Ozono, torna l’allarme inquinamento
E nelle nostre valli c’è quello milanese

L’Arpa avverte: possibili nuovi superamenti delle soglie. L’assessore Zenoni: emissioni di Milano e Brianza trasportate in quota.

Un mix di atomi, temperature ed emissioni antropiche. È allarme ozono in tutta la Lombardia, Bergamo compresa. L’allerta è stata lanciata da Arpa nei giorni scorsi, sulla base degli ultimi dati raccolti dalle centraline. Lunedì a Como è stata superata la soglia di allarme (cioè una massima media oraria di 240 microgrammi al metro cubo), raggiungendo la concentrazione di 242 nella stazione di Erba. Sempre lunedì, a Bergamo è stata superata la soglia di informazione (fissata a 180 microgrammi al metro cubo) con una concentrazione di 185; lo stesso è successo a Lecco (210), Lodi (194), Monza (192), Varese (191), Cremona (181).

I dati pubblicati mercoledì 8 luglio da Arpa vedono un miglioramento nella centralina di via Meucci, ma il caldo previsto per i prossimi giorni non lascia ben sperare: «Le temperature torneranno a crescere – annuncia l’agenzia regionale - e, fino ad almeno a venerdì (domani per chi legge, ndr), fanno prevedere possibili ulteriori superamenti».

È bene quindi che la popolazione più sensibile (in primis bambini e anziani) limiti le attività all’aria aperta nelle ore di maggiore insolazione, dalle 12 alle 16. Utile anche una dieta ricca di sostanze antiossidanti a base di frutta o verdura di stagione. Tra le categorie più a rischio, le persone con malattie respiratorie, ma anche soggetti sani che fanno attività fisica all’aperto.

La situazione è costantemente monitorata dal Comune che ha messo a punto il sito internet (e la pagina Facebook) www.bergamorespira.it. «Siamo consapevoli che lo scorso anno Bergamo è stata una delle città peggiori per quanto riguarda l’ozono, insieme a Brescia, Lecco e tutta la parte pedemontana – afferma l’assessore all’Ambiente Stefano Zenoni -. Il problema si gioca però su una scala di bacino regionale, se non sovraregionale, perché ancor più delle Pm10, il fenomeno è “deterritorializzato”: l’ozono si forma a seguito di complesse reazioni chimiche legate anche alle emissioni antropiche, soprattutto nella zona di Milano e della Brianza. Le emissioni vengono poi trasportate nelle nostre zone e in particolare nelle valli. Non è un caso che il peggior risultato si sia registrato nella stazione di Moggio, comune lecchese a quasi 900 metri di quota, non influenzato da emissioni dirette ma sotto vento rispetto alla massa d’aria proveniente dalle aree antropizzate della pianura».

L’ozono, spiega Arpa, non è emesso da nessuna sorgente, si forma in atmosfera a partire da altre sostanze (come NOx e COV, ossidi di azoto e composti organici volatili), in presenza di radiazione solare. Una reazione chimica a cui contribuiscono gli inquinanti. «Si dovrebbero ridurre complessivamente le emissioni, limitando il traffico in tutta la Regione – avanza l’assessore Zenoni -. Serve una seria riflessione sui trasporti: non è del tutto vero, come ha dichiarato nei giorni scorsi l’assessore regionale Raffaele Cattaneo (all’Ambiente e al Clima, ndr), che durante il lockdown non si sia registrato un grande cambiamento sulla qualità dell’aria, c’è stato un calo superiore del 50% sulle NOx, inquinanti prodotti proprio dal traffico veicolare».

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