«Abbiamo lasciato la città pulita
perchè noi amiamo la terra»

La testimonianza di Ludovico Licini, uno studente che venerdì era in manifestazione. Su L’Eco di Bergamo quattro pagine con il racconto e le foto dell’onda verde che ieri ha «travolto» la città.

Sono al quinto anno di liceo e a Bergamo non ho mai visto così tanti studenti a una manifestazione. Nelle ultime settimane grazie a L’Eco e ai social network le informazioni riguardo Greta Thunberg e la giornata internazionale «Friday for future» hanno raggiunto una diffusione capillare, anche nelle nostre scuole. Bergamo come le altre città è scesa in piazza, rappresentata dai suoi studenti. Ieri la mia classe era dimezzata così come tutte le altre. I ragazzi bergamaschi sono scesi in piazza per protestare con entusiasmo durante tutta la mattinata.

Ci troviamo in piazzale Marconi. Il clima tra noi ragazzi è ottimo, sembra una festa. Tra i partecipanti incontro amici di scuole diverse con ideali comuni. Musica e cori fanno da sottofondo a discorsi propositivi di adolescenti e non, che esprimono coscientemente la volontà di cambiare in meglio l’ambiente. Leggo sul volto dei più giovani tanta emozione, per molti è la prima partecipazione a una manifestazione. C’è chi ascolta, chi discute e chi colora i cartelloni e striscioni. Abbiamo delle richieste per le istituzioni: a livello nazionale il dimezzamento di emissioni di gas serra entro il 2030 per annullarle nel 2050, a livello locale l’ incentivazione dei mezzi pubblici, più sensibilizzazione e il miglioramento dei sistemi di riscaldamento e isolamento nelle scuole. Si raccolgono le firme, alle 13 quasi 3.900, siamo veramente tanti. Il corteo colorato passa per le vie principali del centro città, per poi fermarsi davanti a Palazzo Frizzoni.

L’andamento è tranquillo e accompagnato da canzoni «storiche» dei Queen alternate agli ultimi successi che cantiamo e balliamo. Come gli altri mi siedo per ascoltare quello che gli organizzatori di «Friday for future Bergamo» hanno da dire. Viene letto il discorso di Greta Thunberg , che viene accolto da un’ovazione generale. I concetti sono chiari e condivisi da tutti: frasi come «non si è mai troppo piccoli per fare la differenza» e «non possiamo risolvere una crisi senza trattarla come tale», racchiudono il senso di una protesta organizzata e composta quasi totalmente da studenti che vogliono far sentire la loro voce per un futuro che vedono a rischio. Sono fiero di aver partecipato a una manifestazione che deve essere presa come esempio. È stato bello vedere che dopo il passaggio dei manifestanti, le vie e le piazze sono rimaste pulite, come se non fossero passati più di 4.000 ragazzi. Perché noi amiamo la Terra e il nostro territorio, la nostra città. Abbiamo anche criticato chi ha acceso i fumogeni, perché «la qualità dell’ aria è già bassa, meglio non peggiorarla ancora». Come in un appello scolastico, il senso di responsabilità degli studenti bergamaschi è stato chiamato e ha risposto «presente». Adesso il compito di far riflettere gli assenti. Ci salutiamo con le parole: «Una partecipazione non è abbastanza, ora serve impegno costante».

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