La Val Gandino piange Pasini
Imprenditore pioniere della lana

La Valgandino piange la scomparsa di Silvano Pasini, 92 anni, storico imprenditore nel settore tessile, in particolare quello della lana.

Si è spento nel tardo pomeriggio di mercoledì 28 ottobre, all’ospedale di Seriate, dove era stato ricoverato in seguito a un improvviso malore sopraggiunto lunedì. Classe 1928, era nato e cresciuto a Gandino, dove ha trascorso tutta la sua esistenza dando anima e corpo per il lavoro e la famiglia.

«Già mio nonno – racconta il figlio Claudio – lavorava la lana, ma ero uno spirito più artistico, non molto dedito all’attività industriale. Da qui però è partita la vocazione di mio padre, tant’è che si è anche diplomato perito tessile. Da Gandino, infatti, partiva in bici per andare a scuola a Bergamo, dove ha ottenuto il diploma. Raccontava di anni duri, segnati da fame, guerra e molti sacrifici, ma c’era anche una grande intraprendenza, una voglia di riscatto e di rimboccarsi le maniche. Lui ha certamente cavalcato quest’onda. Piano piano ha iniziato a lavorare la lana, e da lì è iniziata la sua attività imprenditoriale».

Negli anni floridi del Secondo Dopoguerra e del boom industriale ha portato avanti con fermento la sua attività, coadiuvato anche dalla moglie Rosa Bosio conosciuta da tutti come «Itala», e nel 1965 ha dato vita alla «Manifattura Ariete», con sede a Gandino.

«Ha dedicato tutta la sua esistenza alla sua ditta – sottolinea -. Lavorava anche 20 ore al giorno in giovinezza e sino a 12 ore quando era già ultra ottantenne. Nel 2017 l’avventura è giunta al capolinea e per lui è stato un duro colpo. Purtroppo abbiamo iniziato a subire la forte concorrenza dei Paesi esteri, il mercato era in calo e non siamo riusciti a resistere. Ha fatto di tutto per riuscire a tenere in piedi quello che lui stesso si era costruito. Ricordo ancora le sue parole “Non devi mollare, ci devi credere di più”, ma ahimè a volte bisogna arrendersi alla realtà. Io e una mia sorella eravamo infatti subentrati nella gestione dell’azienda. Eravamo l’unico lavaggio di lana rimasto sul territorio nazionale, avevamo quindi anche un’importante valenza storica. Durante gli anni d’oro lavoravamo tra gli 8.000 e i 10.000 chili di lana al giorno».

Figura molto conosciuta e stimata anche tra i pastori della zona, che si rivolgevano a lui per la lana ricavata dal loro bestiame, spirito tenace e combattivo, non perdeva un giorno di lavoro per nessuna ragione. Nel poco tempo libero che gli rimaneva si dedicava alla famiglia ei nove nipoti. «Guai saltare un giorno di lavoro – ricorda il figlio -. Amava molto sciare, cosa che ha praticato sino all’anno scorso, ma se lo concedeva solo la domenica. Era molto riservato, buono e mosso da una grande positività. Mostrava sempre grande comprensione. Negli ultimi anni si è dedicato molto ai nipoti. Per alcuni anni è stato anche presidente della scuola materna. Nel 2019 è venuta a mancare mia madre, e per lui è stato un altro duro colpo. Anche lei ha lavorato molto in azienda». Lo piangono i figli Marilù, Marzia, Susanna, Claudio e tutti i nipoti. I funerali saranno celebrati venerdì 30 ottobre alle 15, nella basilica di Santa Maria Assunta in Gandino. La salma è composta nella Casa del commiato di Gazzaniga, in via Salici 8, a Gazzaniga.

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