«Ho donato i soldi del bonus Covid, ma l’Inps li rivuole»

Angelo Bagini, consigliere comunale a Carona, ha devoluto i soldi all’ospedale di Ponte San Pietro: «Era giusto, mi hanno salvato».

Donò i soldi del bonus Covid-19 di marzo e aprile 2020 all’ospedale e agli infermieri che lo avevano curato, ma ora l’Inps gli chiede di restituirli. È quanto successo ad Angelo Bagini, consigliere comunale di Carona, che un anno fa vinse la sua lotta contro il coronavirus dopo una battaglia lunga quasi 2 mesi combattuta all’interno del Policlinico di Ponte San Pietro.

«Tutto nasce tra marzo e aprile 2020 – racconta Bagini –, quando, mentre ero ricoverato, essendo libero professionista mi sono stati assegnati i bonus Covid di marzo e aprile per un totale di 1.200 euro. Appena li ho visti sul mio conto corrente ho sentito non fosse giusto tenerli, perché già ero stato ricoverato per 2 mesi a carico dello Stato e in più ricevevo dei soldi?». L’uomo, una volta dimesso dall’ospedale, dona quella cifra a chi lo aveva curato.

«Dopo una decina di giorni dalle dimissioni – continua – ho prelevato i soldi e li ho consegnati in ospedale a Ponte San Pietro assieme a una lettera di ringraziamento ai 2 reparti e ai relativi operatori sanitari che mi avevano curato, Chirurgia e Fisioterapia. Non li sentivo soldi miei, quelle persone mi avevano salvato la vita, per questo ho deciso di darli a loro in segno di riconoscenza (anche per il lavoro che fanno ogni giorno per tutti)».

A febbraio, però, l’Inps ha chiesto a Bagini la restituzione dei bonus Covid ricevuti nel 2020. «Dopo quanto successo ad agosto per i politici che avevano chiesto il contributo e non gli spettava – spiega –, a inizio febbraio l’Inps mi comunicava che avevo percepito un’indennità che non mi spettava e di restituirla entro un mese. Io però, nonostante sia un amministratore di Carona, rientro nei parametri degli aventi diritto a tali bonus, perché come consigliere percepisco solo il gettone di presenza. E mi è anche arrivata una comunicazione della Lega che conferma questo e che diceva che l’Inps avrebbe provveduto a ratificare la richiesta di restituzione dei soldi. Però, ad oggi, la ratifica non è ancora arrivata e io non ho più saputo nulla dall’Inps».

«Se fossi in torto – conclude – li restituirei domani, ma non lo sono. Mi ha ferito però ricevere una lettera in cui sembro un truffatore o un ladro, quando dedico il mio tempo, praticamente da volontario, come amministratore».

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