La Castelli dà l’addio all’oculista Chiodi
«Ha fatto grande questa clinica»

Aveva 70 anni, ed era stato primario del reparto di Oculistica. Moltrasio: «Aveva una grande attenzione al paziente: era deciso e umile».

«Ci sono persone che ci segnano più di altre e che quando se ne vanno è come se mancasse un pezzo di noi». Queste le parole cariche di sofferenza e di ricordi pronunciate da Andrea Moltrasio, presidente dal 2000 al 2018 della Clinica Castelli, per spiegare cosa fosse per lui Marino Chiodi, già primario del reparto di Oculistica della clinica dal 1999 al 2014. Aveva 70 anni.

Il dottor Chiodi, dopo essere stato ricoverato alle Humanitas Gavazzeni, è mancato domenica 22 marzo all’affetto della moglie Margherita e delle due figlie Annalisa e Raffaella, degli amici, e dei colleghi che hanno avuto modo di lavorare con lui e apprezzarlo per le sue qualità professionali e umane.

«Un grande dolore»

«Ho collaborato con lui per 18 anni – racconta Moltrasio – ed era per me una delle persone più care. Tra i primi ricordi emerge con forza quello legato ai miei primi momenti in clinica, quando per rendermi conto del funzionamento della struttura visitavo tutti i reparti e le sale operatorie. Chiodi mi fece assistere a un suo intervento sull’occhio e mi colpì la complessità e l’estrema precisione richiesta da questo tipo di operazione. Grazie a lui venni introdotto in questa specialità e da qui iniziò il percorso che ha portato alla creazione di un reparto vero e proprio dedicato all’oculistica, fiore all’occhiello della nostra clinica».

Appassionato del suo lavoro, sempre pronto a spendersi per i suoi pazienti, Chiodi sapeva essere deciso e umile al tempo stesso: «Una grande attenzione al paziente e una grande cultura della sanità – prosegue Moltrasio -. Marino era una persona decisa, ma al tempo stesso mai arrogante. Con il suo modo di fare quando mi chiedeva qualcosa per il suo reparto non sono mai riuscito a dirgli di no, anche perché ogni sua richiesta era sempre così ben pensata e strutturata che era impossibile trovare un motivo valido per opporsi. In questi giorni di dolore per tante persone che ci lasciano, la perdita di Marino è uno dei dolori più forti».

Il ricordo del collega e amico

«Ho conosciuto Chiodi nel 1982 e abbiamo lavorato insieme per 35 anni, prima al Policlinico San Pietro e poi alla Castelli dove, grazie a lui, è nato il reparto di oculistica» ricorda il dottor Diego Bonfanti, aiuto del reparto della Castelli. «Marino era in pensione da qualche anno, ma continuava a svolgere la libera professione con la stessa passione e determinatezza di sempre. Per lui i pazienti venivano prima di tutto, insieme al reparto, ai colleghi. Lui veniva per ultimo. Una grande umiltà e una grande capacità di cogliere i pregi delle persone, senza nasconderne i difetti».

Persona dal carattere deciso, con la capacità di saper capire i colleghi prima come persone: «Non sempre siamo andati d’accordo durante il nostro lungo sodalizio, ma nulla ha mai scalfito la mia ammirazione per lui, certo della sua profonda onestà intellettuale – prosegue Bonfanti –. Se anche abbiamo discusso, non è mai venuta meno la mia stima nei suoi riguardi. Mi mancherà tanto e mancherà a tutti».

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