Opere di bene per la comunità
L’Otto per mille alla Chiesa cattolica

«C’è un Paese che accoglie, sostiene, abbraccia e soprattutto consola. È l’Italia dell’Otto per mille alla Chiesa cattolica», una Chiesa che si prende cura dei più deboli. I tanti progetti caritativi sono quelli che fanno scegliere anche a chi non è cattolico di destinare il suo Otto per mille alla Chiesa.

«È infatti un riconoscimento di quanto la Chiesa da sempre fa a fianco dei poveri. Le azioni, le risorse messe a disposizione per esempio da Caritas nelle situazioni di emergenza e a sostegno delle vecchie e nuove povertà, sono molto apprezzate» sottolinea monsignor Sergio Bertocchi, incaricato diocesano per la promozione del sostegno economico alla Chiesa.

Il trasferimento delle risorse

Da oggi prende avvio la compagna di sensibilizzazione e promozione dell’Otto per mille 2020, per il quale lo scorso anno la nostra Diocesi ha ricevuto 10.194.682 euro, una somma sostanzialmente in linea con quella percepita negli scorsi anni. «In realtà il resoconto per lo scorso anno fa riferimento allo stanziamento che risale a due anni fa (2017/2018), perché questi sono i tempi di trasferimento delle risorse» puntualizza monsignor Bertocchi. «È inoltre importante ribadire che con l’Otto per mille la persona non dà qualcosa, perché con la firma non si aggiunge a quanto già dovuto allo Stato, ma il cittadino decide che vengano sostenute iniziative socialmente utili riconoscendone il valore. Con gli accordi sottoscritti fra Stato italiano e Chiesa cattolica, si riafferma, nel rispetto della propria autonomia, la reciproca collaborazione per la promozione dell’uomo e il bene del Paese. Per il cittadino rappresenta il diritto di esercitare la propria libertà a sostegno di iniziative a vantaggio delle comunità».

In questo modo Chiesa e Stato condividono anche risorse economiche, per le necessità della Diocesi locale e della Chiesa italiana, per la propria missione pastorale e caritativa.

Difficoltà per gli anziani

«Esiste una difficoltà che riguarda le persone più anziane - dice don Bertocchi -. Infatti i pensionati, non ricevendo più il Cud, devono fare un esercizio di volontà, affidandosi agli incaricati parrocchiali che poi si rivolgono ai Caf per provvedere all’invio della documentazione. Senza questo passaggio i pensionati non possono esprimere non solo la scelta dell’Otto per mille, ma anche quella del Cinque per mille destinato a onlus, fondazioni, opere meritorie. Questa difficoltà si aggiunge alla perplessità, che non è solo degli anziani, che con l’Otto per mille si tratta di versare qualcosa, in realtà viene detratto dall’Irpef, non comporta nessun aggravio. È qualcosa non ancor chiaro, nonostante siano passati molti anni e questa opportunità risalga al Concordato del 1984».

La Commissione Cei

La destinazione dei fondi (complessivamente 1,13 miliardi di euro con 14 milioni di firme dei contribuenti a sostegno di 16.507 progetti) avviene in base alle decisioni prese da una Commissione della Conferenza episcopale italiana, con attenzione soprattutto all’ampiezza delle Diocesi, al numero della popolazione e raccogliendo i bisogni.

Le finalità previste

Le finalità previste sono appunto quelle di esigenze di culto e pastorale; sostentamento dei sacerdoti; interventi caritativi in Italia e nei Paesi in via di sviluppo. «A livello locale, poi – dice don Bertocchi – è il vescovo che sceglie come ripartire i fondi, raccogliendo i bisogni e le esigenze di parrocchie, associazioni caritative ed enti culturali».

«Le risorse dell’Otto per mille arrivano durante l’anno - spiega don Vittorio Nozza -, per questo i progetti non vengono realizzati interamente entro la fine dell’anno, ma possono “slittare” a quello successivo. Ciò non toglie che la rendicontazione è poi precisa e puntuale e rispecchia quanto realizzato».

Accade però che, rispetto all’anno precedente, si abbiano risorse, impiegate sulla carta, ma non ancora spese. Questo permette di affrontare eventuali emergenze. Ed è quello che è avvenuto nelle scorse settimane in cui il Covid-19 ha richiesto una risposta immediata e significativa, interrompendo per altro molte progettualità.

«L’emergenza c’è stata e alcune spese sono state affrontate per rispondere alle necessità, per esempio le degenze dei sacerdoti dimessi dalle strutture ospedialiere, o l’ospitalità offerta a medici ed infermieri in seminario» spiega don Nozza.

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