Fondo di mutuo soccorso
Gori: chi può dia una mano

I l sindaco rilancia l’iniziativa: questo Natale non è uguale per tutti . Crescono le richieste di aiuto: in pochi giorni mille domande per i buoni spesa.

L’auspicio del sindaco Giorgio Gori è che «chi può si metta una mano sul cuore e faccia una donazione, questo Natale non sarà uguale per tutti». Palafrizzoni rilancia il Fondo di mutuo soccorso, costituito nella fase più acuta della pandemia, ad aprile, per aiutare chi aveva bisogno grazie ai contributi dei privati. È a loro che il Comune si rivolge di nuovo, «perché ci aspetta un periodo difficile, almeno per i prossimi sei mesi – continua Gori –. Ci sono cittadini che affronteranno il periodo delle feste con condizioni di garanzia e senza apprensioni, per altri sarà più complicato. Chiediamo che gli uni diano una mano agli altri, nello spirito della mutualità più genuina». Si cerca di «mettere del fieno in cascina – dice Gori –. Al momento c’è il doppio ombrello della cassa integrazione e del blocco dei licenziamenti che terminerà però a marzo. Dobbiamo farci trovare pronti». Per sensibilizzare «chi può», è partita una piccola campagna di comunicazione, ospitata anche su L’Eco di Bergamo, sul sito www.mutuosoccorsobergamo.it dove è possibile fare una donazione con carta di credito o Paypal (a disposizione anche il conto bancario IT47R0311111101000000065901).

Le conseguenze economiche della pandemia hanno portato famiglie che mai avrebbero pensato di bussare alle porte dei Servizi sociali a chiedere il bonus per la spesa. Nel giro di pochi giorni, all’assessorato ai Servizi sociali di Marcella Messina sono arrivate 1.000 domande, i bonus a disposizione sono circa il doppio. In una città come Bergamo, ci sono famiglie che faticano a racimolare gli euro necessari per fare la spesa: «Sono 335 le famiglie non note ai Servizi sociali che hanno beneficiato del bando Covid-19 con contributi dai 500 ai 1.000 euro, a cui si aggiungono le 149 già in carico – illustra l’assessore Messina –. Abbiamo situazioni inedite di famiglie dove manca il lavoro, le situazioni “solite” si sono aggravate. Le famiglie sono vulnerabili e il tema della solidarietà alimentare è fondamentale, anche perché spesso chi chiede aiuto è un nucleo composto da 3-4 persone con la presenza di minori, ha un Isee tra i 15 e i 18 mila euro, non la fascia under 9 mila che già si rivolge ai Servizi sociali. E il tema è trasversale, con 45% di italiani e il 55% di stranieri che chiedono aiuto. Il fondo diventa un elemento importante per convogliare le donazioni che arrivano in particolare a Natale, ci consente di costruire politiche integrate».

In questi mesi il Comune ha raccolto 2 milioni e 75 mila euro, «ne sono stati impiegati 1,3 milioni, il maggior contributore, al netto del progetto Rinascimento con Banca Intesa (con 10 milioni di euro a fondo perduto, ndr), è stata Banca d’Italia con 1 milione e 250 mila euro – snocciola i dati il sindaco –. Sono stati utilizzati in gran parte per il sociale». Con questi soldi il Comune ha dato sostegno alle famiglie vulnerabili (500 mila euro); ha aiutato le famiglie a sostenere il costo del funerale dei propri cari vittime dell’epidemia (100 mila euro), ha acquistato mascherine (circa 300 mila euro), ha erogato liquidità alle piccole imprese del turismo (150 mila euro), ha realizzato progetti estivi per i bambini (250 mila euro). Intanto sono due le nuove donazioni: da parte dell’associazione onlus Olimpiadi del cuore e di Esselunga, pronta a versare 50 mila euro in aggiunta a 15 mila euro in prodotti che saranno distribuiti dai Servizi sociali. «Ma perché la situazione non si cronicizzi, serve che la gente possa lavorare, che i consumi ripartano – rimarca Gori –. Tutto il settore del turismo è fermo, finché non riparte abbiamo un pezzo di città che fa fatica a cui in questa fase dobbiamo dare sostegno. Ma confido che Bergamo ricominci a pedalare».

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