l’inflazione, nessuno aumenta volentieri un’imposta, ma se non arriveranno sostegni per molti enti locali non c’è alternativa»

«Si sta affermando una tendenza all’aumento delle addizionali, i dati precisi li avremo man mano che si approvano i bilanci di previsione – conferma Lucio De Luca, sindaco di Azzano San Paolo e vicepresidente di Anci Lombardia –. Visti gli aumenti esponenziali dei costi energetici, chi non aveva ancora approvato bilanci e aliquote sta ora correndo ai ripari. La situazione è delicata: sappiamo che i cittadini stanno già facendo i conti con l’inflazione, nessuno aumenta volentieri un’imposta, ma al momento, se non arriveranno sostegni per far quadrare i conti, per molti enti locali non c’è alternativa».

I temi sociali

Anche De Luca evidenzia come, accanto alla questione delle bollette, nuove preoccupazioni per gli amministratori arrivino sul fronte sociale: «La spesa sui minori e sulle fragilità viene gestita quasi esclusivamente dagli enti locali, e sta crescendo, anche perché le compartecipazioni degli utenti sono sempre meno, si rileva un aumento della morosità, per esempio sulle rette. La pandemia ha sicuramente peggiorato la situazione, ma un progressivo impoverimento della popolazione si stava purtroppo già consolidando da qualche anno».

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