Il prefetto: da lunedì zona gialla
ma la scuola in presenza resta al 50%

L’annuncio in una nota: nelle superiori bergamasche la didattica in presenza rimane al 50% «per verificare tenuta del trasporto pubblico e dati sanitari». Graziani: «Così si garantisce stabilità». Gori: «Finché si viaggia a capacità dimezzata, meglio la prudenza».

La parola d’ordine è prudenza. Domani la Lombardia entra in zona gialla, ma la didattica in presenza nelle scuole superiori bergamasche resta al 50%. L’asticella non si alza al 75%, come sarebbe permesso dalle pieghe legislative. La scelta spetta ai territori e quello bergamasco, compatto, ha deciso di mantenere una linea prudenziale, almeno fino a quando anche il trasporto pubblico viaggerà a metà carico. Lo annuncia una nota del prefetto Enrico Ricci. «A decorrere da lunedì 1° febbraio – si legge nella comunicazione di Via Tasso – la Lombardia risulterà classificata in “area gialla”. Tale determinazione non implica alcuna variazione rispetto alla ripresa delle attività scolastiche, avvenuta il 25 gennaio scorso». Il prefetto fa riferimento all’aumento della mobilità in genere, che l’allentarsi delle misure restrittive porterà inevitabilmente con sé. Per poi precisare: «Si ritiene opportuno mantenere la percentuale dell’attività didattica in presenza nelle scuole secondarie di secondo grado nella misura attuale del 50%».

Due i motivi principali: avere il tempo di testare il trasporto pubblico locale e tenere sotto osservazione l’andamento epidemiologico. Il provvedimento, infatti, resterà in vigore «almeno fino a quando non sarà verificata la capacità del servizio pubblico di soddisfare l’incremento di domanda correlato alla riclassificazione in area gialla» e contestualmente «sarà monitorato l’andamento dei dati sanitari».

Il mondo della scuola ha condiviso questa impostazione. «Non la sentiamo come un doverci adeguare al sistema dei trasporti – precisa infatti Patrizia Graziani, dirigente dell’ufficio scolastico territoriale di Bergamo –, ma le scuole in primis hanno approvato questa nota perché dà loro stabilità nel tempo». La stessa dirigente, infatti, fa notare come alla fine gli studenti (circa 70 mila) siano tornati in aula al 50% solo da cinque giorni. «Dopo vari rinvii, hanno ripreso solo il 25 gennaio, all’uscita dalla zona rossa – ricorda –. Sarebbe difficile per le scuole rivedere il piano organizzativo, portandolo al 75% la didattica in presenza, dopo così pochi giorni. E senza la certezza di quanto a lungo questa percentuale possa restare invariata, visto il cambiare delle zone, col rischio di alzare la percentuale di didattica in presenza e poi dover tornare al 50% solo dopo una settimana». Anche per Graziani, quindi, meglio «la prudenza, per verificare la capacità del trasporto pubblico e l’andamento epidemiologico».

I trasporti

Anche per il sindaco Giorgio Gori non ci sono alternative. «La percentuale del 50% di lezioni in aula è quella compatibile con i limiti di capacità in vigore sui mezzi pubblici, un vincolo nazionale. Le due cose - scuola e trasporti - devono crescere insieme: finché le condizioni sanitarie non renderanno possibile viaggiare al 75-80% di carico, anche la didattica in presenza non potrà raggiungere quelle quote», è convinto. Il sindaco parla quindi della nota del prefetto come «di una puntualizzazione quantomai opportuna, frutto delle riunioni con tutti i soggetti interessati». Per Gori domani sarà anche un test per il traffico («Con la ripartenza di più attività») e del trasporto pubblico, come conferma Emilio Grassi, direttore dell’Agenzia del Tpl di Bergamo. Nonostante l’offerta del servizio sia stata potenziata del 30-35% (quasi 1.300 corse in più, calibrate sui nuovi orari scaglionati di ingresso e uscita), «va bene che la situazione rimanga com’è, perché ci servono ancora un paio di settimane per tarare i nuovi orari e vedere se c’è da modificare qualche corsa», sostiene Grassi. Lo stesso prefetto chiede di portare gli esiti del monitoraggio all’esame della prossima riunione del tavolo di coordinamento.

Le reazioni in Regione

Intanto, però, per il consigliere regionale di «Cambiamo» Paolo Franco «la volontà di continuare con la riduzione sostanziale del servizio scolastico - a causa della non capacità di garantire il sistema dei trasporti - nonostante il ritorno in zona gialla della nostra regione, è una cosa gravissima». Per Franco si tratta di «una doccia fredda per Bergamo» e annuncia: «Presenterò un’interrogazione urgente. Chi ha questa responsabilità gravissima deve uscire allo scoperto. Giocare sul futuro dei nostri ragazzi in nome della non capacità gestionale, non è consentito. Lo si deve alle famiglie, lo si deve ai ragazzi, lo si deve al loro futuro».

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