Lotta al Covid, Galli: «Opportuno vaccinare i bambini sotto i 5 anni»

Per Massimo Galli la campagna pediatrica può fare la differenza: «La diffusione del virus in ambito infantile è importante. Bisogna ridurre la sua circolazione». «Attenzione alle nuove varianti: ne arriveranno altre».

«Il rallentamento dei ricoveri è un fenomeno di sicuro interesse. Vediamo cosa accadrà nei prossimi giorni, tuttavia il plateau della curva degli ospedalizzati dovrebbe essere stato raggiunto, in un mondo prevalentemente di vaccinati nelle fasce di età più esposte, vale a dire gli anziani. La flessione c’è, ma non è ancora finita. E questo virus ci ha insegnato che le sorprese sono dietro l’angolo». L’infettivologo Massimo Galli, già direttore del reparto di Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano, predica sempre cautela e prudenza. La ritirata della pressione ospedaliera in Lombardia è tangibile: negli ultimi tre giorni 323 pazienti in meno nei reparti ordinari Covid. «Si era a lungo parlato di una flessione di fine mese e le previsioni sembrano in linea».«Il quadro epidemiologico ci ha insegnato che abbiamo avuto tre varianti diventate dominanti rispetto alla precedente e comparse nell’arco di un solo anno. L’Alfa si è diffusa e imposta rapidamente rispetto al ceppo originario di Wuhan, poi Delta ha soppiantato velocemente l’Alfa tra la primavera e l’estate dello scorso anno, in seguito si è imposta l’Omicron. Nessuno potrà dire come saranno le nuove varianti, non si ha la sfera di cristallo. Ma più che una minaccia, è quasi una promessa: è altamente probabile che ci troveremo dinanzi ad altre mutazioni».

Tutto merito delle vaccinazioni?

«Il trend dei ricoveri è in discesa, anche se ci sono troppi fattori che intervengono sull’andamento di un’epidemia. Abbiamo visto tutti quanto sia diffusa la variante Omicron che ha preso il sopravvento e quanto sia necessario continuare a usare tutte le cautele del caso. Nel valutare la situazione, pensare di essersi lasciati tutto alle spalle sarebbe prematuro e anche un grosso errore. La variante Omicron dovrebbe essere meno patogena grazie al combinato disposto delle vaccinazioni e della quota significativa di fragili e anziani immunizzati. Così si spiega il progressivo calo di ricoveri e casi gravi».

I decessi restano alti: nell’ultima settimana in Lombardia se ne sono contati 616, con una media di 88 al giorno. Quando caleranno?

«Purtroppo dovremo constatare ancora tanti decessi nei prossimi giorni. L’ondata dei decessi ha sempre tempi più lunghi prima di esaurirsi rispetto agli altri indicatori, e una quota significativa dei decessi è dovuta alla variante Delta. Ora bisognerà misurare quanto davvero la sopraggiunta Omicron impatti di meno sulla malattia grave per capire quanto rapidamente avremo anche una riduzione dei decessi. La progressione è sempre la stessa: meno infezioni gravi, meno infezioni in Rianimazione e meno morti».

Anche la curva dei contagi è in frenata. Il dato di ieri certifica il 14% in meno di casi positivi in Lombardia in sette giorni.

«Il dato dei contagi va ponderato. Parliamo spesso di cifre influenzate dal rallentamento delle diagnosi per il numero di tamponi processati, soprattutto nel fine settimana. Registriamo anche questo dato con cauto ottimismo, ma c’è un fattore che può contribuire in modo efficace alla riduzione dei contagi».

Quale?

«Le vaccinazioni pediatriche possono fare la differenza. Ridurre la diffusione del virus in ambito infantile è molto importante, tenendo conto che al momento non sono vaccinabili i bambini con meno di 5 anni. A mio giudizio sarebbe opportuno estendere a questa ulteriore fascia il target delle vaccinazioni, soppesando il rapporto tra rischi e benefici non solo per la società ma anche per i singoli bambini. Io sono del parere che questa infezione è meglio non prenderla, l’ho contratta nonostante fossi tri-vaccinato e non sono felicissimo di averla presa».

L’Omicron si è diffusa rapidamente soppiantando quasi del tutto le altre varianti. Potrebbero arrivarne altre?

«Il quadro epidemiologico ci ha insegnato che abbiamo avuto tre varianti diventate dominanti rispetto alla precedente e comparse nell’arco di un solo anno. L’Alfa si è diffusa e imposta rapidamente rispetto al ceppo originario di Wuhan, poi Delta ha soppiantato velocemente l’Alfa tra la primavera e l’estate dello scorso anno, in seguito si è imposta l’Omicron. Nessuno potrà dire come saranno le nuove varianti, non si ha la sfera di cristallo. Ma più che una minaccia, è quasi una promessa: è altamente probabile che ci troveremo dinanzi ad altre mutazioni».

© RIPRODUZIONE RISERVATA