«L’immunità di gregge è lontanissima, attenti»
L’allarme dell’Ordine dei Medici

Guido Marinoni: «Il numero dei contagiati ufficiali è verosimilmente troppo basso. Il Covid può riesplodere in ogni momento».

«Siamo ancora molto lontani dall’ immunità di gregge. Attenzione alla ripartenza, perché l’ infezione può riesplodere in ogni momento». A mettere in guardia dal ritorno in massa nelle strade e nei luoghi di lavoro è il presidente dell’ Ordine dei Medici di Bergamo Guido Marinoni.

Lo scivolone più noto sull’ immunità di gregge è stato quello di Boris Johnson (che puntava a esporre i britannici direttamente al coronavirus per sviluppare la capacità di gruppo di resistere all’ attacco dell’ infezione). Il primo ministro del Regno Unito è tornato sui suoi passi dopo essere finito lui stesso in ospedale per il Covid.

Anche a Bergamo è bene evitare l’ errore, proprio ora che si intravede la luce (seppur fievole) in fondo al tunnel, di credere che la diffusione elevata del Covid abbia portato all’ impossibilità di contagiarsi. «Sono tantissime le persone che non sono ancora entrate in contatto col virus. In vista dell’ organizzazione del rientro, in assenza di tamponi, è bene considerare tutti come potenzialmente portatori del virus», è l’ invito alla prudenza di Marinoni.

I dati Il punto di partenza sono i dati circolati in questi giorni «che se fraintesi - fa presente Marinoni - possono appunto veicolare il messaggio sbagliato e pericoloso che ci si stia avvicinando all’ immunità di gregge». Sono stati infatti diffuse sabato le proiezioni elaborate sui numeri della web App «Oggicomestai.it», in base alla quale si sono stimati 104 mila bergamaschi potenzialmente contagiosi e 381 mila con sintomi negli ultimi tre mesi.

«Numeri molto più alti rispetto all’ indagine fatta dall’ Ordine dei medici, dalla quale risultavano quasi 64 mila contagiati», fa notare Marinoni.

Che non discute il valore dei dati ricavati dalla app («Servono comunque a integrare le informazioni»), ma distingue: «Fotografa una realtà diversa dalla nostra. Il sondaggio dell’ Ordine ha rilevato i malati veri e propri, perché ha chiesto ai medici di famiglia di indicare i loro pazienti a casa, senza tampone. La app invece si basa sull’ autodichiarazione degli utenti che segnalano genericamente dei disturbi».

Ecco quindi perché il divario tra le due rilevazioni. La conclusione però non cambia.

«Siamo comunque lontanissimi dall’ immunità di gregge - tira le fila il presidente - perché per arrivarci servirebbe che almeno l’ 80% dei bergamaschi fosse entrato in contatto col virus». Restando quindi sul terreno dei numeri «nudi e crudi», «bisognerebbe raggiungere gli 800 mila contagiati e aggiungere altri 3 mila morti ai circa 5 mila decessi già registrati».

E se si è lontani dall’ immunità di gregge «l’ infezione può riesplodere in ogni momento».

La ripresa Un’ avvertenza da tener presente ancor più in vista del ritorno al lavoro. Con le parti (datori e lavoratori) alle prese con mille dubbi. Chi può rientrare? Chi lo stabilisce? «I test sierologici non danno alcuna “patente di immunità” - chiarisce ancora una volta Marinoni -. Il numero dei tamponi, l’ unico strumento affidabile, è ancora bassissimo. Ats parla di 500 al giorno, ma è un volume ancora basso rispetto al necessario. Ci vorrà un bell’ impegno». E anche sul ruolo dei medici di base precisa: «Se una persona non ha avuto sintomi, il medico di medicina generale non ha gli elementi per dire se è portatrice del virus; se il sospetto Covid c’ è stato (sulla base dei sintomi e della conoscenza clinica), non c’ è certezza del contagio, serve il tampone». Né il medico di base né il datore di lavoro, in assenza di tamponi, quindi, hanno gli strumenti per dire se un soggetto è idoneo o meno al ritorno in azienda piuttosto che in ufficio, «lo può dire solo l’ Ats attraverso i tamponi. Che vanno fatti anche a chi è rimasto ammalato a casa senza diagnosi virologica, e a chi è risultato positivo al test sierologico. Tutti gli altri sono da considerarsi potenzialmente portatori dell’ infezione, e quindi vanno messe in atto tutte le misure necessarie di protezione».

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