Londra, un milione di persone e 500 leader da tutto il mondo per l’addio alla regina Elisabetta - Il video, le foto

19 settembre. È stato il giorno dei solenni funerali di Stato per la regina Elisabetta, scomparsa l’8 settembre all’età di 96 anni. Più di 4 miliardi di persone hano seguito la diretta tv del funerale, una folla incredibile lungo le strade dove è passato il corteo funebre e nei parchi dove sono stati installati i maxi schermi.

Lunedì 19 settembre è stato il giorno dei solenni funerali di Stato per la regina Elisabetta, scomparsa l’8 settembre all’età di 96 anni, e il Regno Unito si è fermato per l’ultimo addio alla sovrana più longeva della storia britannica: lunedì 19 settembre sono stati chiusi musei e numerosi uffici, oltre alle scuole e a molte attività commerciali; cancellati gli appuntamenti in ospedale e i funerali.

Londra è rimasta tutto il giorno blindata, come forse mai prima, con Scotland Yard impegnata nella sua più grande operazione di sicurezza per controllare la folla: oltre un milione di persone si sono riversate nella capitale, le forze dell’ordine hanno dovuto garantire la sicurezza dei circa 500 fra leader e dignitari vari invitati da quasi tutto il mondo. Chiusa al pubblico la camera ardente alla Westminster Hall, i funerali sono stati celebrati alle 11 locali (le 12 in Italia) con le cerimonie che sono proseguite per tutta la giornata fino alla tumulazione.

Ci sono stati anche i principini George e Charlotte, di 9 e 7 anni, secondo e terza nella linea di successione al trono britannico, fra i componenti della famiglia reale che hanno partecipato alle esequie, all’abbazia di Westminster. Non c’era invece il fratellino Louis, di soli 4 anni.

George e Charlotte

Se i nuovi principi di Galles, William e Kate, rappresentano il futuro della corona britannica con William adesso primo in linea di successione al trono, i loro figli - George e Charlotte, di 9 e 7 anni - alla famiglia reale garantiscono proprio questo: l’immagine della continuità, con tutte le generazioni insieme nel saluto solenne. George in abito blu, da ometto, con la cravatta, seduto accanto al papà William. Charlotte con Kate. La principessina è stata immortalata mentre entrava nell’abbazia di Westminster con la grazia e con la compostezza che la circostanza richiede.

Anche lei è apparsa impeccabile nella sua mise scura: un cappellino a falde larghe, scuro con un fiocco dello stesso colore. I capelli biondi sciolti sulle spalle, un cappotto scuro al ginocchio abbottonato fino al colletto di velluto. E poi quella spilla: anche lei ha voluto omaggiare l’adorata «Gan Gan» - il nomignolo che i piccoli di Palazzo avevano dato alla bisnonna - proprio come fanno le principesse già grandi, e ha per questo indossato il gioiellino a forma di ferro di cavallo e incastonato di diamantini per ricordare l’amore per questi animali che la bisnonna nutriva e che la nipotina condivide. Il primo gioiello indossato in pubblico, regalatole proprio da Elisabetta.

Una cerimonia, quella di lunedì, che ha fermato tutta l’Inghilterra, conclusa da due minuti di silenzio e dall’inno «Good save the king». Elisabetta II «ha dedicato la sua vita a servire la nazione e il Commonwealth» ha detto l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, primate della Chiesa d’Inghilterra, nel suo sermone. Forte la commozione del figlio re Carlo III e della famiglia reale.

Dopo i funerali, la processione dietro il catafalco è stata guidata ancora una volta da re Carlo III; primogenito e successore della sovrana defunta, con la regina consorte Camilla; li hanno seguiti nell’ordine dai fratelli Anna, Edoardo e Andrea; quindi Willam e Kate con al fianco George e Charlotte; poi il secondogenito di Carlo, Harry e la consorte Meghan, duca e duchessa di Sussex.

Verso il castello di Windsor

Alle 15 l’auto funebre con a bordo i resti di Elisabetta II è partita da Wellington Arch - monumento in onore del Duca di Ferro che sconfisse Napoleone - in direzione del castello di Windsor al suono delle note dell’inno nazionale britannico, God Save the King. Alla partenza è esploso un applauso della folla, che in larga parte ha seguito in silenzio il passaggio dell’ultimo corteo del feretro per Londra, durato circa 45 minuti. Proprio a Wellington Arch il feretro della sovrana defunta è stato trasferito su un carro funebre per il viaggio definitivo: quello che porta le sue spoglie mortali fuori Londra, fino alla sepoltura nella cappella di St George, presso il castello di Windsor, con il marito e la sua famiglia.

La processione si è arrestata al suono dei fischietti dei reparti di scorta della Royal Navy, seguita a piedi ancora una volta dai 4 figli della matriarca (re Carlo e i principi Anna, Andrea ed Edoardo) e dai due figli di Carlo, l’erede al trono William e il secondogenito Harry. Mentre più indietro si sono fermate le vetture reali con a bordo le consorti: nella prima della quali erano sedute la regina Camilla, la principessa di Galles, Kate, e la secondogenita di William e Kate, Charlotte. Il percorso è poi proseguito per tutti i membri della Royal Family in auto.

A Windsor

Momento toccante e simbolicamente significativo prima della sepoltura di Elisabetta II si è svolto a Windsor. Le insegne reali - la corona, lo scettro e il globo d’oro - sono state tolte dalla sua bara e consegnante nella cappella di St George al celebrante che le ha deposte sull’altare: quasi a testimoniare che Elisabetta scende nella tomba senza orpelli, non più regina di fronte a quel Dio in cui ha creduto. Una fede che il reverendo David Conner ha ricordato ancora una volta durante il rito come «semplice e solida», additandola a fondamento dell’esempio di «coraggio e di speranza», oltre che di servizio «al Paese, al Commonwealth e al mondo più vasto della nostra sorella Elisabetta».

La cerimonia si è poi avviata a conclusione quando re Carlo, primogenito e successore al trono, si è avvicinato da solo - con tutti gli astanti in piedi - a deporre sulla bara il vessillo che tradizionalmente serve a identificare il comandante in capo in battaglia; mentre a seguire il Lord Ciambellano della casa reale ha spezzato la bacchetta di comando, a suggellare la fine del potere terreno di un sovrano defunto. Sia il vessillo, sia il bastone spezzato sono poi sepolti assieme a Elisabetta

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