Omicidio di Gorlago, in aula a Brescia
Il 12 dicembre inizia il processo

Chiara Alessandri, 43 anni, è accusata di omicidio premeditato e distruzione di cadavere, trovato carbonizzato il 18 gennaio a Erbusco.

Chiara Alessandri avrebbe ucciso Stefania Crotti con quattro colpi di martello in testa, poi avrebbe caricato il corpo nel baule della Mercedes nel garage di casa, a Gorlago, trasportandolo in Franciacorta e scaricandolo in un campo di Erbusco. Ancora in vita, per quanto non più cosciente, secondo gli inquirenti che hanno trovato il corpo carbonizzato il 18 gennaio; già morta, Stefania, dopo essere caduta in garage a seguito di una collutazione e aver sbattuto violentemente la testa su uno stipite nel tardo pomeriggio del giorno prima, il 17 gennaio, secondo la versione difensiva di Chiara Alessandri. Che poi, ha sostenuto fin dai primi interrogatori, in preda al panico avrebbe abbandonato il corpo di Stefania nel campo. Senza immaginare che sarebbe stato ritrovato carbonizzato il giorno dopo.

Per la morte di Stefania, l’Alessandri è accusata di omicidio aggravato dalla premeditazione e di distruzione di cadavere. Di entrambi i capi d’imputazione la donna risponderà nell’udienza preliminare del 12 dicembre davanti al gup di Brescia, il primo atto del procedimento di primo grado che potrebbe concludersi davanti al gup se l’avvocato Gianfranco Ceci dovesse chiedere, come è probabile, e ottenere per lei il rito abbreviato.

Secondo gli inquirenti, il quadro probatorio, dalla dinamica del delitto al movente, sarebbe cristallizzato. Non volendo rassegnarsi alla fine della relazione con Stefano Del Bello, il marito di Stefania, dopo la decisione di lui di troncare la storia e ricucire il rapporto con la moglie, Alessandri avrebbe deciso di eliminare la rivale Stefania architettando un piano con «freddezza e lucidità», come scriveva il gip di Brescia nell’ordinanza di convalida del fermo. Con lo stratagemma del falso biglietto per una festa a sorpresa organizzata dal marito e l’aiuto di un suo ex amante, ignaro delle sue reali intenzioni, Chiara avrebbe convinto Stefania a farsi accompagnare fino al garage di casa sua e lì, dopo la reazione di sorpresa e rabbia della donna, l’avrebbe colpita con un martello, caricata in auto in fin di vita, trasportata fino in Franciacorta e scaricata in un campo vicino a Erbusco. Dando infine alle fiamme il corpo con l’intenzione di cancellare ogni traccia del delitto.

Chiara Alessandri è in carcere a Brescia dal 19 gennaio, giorno del fermo. Finora ha negato la premeditazione e la distruzione del cadavere. Nella versione fornita agli inquirenti, la donna ha sostenuto di aver avvicinato Stefania con lo stratagemma della festa per parlarle a tu per tu nella speranza di mettere fine ai loro contrasti. Ma la reazione rabbiosa di Stefania, che avrebbe cercato di colpirla per prima, avrebbe fatto precipitare la situazione fino alla tragedia. Contestando la distruzione del cadavere e sostenendo che Stefania sia morta nel garage di Gorlago, la difesa di Alessandri aveva eccepito l’incompetenza territoriale di Brescia a favore di Bergamo. Ma prima il Riesame, a febbraio, poi la Cassazione a maggio avevano rigettato le istanze, compresa quella di scarcerazione avanzata per permettere alla donna di accudire i figli minorenni.

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