Effetto vaccinazioni anche in Bergamasca: crollati i ricoveri e il tasso di mortalità

Secondo i dati Ats tra gennaio-aprile i pazienti in ospedale per Covid giù dell’87% rispetto al 2020 Anche i decessi sono diminuiti dell’82%. Zucchi: «Pur non essendo il solo fattore, immunizzazione significativa».

Mentre la «curva della speranza» – quella dei vaccinati – muove sempre più verso l’alto, le aspre linee con cui da più di un anno si convive virano sempre più verso il basso. Prima i contagi, poi i ricoveri, infine i decessi proseguono una discesa che pare ora decisiva, e in quest’intreccio s’incastona la concreta efficacia del vaccino, il sogno che si cullava soprattutto nella terra travolta dalla marea pandemica. Oggi scorrono soprattutto due dati a fotografare la ritirata del virus anche grazie alla campagna di immunizzazione: tra gennaio e aprile 2021 il tasso di ricovero Covid-correlato in Bergamasca si è ridotto dell’87% rispetto a un anno fa, la mortalità s’è abbattuta invece dell’82%. Lo fotografa un’elaborazione dell’Ats.

L’incidenza di diversi fattori

«Incidono diversi fattori, dal mantenimento del distanziamento e della mascherina all’impatto delle misure di contenimento dei mesi scorsi – premette Alberto Zucchi, direttore del Servizio epidemiologico aziendale dell’Ats di Bergamo -, ma l’effetto del vaccino è significativo. Più passa il tempo e più aumenta la copertura vaccinale: già con la prima dose il livello di copertura protettiva del sistema immunitario è importante, la seconda dose è un rinforzo che completa il ciclo vaccinale». Nell’elaborazione dell’Agenzia di tutela della salute sono stati posti sotto la lente epidemiologica tre fenomeni: l’incidenza del contagio, le ospedalizzazioni, i decessi di persone positive al virus. «Si vede molto bene in tutti questi tre scenari che queste curve s’incrociano con quella delle vaccinazioni tra la seconda parte di aprile e la fine del mese, quando si è raggiunto un numero considerevole di somministrazioni cumulative da inizio campagna – rimarca Zucchi -. Ora siamo a una copertura della popolazione target (cioè dai 16 anni in su, l’età minima per cui è approvato il vaccino Pfizer, ndr) di circa il 39%. Se guardiamo all’intera popolazione bergamasca e all’obiettivo dell’immunità di gregge da vaccinazione definito al 70% di questa popolazione, siamo a una copertura del 48,8%». In sostanza, per l’immunità di gregge da vaccinazione si è a metà strada: gli ultimi dati del portale regionale indicano appunto 374.600 prime dosi nel territorio orobico, con l’immunità di gregge appunto identificata attorno ai 769 mila bergamaschi da raggiungere con le iniezioni; le seconde dosi si avvicinano invece alle 150 mila unità. Dalle diverse prospettive la bussola dei numeri mostra che questa è la direzione giusta, vincente. Vale anche a livello regionale, impastando le cifre della struttura commissariale nazionale con i bollettini quotidiani di Palazzo Lombardia: tra aprile e maggio, per esempio, la popolazione con almeno la prima dose è cresciuta in Lombardia del 116%, cioè è più che raddoppiata, e l’incidenza del contagio è calata del 50%, quindi dimezzata. Una correlazione che sembra reggere anche se si aggiunge un ulteriore tassello nel mosaico: le curve regionali dell’incidenza – in discesa – e delle somministrazioni cumulate – in salita – si sono incrociate verso il 10 aprile; la curva della copertura vaccinale in ascesa ha poi incrociato quella discendente dei ricoveri il 23 aprile, e circa due settimane è il consolidato cuscinetto temporale che si osserva tra variazione dei contagi e variazione delle ospedalizzazioni. Altra «coincidenza»: tra 15 aprile e 15 maggio i lombardi con la prima dose sono aumentati del 117%, i ricoverati sono diminuiti del 58%.

Lo studio dell’Iss

Quanto dimostrato recentemente a livello nazionale dall’Istituto superiore di sanità, che ha pubblicato da poco uno studio che mostra in maniera plastica l’efficacia dei vaccini, trova dunque risonanza anche nella dimensione regionale e provinciale.

«Stiamo osservando una diminuzione importante dei contagi – prosegue la riflessione in chiave bergamasca di Alberto Zucchi -. Temevamo un rimbalzo conseguente alle riaperture, che in parte c’è stato ma si è poi riassorbito. Parallelamente, vediamo anche una netta diminuzione dei ricoveri Covid-correlati. Il calo della mortalità si legge meno bene perché i valori assoluti in Bergamasca sono bassi, ma anche in questo caso le due curve si sono incrociate confermando l’efficacia delle vaccinazioni. Con la seconda ondata si è aggiunta una parte consistente della popolazione, soprattutto giovane, che ha sviluppato già un’immunità da malattia. La campagna vaccinale, iniziata da gennaio tra gli operatori sanitari e sociosanitari e tra gli ospiti delle Rsa, con una copertura molto elevata, sta permettendo di raggiungere risultati importanti».

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