Fanno le valigie i medici dei turisti
Sindaci allarmati: i rinforzi dove sono?

Scade venerdì 31 luglio gran parte del personale medico del servizio di continuità assistenziale stagionale. Mancano indicazioni sui rimpiazzi. «Attività essenziale, i nostri medici condotti sono già presi d’assalto»

Mentre i turisti salgono, i medici rischiano di scendere. Nelle valli prima travolte dall’epidemia e ora rinfrancate da un’estate a chilometro zero che le ripopola di villeggianti, l’allarme resta attorcigliato a una questione sanitaria, declinata questa volta nel presidio della continuità assistenziale stagionale, cioè l’ex guardia medica turistica:se a luglio il servizio è stato assicurato, per agosto un’incognita pesa su gran parte delle valli.

Per oggi sarebbe attesa una svolta, con una comunicazione da parte di Ats sulle modalità del servizio. La data di oggi, tra l’altro, è cruciale proprio perché gran parte dei medici in servizio «scade» appunto al 31 luglio. L’allarme giunge ancora una volta dai sindaci, le prime sentinelle sul territorio. «Siamo messi malissimo», è il commento sconsolato di Mauro Marinoni, primo cittadino di Rovetta, dove la locale guardia medica turistica copre anche Fino del Monte, Onore, Songavazzo, Cerete: «Oggi (ieri per chi legge, ndr) ci hanno avvisato che, contrariamente alle attese, lunedì non arriverà nessuno – spiega Marinoni -. Da lunedì siamo a piedi: vedremo come fare, come arrangiarci. Per di più lo sappiamo all’ultimo; i nostri medici condotti sono già presi d’assalto, hanno 40-50 chiamate al giorno, non possono arrivare ovunque. La montagna si sente abbandonata, peggio dell’ultima ruota del carro: ho passato tutto il giorno a cercare un medico per conto mio, telefonando a ogni contatto possibile». «Stiamo aspettando comunicazione – spiega Angelo Migliorati, sindaco di Castione della Presolana -. Ed è un bel problema: la gente qua è tanta, il servizio è fondamentale. A luglio abbiamo avuto il servizio, ad agosto però i villeggianti sono ancora di più. Confidiamo fino all’ultimo nella telefonata. Non dovesse esserci, sarebbe opportuno chiedere un incontro con la direzione di Ats».

In Val di Scalve, come spiegano anche le locandine affisse, il servizio è al momento confermato invece sino al 21 agosto, col presidio di Vilminore a servire l’intera area: «Negli anni scorsi c’erano gli ambulatori anche a Schilpario e Colere, quest’anno ci è stato invece imposto così, mentre invece sarebbe servito un potenziamento, considerato l’afflusso maggiore – rileva Pietro Orrù, sindaco di Vilminore -. Il medico dei villeggianti è uno dei medici della val di Scalve, non so come farà. Certo, la situazione contingente è quella che è: teniamoci stretti almeno quello che c’è».

Carta e penna l’ha presa Jonathan Lobati, presidente della Comunità montana della Valle Brembana, per scrivere all’Ats di Bergamo: «Sono a chiedere con cortese sollecitudine di garantire il servizio di continuità assistenziale stagionale per tutto il periodo estivo, su tutto il territorio dei 37 comuni della Comunità, garantendo il servizio nelle postazioni di Piazza Brembana, Serina e ripristinandolo a San Pellegrino Terme – è la richiesta di Lobati -. Mi permetto inoltre di suggerire, vista la nota penuria di medici disponibili, di valutare l’utilizzo temporanei dei medici Usca oltre a quelli già presenti a Zogno, così da garantire dal primo agosto la continuità del servizio. Durante quest’estate la valle è interessata da flussi turistici particolarmente importanti. Senza un fattivo riscontro, il rischio è di far collassare la già fragile rete dei medici di base». L’attesa, appunto, è la situazione che vivono anche gli amministratori della Val Brembana: «Non abbiamo più avuto comunicazione – conferma Valeriano Bianchi, sindaco di Piazzatorre -. A luglio, il “nostro” medico del villeggiante era a Piazza Brembana, dunque qualche problema logistico c’era. Per agosto, non ci resta che aspettare e sperare. Ci auguriamo arrivi». La sensazione, proiettata sul piano generale, è quello di «subire un calo di servizi sanitari, dall’ospedale al territorio – aggiunge Stefano Ambrosioni, primo cittadino di Piazza Brembana -: servono posizioni molto forti, perché ci sembra che la montagna sia sempre più abbandonata».

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