Nidi, con il virus domande giù del 38%
«Troppa incertezza per le famiglie»

Per le strutture del Comune di Bergamo sono state presentate 278 richieste contro le 447 dello scorso anno. Poli: «Siamo tornati ai livelli del 2016».

Calano del 38% le domande per iscrivere i bambini agli asili nido comunali, passate dalle 447 dell’anno scorso a 278. Nelle famiglie regna un clima di incertezza e il pensiero di dover sostenere la retta senza sapere se a settembre il lavoro ancora ci sarà fa paura. Sempre che a settembre gli asili nido riaprano. Questa è la seconda preoccupazione che rannuvola i pensieri delle famiglie. Il Governo non si è ancora pronunciato sulla riapertura delle strutture per i più piccoli, ma l’assessore all’Istruzione del Comune di Bergamo Loredana Poli è pronta a riorganizzare i servizi. Non solo sarà da rivedere il rapporto numerico bambino-educatore, con un matematico aumento dei costi del servizio, ma anche il lavoro pedagogico e, non da ultimo, gli spazi. Che dovranno essere ridisegnati per garantire il distanziamento sociale d’obbligo ai tempi del coronavirus, «rinunciando ad esempio alle aree comuni per ricavare nuove aule» ipotizza l’assessore.

Intanto il 30 aprile si sono chiusi i termini per le iscrizioni (con i vecchi parametri, in tutto i posti sono 630), mentre resta tutto il mese di maggio per i «piccolissimi», alla prima iscrizione. Il calo è evidente: al 27 aprile agli uffici sono arrivate 278 domande, numero che secondo le stime del Comune, raggiungerà quota 300. Lo scorso anno, si diceva, erano state 447. Ma negli anni la richiesta è cresciuta: nel 2016/2017 le domande furono 354, salite a 430 per l’anno scolastico 2017/18, a 462 per l’anno 2018/2019. Spiega l’evoluzione dei l’assessore: «Possiamo dire che oggi torniamo ai livelli del 2016, la richiesta è infatti aumentata negli ultimi tre anni, da quando Regione Lombardia ha introdotto la misura “nidi gratis”. Il calo si può spiegare con i timori dei genitori: c’è il rischio che uno dei due resti a casa dal lavoro, qualcuno invece tende ad aspettare prima di rientrare in attesa di vedere come evolve la situazione. Nonostante tutto, ci terrei a ripartire con tutta la capienza possibile delle strutture».

Ma per poterlo fare il Comune di Bergamo deve avere regole chiare: «Mi aspetto che il Governo fissi dei parametri che potrebbero essere gli stessi su cui sta lavorando in questo momento per avviare i centri estivi a giugno – afferma Poli -. Le indicazioni sulla composizione dei gruppi potrebbero essere utili per una riapertura degli asili nido a settembre, credo che la sperimentazione dei centri estivi possa costituire un test importante».

Se le nuove disposizioni di legge consentiranno al Comune di riaprire le porte dei nidi, la Giunta dovrà ragionare anche sui costi. Con una presumibile riduzione del numero di bambini per ogni educatore, le rette sono destinate ad aumentare. A meno che l’amministrazione comunale ci metta del suo: «Siamo pronti a rimisurare il servizio, stiamo ragionando sugli spazi per capire se ne possiamo ricavare di ulteriori o se invece dobbiamo diminuire il numero degli iscritti - premette l’assessore -. Con gruppi più piccoli serviranno più educatori e quindi i servizi per l’infanzia costeranno di più. Farò una valutazione con la Giunta, non vorrei però che l’aumento ricada sulle famiglie, dato che uno dei punti di forza del Comune di Bergamo sono le rette personalizzate sulla base dell’Isee. Non credo inoltre abbia senso alzare le tariffe per il periodo legato all’emergenza, anche perché la speranza è che presto si torni alla normalità. Per compensare i maggiori costi si possono comprimere alcune voci dei servizi accessori». Pur di offrire un minimo servizio ai genitori in evidenti difficoltà logistiche, l’assessore valuta «soluzioni estreme, pur costose. Penso a interventi uno a uno: se il nido ha 8 stanze, ci saranno 8 educatrici e 8 bambini. Non è la situazione ottimale, ma è meglio di zero».

Nell’attesa che arrivino direttive a livello nazionale, gli uffici vanno avanti con il lavoro e per giugno ci saranno le prime liste: «Non potremo, come facciamo solitamente, redigere le graduatorie finché non ci sarà un parametro numerico – conclude Loredana Poli -. Pubblicheremo solo una lista dei bambini per i quali è stata richiesta l’iscrizione, solo successivamente saremo in grado di dire chi è stato preso. In ogni caso, gli uffici comunicheranno via e-mail l’esito della richiesta».

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