«Dimesso senza le lastre»
«Ma non erano urgenti»

San Giovanni Bianco. Il ds del S. Pellegrino Calcio su un giocatore infortunato. «La valle non può rinunciare a un servizio h24». L’Asst: non c’era urgenza.

Una ginocchiata nelle costole, il dolore che aumenta più passano i minuti, l’appuntamento a tornare l’indomani alle 8 in ospedale per sottoporsi a una radiografia «poiché – segnala un lettore di San Pellegrino Terme – la sera il radiologo non è presente» anzi no, «perché – è la replica dell’ospedale di San Giovanni Bianco attraverso l’Asst Papa Giovanni XXIII cui fa capo il presidio brembano – il quadro non richiedeva l’esecuzione immediata di una radiografia».

Sia andata come è andata il 30 ottobre scorso, il trentenne calciatore di Promozione del San Pellegrino, dopo quattro giorni di ricovero a Bergamo per tre brutte fratture alle costole con pneumotorace, ora sta abbastanza bene. Ma l’episodio della mancata radiografia viene preso a esempio dai diretti interessati «per evidenziare che la denuncia del sindaco Milesi (Vittorio, ndr) non è priva di fondamento, ma ben radicata su una situazione che si sta facendo sempre più critica e incredibile».

L’autore della segnalazione è Stefano Tassis, direttore sportivo della società Usd Calcio San Pellegrino, che racconta: «In un normale e fortuito scontro di gioco sul campo di casa un ragazzo, P. G. di 30 anni, cade a terra dopo aver subito una ginocchiata alle coste. Sembra una “normale” botta e il giocatore va negli spogliatoi con un dolore che, però, con il passare dei minuti aumenta».

Il giovane viene portato al Pronto soccorso di San Giovanni Bianco: entra alle 22, «gli viene praticata un’iniezione di antidolorifico – continua Tassis – e gli viene detto di tornare la mattina successiva alle 8 per effettuare le radiografie in quanto il radiologo non è presente e dopo circa un’ora dall’arrivo viene dimesso». Ma di notte il dolore aumenta e il giorno dopo le radiografie rivelano «tre brutte fratture alle coste con pneumotorace post traumatico». Di qui il trasferimento in ambulanza al Papa Giovanni e 4 giorni di ricovero con drenaggio polmonare. «Vorrei che qualcuno pensasse e si chiedesse cosa poteva accadere di notte al ragazzo solo perché non gli sono state fatte le lastre» aggiunge il direttore sportivo.

«Eseguite le verifiche necessarie»

Dall’Asst Papa Giovanni XXIII fanno invece notare che le condizioni del trentenne «non richiedevano una radiografia immediata». Questa la replica dell’ospedale: «Riesaminato il caso del giovane, abbiamo verificato che il medico presente in Pronto soccorso, medico di grande esperienza, ha eseguito le verifiche cliniche e diagnostiche necessarie e il quadro non richiedeva l’esecuzione immediata di una radiografia. Se fosse stata necessaria – aggiunge l’azienda – il tecnico di radiologia reperibile sarebbe intervenuto e l’esame eseguito in nottata. Anche al Papa Giovanni casi simili vengono rimandati a casa con l’indicazione di farsi rivedere al peggiorare dei sintomi».

Nella sua segnalazione Tassis, passando dall’episodio particolare al quadro generale, cita «il presidente della Comunità montana Lobati che insieme a tutti i suoi collaboratori riuscirà a trovare la strada giusta per restituire all’Ospedale di San Giovanni Bianco e alla Valle Brembana un servizio h24 a cui i valligiani, soprattutto quelli più a Nord, non possono rinunciare».

E Jonathan Lobati annuncia che l’incontro richiesto all’Asst «si terrà il 3 dicembre con il direttore generale Maria Beatrice Stasi, alla Green House di Zogno con la giunta della Comunità montana: porteremo sul tavolo , senza risparmiare critiche, le questioni sollevate oltre a quelle ricevute noi come amministratori. Poi convocheremo un’assemblea per rispondere all’interpellanza di Milesi». Insomma, il confronto è aperto «e faremo tutto il possibile perchè il Pronto soccorso non sparisca».

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