Lovere, terzo rogo in una settimana
I carabinieri cercano un piromane

Nel mirino tre edifici abbandonati, sempre al mattino. In un caso accertato il dolo. Escluse minacce o estorsioni, l’ipotesi prevalente per gli inquirenti è quella dell’atto vandalico.

Se due indizi sono una coincidenza, tre indizi fanno una prova. Nell’alto Sebino è ufficialmente iniziata la caccia al piromane che in una settimana ha dato fuoco a tre edifici abbandonati e inutilizzati.

Anche ieri mattina infatti i vigili del fuoco volontari di Lovere sono dovuti intervenire per spegnere un incendio che ha seriamente danneggiato un’abitazione vuota e disabitata, da anni posta all’interno dell’area delle ex cave di gesso di Lovere, in località Reme, la stessa dove otto giorni fa (giovedì della scorsa settimana) si era verificato il primo incendio ai danni di una baracca utilizzata fino a un paio di anni fa come pollaio e deposito di attrezzi agricoli.

Mercoledì invece a Costa Volpino a prendere fuoco era stata una casa inutilizzata posta lungo la strada che da Corti conduce a Branico.

Le fiamme ieri hanno danneggiato circa 60 metri quadrati di tetto ricoperto di tegole e della struttura in legno che le sorreggeva: per domare l’incendio, i pompieri hanno lavorato da mezzogiorno alle 15. Diverse le somiglianze fra i tre episodi. Anzitutto, l’obiettivo scelto dal presunto piromane: si tratta di edifici diroccati e fatiscenti, abbandonati a se stessi. Questa condizione esclude che la causa debba essere ricercata in qualche corto circuito o qualche scoppio: i tre immobili non erano allacciati né alla rete di distribuzione dell’energia elettrica né a quella del gas metano.

La seconda somiglianza si individua nell’orario in cui gli incendi si verificano: l’allarme è sempre scattato a metà mattina. Non c’è invece nessuna evidenza sugli inneschi utilizzati dal presunto piromane, anche se per far bruciare vecchi mobili, suppellettili impolverate, o travi e pali consumati dal tempo sono sufficienti anche pochi cubetti di «diavolina».

I vigili del fuoco volontari di Lovere hanno inquadrato come probabile origine dolosa quella che ha innescato l’incendio di Costa Volpino, perché le fiamme si sono sprigionate in due punti distinti dell’abitazione, mentre hanno affidato agli inquirenti il compito di accertare le cause dei due incendi di Lovere.

Qui, entrambi gli immobili nelle Reme andati a fuoco appartengono all’impresa edile Schiavi di Bossico, proprietaria di tutta l’area delle ex cave di gesso, ma gli inquirenti, per ora, escludono che si possa trattare di episodi riferibili a minacce o tentativi di estorsioni.

Le indagini sono condotte dai carabinieri della compagnia di Clusone e l’ipotesi su cui i militari stanno lavorando è quella di un piromane che stia compiendo atti vandalici senza validi motivi, forse solo in cerca di autoappagamento o notorietà. Gli inquirenti avrebbero già messo sotto controllo una serie di persone, già note alle forze dell’ordine per precedenti analoghi, e il cerchio potrebbe stringersi nelle prossime ore.

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