Covid, all’Humanitas Gavazzeni
nascerà un nuovo dipartimento

Una nuova struttura ad alta tecnologia per tutte le patologie virali. Gianfelice Rocca: «Un luogo dove clinica, ricerca e formazione si fondono».

Una struttura innovativa per rispondere alle emergenze legate al Covid, ai virus e alle malattie infettive. Si chiama «Emergency Hospital 19» e a Milano è già realtà, realizzata in 11 settimane accanto al pronto soccorso dell’Irccs Humanitas di Rozzano e dotata di reparti di diagnostica, terapia intensiva e sub intensiva, blocco operatorio e ambienti di degenza sicuri. Questa struttura all’avanguardia, inaugurata ieri, aiuterà a fronteggiare anche un’eventuale ondata di ritorno del Covid e presto sarà replicata a Bergamo, accanto all’ospedale Humanitas Gavazzeni: qui sorgerà entro novembre il nuovo Dipartimento d’emergenza (Dea), una sorta di pronto soccorso rafforzato, autonomo e ipertecnologico, su una superficie di 3 mila metri quadrati. I lavori iniziati a fine giugno porteranno in dote spazi di ultima generazione con una struttura modulare che garantirà sicurezza, continuità di cure per diversi scenari e percorsi separati per i pazienti con patologie virali e quelli più fragili come gli oncologici e i cardiopatici.

Previste camere di degenza, in pressione negativa, per l’isolamento dei pazienti contagiosi, sale operatorie con annessa sala di angiografia e un’area diagnostica con macchinari per le risonanze, con una squadra di professionisti in grado di ridisegnare i modelli di gestione dell’emergenza e potenziare i servizi di cura bergamaschi. Ad esempio la struttura consentirà di convertire velocemente i posti letto in postazioni di terapia intensiva, adattandosi sia a situazioni di pochi casi sia a picchi epidemici che richiedano un maggiore sforzo. «Il 2020 è stato un anno decisivo per la nostra storia e ha segnato tutti noi – ha spiegato Giuseppe Fraizzoli, amministratore delegato di Humanitas Gavazzeni -. La costruzione del nuovo Dipartimento per le emergenze è un’ulteriore manifestazione del nostro impegno per il territorio». Un segnale di rinascita per Bergamo, «lì dove c’è stato il vulcano e non un focolaio – ha aggiunto Gianfelice Rocca, presidente di Humanitas –. A Bergamo sorgerà una struttura modulare di medie dimensioni. Nel periodo della piena emergenza abbiamo vissuto un’esperienza di guerra, vogliamo e dobbiamo ricostruire la possibilità di un ospedale sicuro. Un luogo dove clinica, ricerca e formazione si fondono».

Il nuovo pronto soccorso nasce grazie alle consistenti risorse donate da vari sostenitori, in primis Tenaris Dalmine, Fondazione Rocca e Fondazione Humanitas per la ricerca, a cui si deve lo sviluppo scientifico del progetto. E poi Banca Generali e Cbm Italia Onlus, che ad aprile aveva sostenuto Humanitas Gavazzeni nell’apertura del Covid Hotel di Mozzo, a favore dei pazienti dimessi che tuttavia non potevano rientrare a casa (progetto in collaborazione con Ats Bergamo e Comitato «Abitare la Cura» promosso da L’Eco di Bergamo, Confindustria e Caritas Diocesana Bergamasca); Carvico e Jersey Lomellina. Il design del nuovo Dipartimento per le emergenze è nato dalla collaborazione tra Techint e Humanitas e curato dall’architetto Filippo Taidelli. «Abbiamo vissuto un ritorno al futuro delle malattie infettive, di cui il Covid è solo l’ultimo esempio, con cui dobbiamo imparare a convivere – ha rimarcato Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas -. È indispensabile essere preparati con un rapporto stretto tra ricerca di laboratorio e clinica». «Sanità pubblica e privata accreditata hanno lavorato in modo sinergico per offrire speranze di vita in un momento drammatico – ha precisato l’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera -. L’onda si è ritirata, il virus no. Queste nuove strutture saranno uno strumento in più nel bisogno».

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