In Fiera 48 letti di terapia intensiva
Da lunedì operativi i primi quattro posti

Saranno gestiti in partnership da «Papa Giovanni» e Civili di Brescia. Il Papa Giovanni: «Ci sarà bisogno di 48 anestesisti e il triplo degli infermieri. I numeri li ha definiti Regione Lombardia e sono in corso le attività di reclutamento».

I primi quattro posti letto saranno già attivati lunedì, poi progressivamente andranno a regime tutti gli altri fino ad arrivare ad ospitare 48 pazienti nel Padiglione B del presidio medico avanzato della Fiera di Bergamo, in poco tempo riconvertito a reparto ospedaliero di terapia intensiva per i malati Covid. In totale sono stati allestiti 4 moduli di terapia intensiva (ognuno con 12 posti letto): 24 faranno capo all’Asst Papa Giovanni XXIII, mentre gli altri 24 agli Spedali Civili di Brescia.

«I due ospedali – specifica Maria Beatrice Stasi, direttrice generale dell’Asst Papa Giovanni XXIII, presente nella mattinata di venerdì all’ospedale della Fiera – si avvarranno della collaborazione di proprio personale sanitario ma anche proveniente da altri ospedali. Ci sarà bisogno di 48 anestetisti e il triplo degli infermieri. I numeri li ha definiti Regione Lombardia e sono in corso le attività di reclutamento. Noi mettiamo a disposizione 9 anestetisti e 24 infermieri, oltre a tutto il personale ausiliario. Da oggi (venerdì per chi legge, ndr) stiamo anche organizzando dei momenti formativi specifici per tutti i medici e infermieri. I pazienti verranno mandati dalle centrali operative della Regione sulla base delle necessità».

Dal 6 aprile al 24 maggio erano transitati 120 pazienti, anche 50 in contemporanea. «In quel periodo – continua Stasi – avevamo pazienti intensivi ma anche per ricoveri di transizione prima del rientro a domicilio, in questo caso invece è stato pensato solo per le Terapie intensive». Il direttore dell’ospedale della Fiera è Oliviero Valoti. «Dopo la metà di maggio – spiega – qui si è chiusa l’attività di ricovero e cura e l’attività è stata convertita: sono stati installati diversi ambulatori multispecialistici per attività di follow up. Si sono anche attivate delle linee per le vaccinazione per i bambini (che ora sono state spostate nuovamente in Borgo Palazzo, ndr) e le linee dei tamponi che continueranno ma nel padiglione A, dove dal 4 novembre inizieranno anche le vaccinazioni antiinfluenzali. Nel padiglione B, invece, si riapre l’attività di ricovero e cura: il tutto sarà coordinato dal punto di vista organizzativo, tecnico e strutturale dall’Asst Papa Giovanni XXIII, mentre la gestione clinica è affidata sia al Papa Giovanni sia agli Spedali Civili di Brescia (i 4 moduli di terapia intensiva saranno divisi equamente tra i due ospedali). C’è stato un incremento tecnologico con una console centralizzata per la valutazione dei parametri clinici dei pazienti: nella prima fase questa possibilità c’era solo per il primo modulo di posti letto mentre ora è per tutti».

Venerdì era presente anche Giacinto Giambellini, presidente di Confartigianato Bergamo. «Anche in questa occasione – spiega – abbiamo rilanciato un appello, al quale hanno risposto una cinquantina di aziende, per un totale di 100-110 addetti, che questa volta non abbiamo fatto lavorare tutti insieme ma scaglionati nel tempo. Ci ha stupito questa disponibilità immediata: qualcuno ha preso le ferie per aiutarci e qualcun altro viene nel tempo libero. La terapia intensiva è già pronta, mentre stiamo terminando alcuni lavori nell’altro padiglione: prevediamo di finire domani (sabato, ndr)».

Per quanto riguarda il reperimento di medici per l’ospedale in Fiera, il vicepresidente regionale dell’Organizzazione sindacale nazionale dei medici di anestesia e rianimazione (Aaroi-Emac) Ivano Riva chiede che «non venga trascurata la preoccupazione dei professionisti che andranno lì a lavorare ma confidiamo e abbiamo chiesto alla Regione che la sicurezza sia massima. Ci deve essere un piano organico di Regione Lombardia e capire quale attività ridurre per spostare medici e infermieri perché il numero di professionisti è sempre lo stesso. Confidiamo che tutti i problemi vengano risolti». «L’ospedale in Fiera – sottolinea Gianluca Solitro, presidente Ordine infermieri di Bergamo – è una grande risorsa per evitare che tutti gli ospedali diventino Covid e quindi per continuare anche le attività ordinarie. Che ci siano pochi infermieri è palese e di conseguenza ci deve essere un supporto da parte degli ospedali hub più grossi. È normale che siamo in difficoltà ma bisogna collaborare tutti insieme per sopperire all’emergenza».

© RIPRODUZIONE RISERVATA