Ha 15 auto intestate, usate pure per i furti

VERDELLO. In manette 34enne albanese fuggito su una Focus segnalata per precedenti raid: risulta nel parco vetture di un sardo.

Il parco auto non è indifferente: 15 vetture intestate, quasi tutte in uso a cittadini stranieri, alcune delle quali segnalate anche nei pressi di abitazioni appena svaligiate. Lui è un sardo, probabilmente un prestanome, e la sua figura è emersa ieri, lunedì 4 dicembre, durante l’udienza di convalida dell’arresto nei confronti di O. K., 34enne albanese privo di lavoro e con precedenti per reati contro il patrimonio, finito in manette a Verdello dopo essere fuggito all’alt dei carabinieri.

Auto intercettata a Verdello

L’uomo viaggiava su una Ford Focus che era stata notata in precedenza nei pressi di case obiettivo di raid da parte di topi d’appartamento. La vettura è stata intercettata domenica alle 11,30 sulla strada provinciale Francesca a Verdello. Il lettore targhe montato sull’auto dei carabinieri di Verdello ha comunicato alla pattuglia che era un’auto ricercata. Così i militari hanno intimato l’alt. O. K. ha però accelerato, innescando così un inseguimento durato nemmeno un chilometro, ma non privo di rischi, dato che il fuggitivo s’è prodotto in sorpassi e manovre azzardate. Il 34enne ha infine abbandonato la vettura ed è fuggito a piedi nei campi. Ha cercato di nascondersi tra la vegetazione, ma i carabinieri – nel frattempo erano giunte due pattuglie in supporto – lo hanno scovato. Non è finita lì, perché, pur in sei, i militari hanno faticato a bloccare O. K. che cercava di sferrare calci e pugni per opporsi all’arresto. Alla fine l’uomo è stato ammanettato e arrestato per resistenza a pubblico ufficiale. Al giudice Alberto Longobardi ieri ha raccontato di essere arrivato in Italia da 4-5 giorni. Che ci faceva a Verdello? «Ho sbagliato strada», ha risposto, lui che ha raccontato di essere ospitato dagli zii a Pioltello, nel Milanese. Ha poi spiegato di essere scappato perché preso dal panico non sapendo se era in regola oppure no sul territorio italiano. E ha chiesto scusa ai carabinieri contro cui aveva opposto resistenza.

Il vice procuratore onorario ha chiesto la convalida dell’arresto e messo in luce il pericolo di reiterazione del reato, essendo il 34enne gravato da precedenti specifici, privo di lavoro e trovato su un’auto segnalata per precedenti furti in abitazione. Non avendo l’indagato un domicilio, l’accusa ha invocato la custodia cautelare in carcere. Ma, proprio mentre il difensore prendeva la parola, sottolineando che il suo assistito era fuggito per paura di non essere in regola e non perché aveva commesso un furto e che si era scusato con i carabinieri, ecco che in aula è arrivata la dichiarazione di disponibilità dei parenti ad accoglierlo ai domiciliari nella loro abitazione di Pioltello. Così, il vice procuratore aggiunto ha scelto di modificare la sua richiesta di custodia cautelare: dal carcere agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Il giudice ha convalidato l’arresto e disposto i domiciliari dai parenti (senza braccialetto). Processo per direttissima rinviato la 12 gennaio.

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