Il Capo dello Stato scrive a Luigi:
«Auguri per il papà e il tuo futuro»

Sergio Mattarella ha scritto al 19enne studente universitario di Alzano diventato una sorta di «simbolo» della lotta al coronavirus.

Vai a pensarla tu, che in giorni come questi ti metti al pc, apri le mail e scopri che a scriverti è niente meno che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il capo dello Stato in persona, lasciando nero su bianco solo nome e cognome. Così. Semplicemente. Senza titoli a precederne la firma.

«Le rivolgo tanti auguri»

Ma a Luigi è andata proprio così. Erano passate da poco le 18 di lunedì quando nella mail box di questo studente universitario di Alzano Lombardo - è stata recapitata la missiva dal Quirinale. «Le rivolgo tanti auguri per la salute di Suo padre e per tutti Voi. A Lei un augurio particolare per i Suoi studi e per il Suo avvenire. Con tanta cordialità». Che suona come quel «buona vita» che un padre augura al proprio figlio, un maestro al proprio alunno. Un capo dello Stato ad un «suo» cittadino, giovane studente universitario che non si lascia annichilire dalla situazione, sopraffare dallo sconforto. Di Luigi nei giorni scorsi la cronaca si era già occupata, perchè era rimbalzata sui media la sua storia. È quella di una famiglia in cui Covid 19 era entrato di prepotenza già all’inizio di febbraio. E lo aveva fatto in modo subdolo, prendendo il sopravvento su papà Angelo, direttore delle Poste, che proprio oggi compie 61 anni, ma da un mese manca da casa. Luigi, diciannovenne al primo anno di Scienze delle Comuncazioni dell’Università di Bergamo, con un babbo in terapia intensiva prima e in rianimazione poi, in condizioni critiche, aveva sentito – a inizio marzo, quando ancora si stava a discutere di zona rossa e «la bomba» emergenza non era scoppiata in cui tutta la sua drammaticità – il bisogno di scrivere ai docenti del 2° semestre. Quei suoi interlocutori diretti a cui prometteva impegno nello studio a distanza ma, a cui, al tempo stesso, chiedeva di non essere lasciato solo. E così è stato, perchè pronta è arrivata la risposta del rettore, che ha subito cercato quel rapporto immediato e schietto con gli studenti.

Le telefonate del rettore

Tanto da telefonare a Luigi con regolarità per accertarsi delle condizioni di salute del papà. Tanto da rispondere personalmente alle lettere di ogni studente, presenziare ogni discussione di laurea, scrivere periodicamente mail per informare sulle procedure, aggiornare su corsi e lezioni on line, e salutare con quel «vi abbraccio, sempre da un metro di distanza» che è diventato virale fra gli universitari di Bergamo.

Perciò non poteva essere altrimenti: nei giorni scorsi, quando in via Salvecchio è arrivata la telefonata di Sergio Mattarella, il professor Remo Morzenti Pellegrini ha parlato dei suoi studenti, tutti i suoi studenti. «Quando ho ricevuto la telefonata del Presidente della Repubblica mi sono permesso - e il verbo sa dire tutta la delicatezza, l’umanità e la vicinanza che giustifica gli eventi - di raccontare la storia drammatica e coraggiosa di tanti studenti, prendendo a esempio quella del nostro Luigi, che per primo ci ha lanciato la sua accorata richiesta di aiuto e di vicinanza, diventando così, involontariamente, l’emblema di ciò che stiamo vivendo. Una testimonianza molto sincera, angosciata, ma che rivela anche un animo forte, che non si lascia abbattere nemmeno di fronte a questa tragedia, ma onora i propri impegni con dignità e dedizione. Uno spirito fuori dal comune, frutto di una secolare cultura dedita al lavoro ed alla disciplina, che deve essere imitato da tutti noi».

La sensibilità di Mattarella

Ma a Sergio Mattarella quella telefonata con il rettore non è bastata. Lo ha spinto addirittura a voler raggiungere di persona Luigi, lo studente di cui gli era stato riferito. «Il Rettore – apre così la lettera - mi ha inoltrato la mail che Lei gli ha inviato venerdì scorso e desidero ringraziarLa molto per quanto vi ha scritto nei miei confronti. La prego di ringraziare da parte mia Sua madre per quel che Le ha detto riguardo a me». Certo, perchè Luigi aveva riferito quella stima profonda per un capo dello Stato che ha tenuto lontana la rabbia dalla sua vita, anche in momento difficili, come quando la mafia gli aveva strappato il fratello maggiore, Piersanti, allora Presidente della Regione Sicilia. Luigi lo sa grazie a mamma Emanuela, che tante volte in famiglia, a lui e al fratello Alberto, ha portato il racconto del tragico evento del 1980.

Emozionato e orgoglioso

«Sono particolarmente emozionato, orgoglioso e commosso da questi gesti d’affetto rivolti alla mia famiglia e a me. Oggi - commenta Luigi, che sogna un futuro da telecronista - è davvero una giornata speciale, poiché ho anche appreso dall’ospedale che papà è migliorato ed è considerato fuori pericolo. Se anche il secondo tampone sarà negativo potrà lasciare l’ospedale Papa Giovanni per essere trasferito in una struttura per la convalescenza, rimanendo comunque ad alto rischio infezione».

Insomma, emozione e commozione nella casa di Luigi. Che è poi in questi giorni come la casa di molti altri studenti. Che si mettono davanti ai video con il loro carico di angoscia, silenzio, rinascita e speranza. Alimentata, quest’ultima, dal rettore. «Il messaggio che il Presidente ha deciso di inviare al nostro Luigi - sottolinea Morzenti Pellegrini, che vuole tenere aperto il canale di comunicazione con i suoi studenti - dà ancora più forza alla speranza. Una speranza che non ci deve abbandonare mai. Stiamo vivendo giorni drammatici e nonostante tutto l’Università fronteggia l’emergenza assicurando la continuità dei corsi e lo svolgimento delle lezioni con un moderno sistema digitale che consente ai docenti di tenere regolarmente le lezioni secondo il calendario prestabilito. Praticamente il 100% della didattica è attualmente erogata in modalità telematica. La partecipazione alle lezioni da parte di tutta la comunità universitaria, nonostante i dolori e i lutti che continuano a colpire tante famiglie, testimonia ancor più la missione della nostra Università e il legame con i nostri studenti. Abbiamo costruito relazioni umane. Attenzione e vicinanza: è con tali sentimenti che penso ai ragazzi in questi momenti così difficili e drammatici. La loro risposta diretta e sincera è la conferma che ci stiamo muovendo nella direzione giusta».

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