Ospedale in Fiera, grazie a chi l’ha fatto: «Qui la sofferenza è diventata speranza»

Confartigianato ha festeggiato 75 anni di vita nel corso di una serata dalle emozioni forti. Il presidente: celebriamo la ripartenza. Il vescovo: sentiamo il soffio dello Spirito. Gori: opera di solidarietà.

Sguardi racchiusi nelle pagine di un libro e nelle immagini di una mostra, allestita sotto il sole davanti ai padiglioni della Fiera. Sorrisi che raccontano come in un film il miracolo che proprio loro – artigiani, alpini, personale della protezione civile e semplici volontari – hanno saputo compiere con la forza della determinazione e della solidarietà. Giovedì sera in Fiera ai protagonisti del «Cantiere della vita», quello dell’ospedale da campo allestito l’anno scorso in una delle settimane più tragiche per la Bergamasca colpita dal Covid, è stata dedicata la celebrazione dei 75 anni di Confartigianato Bergamo. Un compleanno festeggiato con un anno di ritardo, ma in una serata dalle emozioni forti, in cui la città è tornata a stringersi attorno ai suoi eroi, dopo la cerimonia delle benemerenze civiche della sera prima. Ieri tanti di loro erano seduti in platea, accanto alle numerose autorità. Un luogo, la Fiera di via Lunga, diventato simbolo della sofferenza prima e della speranza poi, nel quale è stata scritta più di una pagina della storia recente della nostra terra.

Da qui l’idea di fissare il ricordo di quei giorni, attraverso gli scatti del fotografo Orazio Truglio: «Questa pubblicazione – ha detto il presidente di Confartigianato Bergamo, Giacinto Giambellini – è una forma di ringraziamento per i tanti volontari che giorno e notte hanno lavorato instancabilmente per portare a termine in tempi record quest’opera, che rimarrà nella memoria di tutti noi. Oggi vogliamo celebrare il momento della ripartenza». Nelle parole del vescovo Francesco Beschi, che ha presieduto la Messa accompagnata dal Coro dell’Associazione nazionale alpini «Voci del Brembo», il ringraziamento di tutta la comunità bergamasca a chi ha lavorato in Fiera in quei lunghi mesi di sofferenza: «Una riconoscenza – ha detto – per coloro che hanno reso possibile questo gesto eccezionale, che non è solo il frutto del bisogno, ma di una cultura, di un modo di pensare e di vivere». Un anno fa in questo luogo abbiamo visto «l’ombra della morte», ha detto ancora monsignor Beschi, oggi sentiamo il «soffio dello Spirito».

Un’immagine anche questa di rinascita, per celebrare un’opera di solidarietà «che – ha detto il sindaco Giorgio Gori – più di ogni altra segna il compimento del 75° compleanno di Confartigianato. Non una statua, né un monumento, ma qualcosa di preziosissimo, costruito per gli altri. Un miracolo che è giusto riconoscere a chi lo ha reso possibile nel momento peggiore vissuto dalla nostra comunità». Presto qui arriverà una targa che l’ospedale Papa Giovanni intende donare alla Fiera per ricordare «quello che anche per noi è stato un cantiere della vita e della salute – ha detto il direttore generale Maria Beatrice Stasi –, e per non dimenticare quanto sacrificio, amore e dolore sono passati da questo posto».

La solidarietà non si ferma

Nel libro sono state immortalate circa 350 persone: alle immagini sono affiancate le parole dei protagonisti, tra cui medici e infermieri del Papa Giovanni, che ha coordinato l’attività del presidio medico avanzato alla Fiera di Bergamo e che terminerà il suo sforzo a fine mese con la chiusura del centro vaccinale. Una parte del ricavato del libro sarà devoluta alla Fondazione Aiuti per la ricerca malattie rare Armr – Istituto di Ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs per sostenere il progetto di ricerca Origin, «un lavoro a cui ci stiamo dedicando dall’ottobre 2020 – ha detto Giuseppe Remuzzi, direttore del Mario Negri – che ci permetterà di indagare sull’eventuale relazione tra fattori genetici e decorso della malattia da Covid-19».

Grazie poi a una collaborazione tra Confartigianato e Conad, da ieri per tre mesi in 42 supermercati della Bergamasca sarà distribuito, con una donazione di 2 euro, un poster celebrativo che mette in primo piano i protagonisti dell’ospedale in Fiera. Un modo, anche questo, per entrare nelle case di bergamaschi che sempre si sono dimostrati sensibili a tematiche di valore sociale. A tenere le fila dell’evento, l’inviato de «Le Iene» Ismaele La Vardera, che raccontò l’impresa proprio in quella trasmissione, e Giancarla Rondinelli, inviata di «Porta a Porta».

La serata si è conclusa con i sorrisi che ha saputo strappare il comico Enrico Bertolino con il suo racconto del «Cantiere della vita», pensato e scritto ad hoc, e visto anche con gli occhi del suo storico personaggio, il muratore bergamasco Elvio Paramatti: «Questo è il giusto riconoscimento per le persone che hanno dato una mano – ha detto –. Lo vogliamo fare con il sorriso perché abbiamo già pianto troppo. Ma mi raccomando, “sü de dòss”, che poi oggi è sinonimo di “distanziamento sociale”. Di questi tempi va di moda, ma voi di Bergamo l’avete inventato tanti anni fa».

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