Dall’Ue soccorso
doppio all’Italia

Il governo italiano non può che apprezzare il segnale politico che è arrivato dal presidente della Commissione europea nel discorso sullo Stato dell’Unione tenuto al Parlamento europeo e incentrato sulle principali questioni poste dalla pandemia. In sostanza Ursula von der Leyen ha provato a stabilizzare il quadro politico italiano in nome dell’emergenza Covid-19 e della necessità prioritaria di gestire le enormi risorse del Recovery Fund. La sostanza della linea di Ursula (e della Merkel) è la seguente: durante una fase così delicata per tutti i partner, un Paese importante e nello stesso tempo pieno di problemi come l’Italia non può permettersi il lusso di ficcarsi nella instabilità politica, tanto più pericolosa perché sicura premessa della nascita di un governo destro-sovranista e anti-europeista.

La presidente di Palais Berlaymont, in evidente sintonia con il Ppe a guida germanica, tanto si è schierata con i giallo-rossi di Conte quanto ha preso di petto i sovranisti: il capogruppo tedesco del Ppe Manfred Weber ha definito Salvini «una marionetta di Putin come tutti i sovranisti». E perdipiù la Commissione si appresta ora a stilare un rapporto sulla tutela dei diritti umani nell’Unione che immediatamente fa infuriare il governo polacco, a sua volta componente dello schieramento sovranista.

Segni concreti di questa rinnovata attenzione di Bruxelles verso l’Italia: l’annuncio della collaborazione con Roma per preparare un vertice mondiale sulla sanità durante la presidenza italiana del G20 nel 2021; l’intenzione di abolire il regolamento di Dublino che penalizza i Paesi di frontiera come il nostro e di avviare una politica più unitaria e solidale dell’immigrazione con una struttura comune per gestire i rimpatri e gli asili degli immigrati, con vie legali per l’ingresso in Europa, con una netta distinzione tra chi ha diritto e chi no di risiedere entro i confini del continente.

Sono tutti segnali importanti che Conte recepisce alla vigilia di un voto regionale che si presenta così incerto da far temere una vera debacle per il centrosinistra: il rischio è che il Pd, in assenza di una alleanza con il M5S (tranne in Liguria) perda le regioni da esso amministrato e che vanno al voto, a cominciare dalla Toscana. Un’onda d’urto che potrebbe mettere in difficoltà la segreteria di Nicola Zingaretti e avere ripercussioni su Conte. Ma l’Europa mette un chiaro altolà: con il Covid in corso, l’economia continentale da rilanciare e la stabilità finanziaria da tutelare l’Italia deve stare ferma. È chiaro che la Commissione deve anche rilanciare se stessa oltre a tutelare l’equilibrio politico che la sorregge: è per questa ragione che Ursula von der Leyen ha riproposto l’ambizioso piano Green New Deal che mira a rendere l’Europa il primo continente «carbon-neutro» entro il 2050. Questo significa vincolare una buona parte del fondi del Recovery Plan (almeno il 30%) proprio alla transizione verso una economia più rispettosa dell’ambiente e meno dipendente dal petrolio. In questo l’Italia è perfettamente allineata: le prime linee guida che sono uscite da Palazzo Chigi per l’utilizzo dei 209 miliardi di fondi sono centrate proprio sull’economia, circolare, il digitale e l’intelligenza artificiale. Giorgia Meloni e Matteo Salvini hanno però giudicato come senza valore il testo governativo. L’ennesima dimostrazione della impossibilità di una collaborazione tra maggioranza e opposizione nonostante la dichiarata (a parole) volontà di dialogo in nome dell’interesse nazionale.

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