Green pass richiesto per stadi, piscine, palestre, concerti: in settimana si decide

Il certificato per immunizzati, guariti dal Covid o «tamponati» negativi entro le 48 ore potrebbe essere obbligatorio anche per i ristoranti al chiuso, ma ci sarà battaglia.

Sono in arrivo le convocazioni per le riunioni del Comitato tecnico scientifico (Cts) e poi della cabina di regia con il presidente del Consiglio Mario Draghi nella giornata di lunedì 19 luglio sulla spinosa questione del green pass che porterà al nuovo decreto anti-Covid da varare in settimana con un «lasciapassare» allargato e più stringente . In questo clima trovare la via all’italiana richiederà la mediazione e il decisionismo del premier.

«Inutile creare confusione intorno al green pass. Gli allarmismi sono dannosi per i cittadini, il Turismo e per tutta l’economia nel suo complesso» dice il ministro del turismo Massimo Garavaglia, che sottolinea: «Il green pass ha senso solo per entrare in discoteca o allo stadio o per partecipare a grandi eventi, che prevedono una grande affluenza di pubblico».

Che cosa prevede il Green pass in Italia

Il green pass allargato - con il ciclo completo di vaccinazione e non più con una sola dose - dovrebbe entrare in vigore a inizio agosto anche per evitare cambi di colore delle Regioni e mantenere l’Italia bianca almeno fino a metà mese. Il certificato per immunizzati, guariti dal Covid o «tamponati» negativi entro le 48 ore potrebbe essere obbligatorio anche per i ristoranti al chiuso, ma ci sarà battaglia. Scontato che venga richiesto per stadi, piscine, palestre, concerti e tutte le attività collettive. I nuovi parametri di rischio per le Regioni e la proroga dello stato d’emergenza dovrebbero incontrare meno ostacoli, secondo le previsioni.

«Il Green pass non solo deve diventare obbligatorio per i ristoranti al chiuso, ma anche per i mezzi di trasporto pubblico come autobus e metropolitana . Dal punto di vista tecnologico, non è impossibile applicare questa necessaria misura». A sottolinearlo, in un’intervista al Messaggero, Walter Ricciardi, ordinario di Igiene e Sanità Pubblica all’Università Cattolica di Roma e consigliere del ministro della Salute Speranza.

«È l’ora di un impiego intelligente del Green pass. A mio avviso, ma su questo dovrà esprimersi il Cts e poi decidere il Governo, serve richiederlo per accedere ai luoghi di assembramento. E quindi sui mezzi di trasporto a lunga percorrenza come aerei, treni e traghetti, in congressi, fiere, stadi e palazzetti dello sport, cinema, teatri. Ma anche in supermercati, ipermercati, centri commerciali» . Ad affermarlo in un’intervista a Quotidiano Nazionale Sandra Zampa, ex sottosegretaria alla Salute e oggi consulente del ministro Roberto Speranza.

Prosegue l’aumento dei contagi

Intanto la pandemia domenica fa segnare un altro giorno oltre i 3.200 casi, con un tasso di positività che a fronte dell’usuale crollo dei test del sabato sale fino all’1,9%. I pazienti in terapia intensiva però dopo tre giorni di aumento tornano a calare e quelli nei reparti ordinari salgono di 25, non un dato impressionante. Le vittime sono solo 3, ai livelli tra i più bassi dell’anno. Spiccano però i 471 positivi nel Lazio e i 404 in Sicilia e così alcune Regioni, come la Sardegna, annunciano o varano provvedimenti per controllare i turisti in arrivo, tra cui i tamponi in aeroporto.

I focolai dopo Euro 2020

Un focolaio da Euro 2020 si segnala a Firenze, con 3 persone positive e 9 in quarantena a seguito della finale Italia-Inghilterra davanti a un maxischermo di un locale all’aperto. Quello di Roma nel pub di Monteverde per la sfida degli azzurri con il Belgio ai quarti è al momento il più grande in Italia con oltre 90 casi. In Francia invece un gruppo di 70 maestri di sci del Friuli Venezia Giulia sono rimasti bloccati per diverse positività durante un corso.

La maratona dei vaccini

Sul fronte dei vaccini tra domenica scorsa e sabato sono state fatte 553 mila prime dosi, un numero che dà il senso del rallentamento su certe fasce, per una campagna che d’altra parte prosegue con ritmi sostenuti grazie alle secondo dosi, continuando a sfiorare le quattro milioni di somministrazioni a settimana. Ma il 16 luglio le prime dosi sono state 87 mila e i richiami 486 mila. Insomma, farsi inoculare l’anti-Covid sono per lo più sempre gli stessi. In frigorifero ci sono attualmente 4,6 milioni di dosi, 2,3 milioni delle quali circa - solo la metà - di Pfizer e Moderna, i farmaci percepiti come più affidabili dall’opinione pubblica . In attesa che in settimana ne arrivino gli altri milioni di vaccini previsti.

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