Studenti e professori con sintomi sospetti
In tre giorni 200 test nella Bergamasca

Prevenzione. La maggior parte mercoledì con 150 esami soprattutto al Papa Giovanni e all’Asst Bergamo Est.

L’ondata era attesa ed è arrivata, incanalandosi però in una gestione ordinata. La terza giornata di ripresa delle scuole ha portato la prima vera corsa al tampone nei diversi angoli della Bergamasca: senza criticità, e questo è fondamentale, ma comunque con numeri che iniziano a tratteggiare contorni rilevanti. A essere note, al momento, sono solo le cifre relative all’affluenza e non gli esiti dei tamponi, e per la giornata di ieri si possono stimare in almeno 150 gli studenti, gli insegnanti o i collaboratori scolastici che si sono presentati in ospedale per risolvere una domanda cruciale: i sintomi accusati nelle ore precedenti sono davvero quelli del Covid? Allargando lo sguardo, secondo quanto comunicato da Ats Bergamo, da lunedì in totale sono stati «circa 200» i tamponi effettuati per il mondo delle scuole. Gli esiti non sono stati resi noti anche per una questione fisiologica: se il risultato del «bastoncino» deve arrivare entro le 23 del giorno stesso in cui ci si sottopone al test (almeno stando alle indicazioni della Regione), ancora ieri in serata si stavano processando gli ultimi tamponi di giornata.

Sul territorio, appunto, sono le tre Asst a provvedere «fisicamente» ai test. Oltre una sessantina quelli effettuati ieri all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo (erano stati 13 nella giornata di martedì, tutti con esito negativo), che ieri ha precisato le modalità di esecuzione degli esami: i tamponi sono effettuati da lunedì a sabato, alla Fiera di Bergamo dalle 9 alle 14 e al punto prelievi dell’ospedale di San Giovanni Bianco dalle 10 alle 14. Flusso ancora più importante, ieri, nell’Asst Bergamo Est, con 86 esami concentrati soprattutto tra Seriate e Alzano (erano stati invece poche unità martedì), nelle tensostrutture adiacenti i pronto soccorso. Non ha invece riferito dati l’Asst Bergamo Ovest (martedì, invece, zero tamponi). Un lavoro dai ritmi ben più sostenuti, dunque, mentre va esaurendosi l’altro filone che più aveva creato pressione nelle ultime settimane: ormai, i tamponi per i vacanzieri di rientro si contano sulle dita di una mano.

Le voci

Ieri mattina si sono presentati in molti per effettuare i tamponi al tendone allestito all’esterno del pronto soccorso dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Il maggior afflusso è stato dalle 9 alle 11 quando in alcuni momenti le auto in coda erano una cinquantina. Intorno alle 11,30, invece, erano venti gli automobilisti in attesa di effettuare il tampone. C’erano i genitori che accompagnavano i propri figli con qualche linea di febbre e qualcuno di rientro dalle vacanze nei Paesi a rischio (Croazia, Grecia e Malta, Spagna). «Mio figlio di 13 anni ieri aveva 38 di febbre - racconta una signora di Villa d’Almè - così stamattina (ieri per chi legge, ndr) ho chiamato il medico di base che ha fatto la segnalazione all’Ats e mi ha detto di venire qui senza prenotazione per sottoporre mio figlio al tampone. Abbiamo atteso in coda circa 30 minuti». «Mia figlia domenica aveva 38 di febbre, martedì siamo andati dal pediatria che gli ha fatto il tampone per lo streptococco ed è risultata negativa, così stamattina (ieri, ndr) il pediatria ci ha dato un modulo e siamo venuti direttamente al Papa Giovanni per far rientrare a scuola mia figlia in sicurezza per sé e per gli altri. Ci hanno detto che dovremmo avere il risultato stasera alle 23». Qualcuno invece si è presentato con appuntamento rientrando da alcuni dei Paesi a rischio con l’obbligo di sottoporsi al tampone entro 48 ore dall’ingresso in Italia. «Io sono rientrata ieri dalla Spagna insieme ai miei figli di 8 e 6 anni - racconta Laura Gomez -, avevamo prenotato il tampone telefonicamente il 7 settembre e oggi avevamo appuntamento alle 11, ma alle 12 eravamo ancora in attesa». «Io invece sono rientrato dalla Grecia domenica - continua il ventiseienne Sebastian Ferri - e, dopo molti tentativi, siamo riusciti a prenotare telefonicamente il tampone».

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