La protesta degli ultrà allo stadio
Bergamo, in otto inseriti nella black list

«Sciopero» degli ultrà nerazzurri domenica 3 novembre allo stadio: nei primi 10 minuti della partita Atalanta-Cagliari niente cori dalla Curva Nord né striscioni.

Gli ultrà avevano annunciato la protesta, in un comunicato «per la cieca repressione della Questura» nei confronti dei sostenitori della Curva Nord. Gli ultrà sostengono inoltre che «il sistema repressivo della Questura sta continuando a macinare vittime senza senso al solo fine di destabilizzare il gruppo portante della Nord per demolire tutto il mondo Atalanta».

I fatti all’origine di questa protesta sono un Daspo comminato a un trentenne della Curva (che si occupa dei cori), per insulti agli agenti nel corso della partita Spal-Atalanta a Ferrara e soprattutto l’inserimento nella «black list» di otto ultrà atalantini per una condanna sui disordini Atalanta-Roma in seguito a una sentenza di condanna per reati da stadio di primo grado emessa all’inizio del 2019. Questi tifosi,come da norme, si sono visti negare l’acquisto di biglietti perché, appunto, erano stati inseriti nella black list. «Ed è la prima volta che accade che la Questura di Bergamo inserisce nella black list persone che hanno una condanna di reati da stadio in primo grado – sottolinea l’avvocato Federico Riva, uno dei legali della Curva Nord – . E non si dica che l’inserimento è un automatismo perché non è vero, è una possibilità che il questore ha. Peraltro alcuni di questi oggi (domenica, ndr) sono entrati con l’abbonamento».

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