Lombardia, l’indice Rt non scende più
«Stallo che deve far riflettere»

Si contano 90 mila infetti attivi, compresi anche i paucisintomatici, rispetto ai 165 mila del 28 novembre in regione. L’allarme di Battiston: «È un imperativo scendere a livelli più contenuti».

Sono 2.093 i nuovi positivi in Lombardia sulla base di oltre 24 mila tamponi processati, con un rapporto tra test e contagi giornalieri pari all’8,6%. Si è tornati a 2 mila positivi giornalieri sul territorio regionale dopo tre giorni e con i 79 contagiati registrati giovedì 10 dicembre tra Bergamo e provincia per la terza volta (negli ultimi cinque giorni) non si è arrivati a quota 100 positivi giornalieri.

Numeri contenuti ai quali bisogna aggiungere i dati in costante riduzione dei pazienti ricoverati negli ospedali lombardi: altre 18 persone hanno lasciato in 24 ore i reparti di Terapia intensiva (sono 748 i posti letto occupati) e sono 114 in meno i pazienti nei reparti ordinari di medicina (totale 5.613). Dati confortanti anche per i guariti e dimessi dagli ospedali, aumentati di 4.581 unità in un giorno (sono in totale 324.961), mentre i numeri dei decessi si confermano alti con altre 172 vittime giornaliere riconducibili al Covid in Lombardia, di cui 3 nella Bergamasca.

Ma tra la crescita contenuta dei nuovi positivi e il calo progressivo dei ricoveri, bisogna segnalare anche un indicatore che negli ultimi giorni ha iniziato a oscillare in Lombardia e si è arrestato dopo una lunga e regolare discesa: l’indice Rt, che misura il tasso di contagiosità dopo l’applicazione delle misure di contenimento, dopo aver raggiunto il 25 novembre il valore minimo dall’inizio dell’autunno (0,7) si è attestato intorno allo 0,8 (Rt stabilmente sotto l’1 nella Bergamasca). L’indice Rt, in sostanza, ha smesso di scendere in Lombardia tra fine novembre e oggi, mentre in altre regioni cala verso valori più bassi.

Indice Rt in frenata

Da fine settembre l’indice Rt, che oscillava intorno all’1 (soglia di allarme) ha segnato una progressiva salita per poi calare verso fine ottobre e raggiungere il punto più basso il 25 novembre. Poi lo stallo e gli interrogativi sui motivi di questa frenata.

Il fisico Roberto Battiston, docente di Fisica Sperimentale all’Università di Trento, offre questa chiave di interpretazione: «L’indice Rt – rileva – ha smesso di scendere in Lombardia da una decina di giorni. Si tratta di un dato che deve far riflettere. Abbiamo assistito prima a una salita fino al valore 2 del 23 ottobre, poi a una lunga e regolare discesa, determinata probabilmente dagli effetti delle misure di contenimento varate con il Dpcm di metà ottobre. Negli ultimi giorni invece tuttavia questa discesa ha iniziato a oscillare. Ora l’Rt non scende più e non è facile spiegare le cause di questa stasi. Sono varie le ipotesi, da una possibile irregolarità nella trasmissione dei dati che incidono sul calcolo dell’Rt fino a comportamenti sociali non rispettosi delle regole del distanziamento».

Quarantene e infetti

Battiston poi sottolinea: «Ci sono migliaia di persone in quarantena in casa, conteggiate come infette ai fini della statistica. Quando questi soggetti vengono dichiarati guariti può succedere che i dati non vengano rilasciati con continuità ma solo raggruppati, incidendo così sui calcoli dell’Rt. Non è certamente questa però la causa principale. I motivi spaziano dai dati mal comunicati fino ai casi specifici di chi viola le regole. Ma su un aspetto è bene fare chiarezza: oggi in Lombardia si contano 90 mila infetti attivi, compresi anche i paucisintomatici, rispetto ai 165 mila del 28 novembre. È un imperativo scendere a livelli più contenuti, una sorta di ponte verso il vaccino disponibile nel nuovo anno e affrontare il periodo scolastico in condizioni più sicure». Sulla seconda ondata del Covid, Battiston chiama in causa diversi fattori, sul presupposto che il numero di infetti rappresenta l’effetto di dinamiche sociali risalenti a una decina di giorni precedenti.

Scuole e trasporti

«L’estate – conclude – ha prodotto in varie regioni picchi di Rt, pagati a caro prezzo. Ma per la ripartenza di ottobre del tasso di contagiosità ci sono vari fenomeni da valutare, tra cui la riapertura delle scuole, il traffico e l’utilizzo dei mezzi di trasporto. Più scende l’Rt e più risulta spedita la discesa della curva di infezione, con la possibilità di prepararsi meglio al prossimo anno con la ripresa complessiva delle scuole. In Lombardia sono stati fatti tanti sacrifici e il meccanismo epidemico si sta riducendo, anche se appaiono lontani i livelli raggiunti dopo lo scorso lockdown o a fine settembre».

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