Litiga col cugino e lo colpisce col martello
Poi lo soccorre, ma lui muore: arrestata

Dramma in una villa: in carcere un’ingegnere di 61 anni, l’accusa è omicidio preterintenzionale. Mercoledì l’autopsia della vittima, ex professore di 73 anni. Ipovedente, dal 2015 era ospite dalla parente

Una discussione cominciata a tavola, domenica a cena, proseguita tra uno spintone e l’altro, fino in bagno. E culminata con una serie di martellate che Eliana Mascheretti ha inferto a suo cugino Giuliano Mascheretti.

Diversi colpi: alla schiena, agli arti superiori e uno – superficiale – alla nuca. Finché l’uomo, 73 anni, professore di Lettere delle superiori in pensione, ha iniziato a sentirsi male: il respiro sempre più affannoso, dolori ovunque, fino a perdere i sensi. A quel punto la cugina, 61 anni, ingegnere in una ditta di Grassobbio, ha cercato di aiutarlo: lo ha lavato, asciugato, gli ha tamponato ferite che non le sembravano così gravi. E gli ha somministrato un «Oki» per alleviargli i dolori.

Ma quando Giuliano ha perso i sensi, la donna ha chiamato il 118: «Mio cugino si è sentito male», ha detto all’operatore della centrale. L’automedica e l’ambulanza sono arrivate pochi minuti dopo – erano circa le 23 di domenica – alla villa di via Camozzi 12 a Pedrengo. Ma per l’ex professore non c’era ormai più nulla da fare e i tentativi di rianimarlo si sono rivelati vani. A quel punto, però, le ecchimosi hanno insospettito i soccorritori, che hanno avvisato i carabinieri. E la donna ha poi raccontato quello che è successo proprio ai militari del nucleo investigativo dell’Arma e del nucleo operativo della compagnia di Bergamo, oltre che al sostituto procuratore Emanuele Marchisio, che è giunto sul posto e l’ha sentita nell’immediatezza dei fatti. E che ora le contesta l’omicidio preterintenzionale: Eliana Mascheretti avrebbe sì colpito il cugino con le martellate, ma senza l’intenzione di ucciderlo, come è invece poi accaduto.

Il perché lo chiarirà l’autopsia, che lo stesso pm ha disposto per la mattinata di domani: sarà eseguita dal dottor Matteo Marchesi all’obitorio dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dove la salma di Mascheretti è stata portata a notte inoltrata, al termine dei rilievi dell’Arma nella grande villa di proprietà della sessantunenne. Eliana Mascheretti è stata invece portata in carcere a Bergamo e la casa è stata posta sotto sequestro: tra oggi e domani comparirà davanti al giudice per le indagini preliminari per l’interrogatorio di convalida dell’arresto.

Da cinque anni l’ingegnere, conosciuta e ben vista nel paese di seimila abitanti alle porte di Bergamo, ospitava il cugino (i rispettivi padri erano fratelli), che in precedenza abitava – da solo perché mai sposato proprio come Eliana – in via Alfredo Piatti a Bergamo. La convivenza – ha ricostruito chi indaga – è stata fin da subito un po’ litigiosa, benché tutto fosse sempre rimasto all’interno delle mura della grande abitazione e non vi fossero mai state denunce né segnalazioni di conseguenze violente delle liti tra i due parenti.

Giuliano Mascheretti aveva perso la vista da un occhio diversi anni fa a seguito di un’aggressione, mentre una successiva caduta gli aveva seriamente compromesso anche la vista dall’altro occhio: di fatto ipovedente, aveva difficoltà a muoversi con autonomia, benché fosse ancora autosufficiente.

Una situazione che, negli ultimi tempi, aveva spinto la cugina padrona di casa, forse un po’ esasperata, a ipotizzare per lui un trasferimento in una Rsa. Una soluzione che il settantatreenne ex docente non voleva nemmeno prendere in considerazione, chiedendo piuttosto alla cugina più giovane che continuasse a ospitarlo e, di fatto, ad accudirlo. Cosa che la donna – è emerso – aveva fatto negli ultimi anni, seppure mai con particolare entusiasmo. Non aveva mai voluto per lui una badante e piuttosto era lei a prendersi cura del cugino direttamente.

Dal momento in cui Eliana Mascheretti ha sferrato le martellate a quando il cugino ha perso i sensi è trascorsa – stando a quanto ricostruito dai militari dell’Arma – circa un’ora e mezza: durante la quale Eliana si è resa conto che il cugino stava male e ha cercato di aiutarlo, forse rendendosi a quel punto conto che i colpi che gli aveva inferto avevano causato danni più seri di quanto pensasse. Probabilmente un’emorragia interna, anche se la conferma si avrà appunto soltanto dall’esame autoptico. I due cugini di fatto non avevano altri parenti: nella casa di Pedrengo la donna aveva ospitato diverse famiglie straniere che le davano una mano a gestire il giardino e la stessa casa. Per ricompensarli, spesso portava in vacanza con lei i figli. Ma questo era avvenuto fino a qualche anno fa.

Di recente Eliana, che non si era mai sposata, in casa ospitava soltanto il cugino: l’abitazione era anche stata ristrutturata non molto tempo fa. Eliana Mascheretti è una donna ben vista in paese, di famiglia conosciuta e stimata, che improvvisamente ha perso la testa durante (pare) l’ennesimo litigio con il cugino: ha afferrato un martello e ha iniziato a colpire il parente più anziano, che poi è morto nel giro di un’ora e mezza.

Salvo pentirsi, in qualche maniera, quando ha visto le condizioni del familiare aggravarsi nel giro di pochi minuti e, complici probabilmente le condizioni di salute già fragili dell’anziano ex professore, lo ha di fatto visto perdere i sensi davanti a lei.

A quel punto ha messo a fuoco quanto stava succedendo e chiamato il 118, parlando genericamente di un malore. Che però – le contestano gli inquirenti – è stato una conseguenza diretta dei colpi inferti da lei stessa con il martello al corpo già fragile del cugino.

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