Meningococco, vaccinazioni a tappeto
Medici e ambulatori: ecco dove andare

Aprono a Gandosso, Credaro e Predore. Giuppini (Ats): andateci. Anche i medici di base a disposizione dei 31 mila abitanti del Basso Sebino.

Una cintura di protezione, uno scudo per arginare, meglio debellare il contagio. La morte di Marzia Colosio, venerdì 3 gennaio, ha subito attivato Ats Bergamo e Regione Lombardia per intensificare l’azione contro la diffusione del meningococco C nel Basso Sebino, area dove sono stati isolati i quattro casi, due dei quali mortali, di infezione da meningococco C.Si continua così a lavorare su due fronti, per prendere di petto la situazione: profilassi e vaccinazione, allargando intanto il raggio d’azione sia in termini di capillarità, con l’apertura di nuovi ambulatori, sia d’età, estendendole fino ai 60 anni (finora il limite era 50). Cliccando qui trovate anche le domande più frequenti sulla meningite.

Quanto al primo fronte, la profilassi antibiotica precauzionale «per tutti i familiari e le persone che sono state a contatto con la donna deceduta venerdì, ricostruendone ogni spostamento degli ultimi giorni», ha spiegato l’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, ha interessato 130 persone. Il secondo fronte di questa «azione strategica articolata», come la chiama Gallera, è il piano di vaccinazioni a tappeto. Finora agli ambulatori di Sarnico e Villongo si sono presentati in mille, ma la vaccinazione, dicono all’unisono Gallera e il direttore generale di Ats Bergamo, Massimo Giupponi, è fortemente consigliata agli abitanti di tutta l’area dove sono stati isolati i quattro casi, vale a dire i 31 mila del Basso Sebino, ma anche la parte bresciana verso Paratico e Capriolo.

Alla voce vaccino va detto che potranno vaccinarsi gratuitamente contro i ceppi A, C, Y e W (è un’unica iniezione nel braccio) i residenti dai 18 ai 60 anni. Dove? Al centro vaccinale dell’Asst Bergamo Est di Sarnico, in via Libertà 37, che anche in questi giorni di festa fa gli straordinari: rimarrà aperto oggi dalle 9 alle 15, domani dalle 9 alle 16 e lunedì dalle 9 alle 16. Sarà inoltre prolungata l’apertura dell’ambulatorio nel municipio di Villongo, dove da martedì 7 a venerdì 10 gennaio sarà ancora possibile sottoporsi alla vaccinazione dalle 13,30 alle 16,30.

È inoltre in fase di definizione l’istituzione di nuovi ambulatori a Gandosso, Credaro e Predore, ciò per «creare nei comuni limitrofi una fascia di protezione rispetto ai comuni in cui si sono verificati i casi», spiega Giupponi, dg di Ats. A Gandosso il sindaco Alberto Maffi ha messo a disposizione l’ambulatorio medico comunale di via Avis negli orari in cui non sono presenti i medici di base e il pediatra, mentre la sindaca di Credaro Adriana Bellini alcuni locali all’interno del centro civico.

Anche all’Angelo Custode

A Predore è stato invece individuato l’Istituto di riabilitazione Angelo Custode dell’omonima Fondazione: «Siamo più che disponibili in un momento d’emergenza come questo – spiega il direttore sanitario dell’Idr, Antonio Valenti –: Ats verrà in sopralluogo martedì e da mercoledì si potrà attivare il tutto».

A questi tre ambulatori straordinari si devono sommare quelli dei medici di base nei 12 paesi del Basso Sebino che aderiscono alla chiamata di Ats. «La terza opzione – aggiunge Alberto Maffi in veste di presidente dell’Ambito – è quella di spazi comunali, come a Tavernola, dove i medici di base saranno a disposizione per vaccinare, ciò anche per non congestionare i loro ambulatori, già oberati di lavoro in questi giorni di influenza. Ciò che si è cercato di fare nel nostro territorio – aggiunge Maffi – che ha una popolazione di 31 mila abitanti, da Credaro a Parzanica, è di spalmare gli ambulatori sul territorio». Così Credaro e Gandosso copriranno la parte di territorio verso la Val Calepio, Villongo e Sarnico la parte centrale del territorio e Predore l’alto lago».

Insomma, «il consiglio è di accedere alle vaccinazioni a prescindere dalla percentuale di rischio, cioè dalle modalità di trasmissione – spiega Massimo Giupponi –. Il batterio si trasmette attraverso le vie aeree soltanto dopo un contatto prolungato con una persona “infetta”. Non c’è pericolo di contagio ambientale: in ambiente esterno il batterio non sopravvive – ricorda –. Ci sono dei portatori sani di meningococco: il batterio alberga tradizionalmente nelle prime vie respiratorie e in particolari condizioni può superare le difese dell’organismo».

A questo proposito, ieri pomeriggio era stata diffusa la notizia – poi smentita dalla Regione – che, dopo la morte di Marzia Colosio, fosse stata disposta un’indagine a campione tra la popolazione di giovani fino a 25, con tamponi salivari. Ciò attraverso 200 prelievi da effettuare su una popolazione di settemila persone, allo scopo non certo di individuare l’eventuale portatore sano, ma nell’ambito delle consuete analisi epidemiologiche che vengono promosse in simili occasioni. Ma Gallera ha smentito: «Regione non ha avviato ricerche di portatori sani di meningococco nel territorio interessato dai casi. Tale indagine non ha efficacia per contenere l’infezione; unico intervento utile per prevenire i casi è la vaccinazione».

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