Monopattini: regole e velocità
In primavera c’è il bando in arrivo

Ora si parte per davvero. In tema di mobilità sostenibile, l’insostenibile ping-pong normativo sui monopattini elettrici pare essersi risolto.

La schiarita - dopo due precedenti interventi che non avevano districato alcune fondamentali questioni - è stata condensata nel decreto Milleproroghe, diventato legge dal 1° marzo, con diversi paletti chiari: divieto di guida sotto i 14 anni; protezione obbligatoria (casco) tra i 14 e i 18 anni; potranno circolare sulle strade urbane che hanno limite di velocità di 50 km/h e potranno sfrecciare al massimo a 25 km/h (ma in aree pedonali, come il Sentierone, si scende fino a 6 km/h).

E poi c’è il punto dedicato allo sharing e ai poteri dei Comuni, su cui si concentrano le attenzioni di Palazzo Frizzoni: così, in primavera, dovrebbe partire il bando per scegliere gli operatori che piazzeranno in diversi punti della città i monopattini elettrici da condividere, cioè da noleggiare in modalità «free-floating» (prendi il monopattino in un punto A, lo usi per arrivare in un punto B e lo lasci lì, pagando solo per la durata del noleggio: il tutto, naturalmente, con un’app che geolocalizza le due ruote disponibili). «Le precisazioni inserite nel Milleproroghe sono molto gradite, perché c’erano diversi dubbi sul tema, in particolare per lo sharing - premette Stefano Zenoni, assessore alla Mobilità -. Ora i Comuni possono determinare il numero massimo di operatori (cioè di soggetti economici che offriranno il servizio di sharing, ndr) e di monopattini per i servizi di noleggio. Anche a Bergamo siamo interessati a proporre un bando, in grado di individuare cosa è più adatto alla città: ci siamo messi in testa di lanciarlo in primavera, lavorandoci nei prossimi mesi perché non ci siano intoppi». Tra le altre novità del decreto, un passo in avanti importante riguarda l’assicurazione (chi noleggia un monopattino elettrico in sharing e ha un incidente deve essere coperto tramite la società che eroga il servizio).

Una sfida, più di abitudini che normativa, è quella della sosta e dell’«ordine» del servizio, sulla scorta di esperienze analoghe come Mobike. «Creeremo delle aree dedicate, dei “quadratoni bianchi” in punti strategici della città, in cui si cui si consiglierà di lasciare il monopattino una volta terminato il noleggio - prosegue Zenoni -. È immaginabile che all’inizio ci possa essere del disordine: è stato così anche con Mobike, ma poi la situazione è rientrata, anzi secondo la stessa società Bergamo è una tra le città dove si registrano meno danneggiamenti sulle bici». Il progetto coinvolgerà la polizia locale, in termini di possibili controlli e anche sanzioni per chi guida senza rispettare quanto dettato sia dal Codice della strada sia dalla specifica «legislazione» su questi mezzi.

Negli ultimi mesi, pur nell’incertezza normativa che ha frenato un po’ tutti (i cittadini intenzionati a comprarsi un monopattino elettrico, così come gli enti locali e le società), diversi operatori avevano iniziato a sondare il terreno su Bergamo, mostrando un certo interesse. Peraltro, il Milleproroghe dà un chiarimento importante che pare ben visto dagli stessi operatori: se da un lato il tetto massimo di società di sharing imposto dai Comuni limita parzialmente la concorrenza, dall’altro lato gli stessi operatori potrebbero essere avvantaggiati per tracciare strategie d’impresa più performanti (società che si concentrano su determinate ampiezze di città o solo in specifiche parti del Paese, senza pestarsi i piedi); alla base della scelta del legislatore c’è anche la volontà di evitare che questo mercato si riveli una bolla. Ma quali sarebbero i numeri del «monopattino sharing» in salsa orobica? Le dimensioni e la morfologia di Bergamo fanno pensare a un paio di operatori per qualche centinaio di «due ruote».

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