Palestre e piscine, ok al green pass: «Diventeremo isole Covid free»

Dal 6 agosto il green pass sarà obbligatorio anche per entrare in palestre e piscine al chiuso. Il provvedimento fa discutere gli imprenditori del settore, ma alla fine prevale la priorità per salute e sicurezza, così da non trovarsi di nuovo a dover chiudere le attività.

Le palestre e i centri fitness della Bergamasca hanno riaperto a maggio dopo sette lunghi mesi di stop, ma non tutti i clienti sono tornati ad allenarsi, anche per la paura di entrare in contatto con persone non vaccinate . Il green pass permetterà dunque di creare delle «isole Covid free», rassicurando coloro che vogliono tornare a fare attività fisica in completa sicurezza, anche al chiuso.

Il problema è semmai rappresentato dal grande numero di giovani non vaccinati che, stanti le regole in vigore dal 6 agosto, non potranno accedere agli impianti in assenza del certificato verde . Per loro il governo sta cercando di accelerare la campagna vaccinale.

«I centri sportivi hanno adottato da subito protocolli severissimi per l’ingresso nelle strutture, con un costo economico a carico delle imprese – commenta Alberto Gamba, consigliere nazionale dell’Anif, delegazione Lombardia (che conta in tutta Italia 65 mila palestre, un milione di lavoratori e 20 milioni di frequentatori) e gestore dei centri Sport Più –. L’Associazione nazionale degli impianti fitness e sport si è opposta e ha fatto presente le criticità relative a qualsiasi forma di passaporto vaccinale per entrare nelle palestre e nelle piscine al chiuso. Se guardiamo la norma in positivo, dobbiamo tener presente che con questo provvedimento riusciamo a ottenere oasi Covid free, in modo da non dover affrontare altre chiusure». Un elemento fondamentale per la sopravvivenza delle attività, dopo mesi di sofferenza e di mancati guadagni . «Siamo una delle categorie che ha più sofferto durante la pandemia – conclude Alberto Gamba –. Molta gente non è ritornata ad allenarsi, anche per paura di ammalarsi. Il green pass è uno strumento che dà una maggior serenità ai clienti, anche se si stringe il bacino di utenti, tra i giovani e coloro che hanno scelto di non vaccinarsi. Le nostre campagne di comunicazione serviranno a rassicurare la gente che le palestre sono luoghi estremamente sicuri e più controllati di tante altre strutture».

Per piscine e centri natatori, il problema nasce per le strutture al chiuso, che torneranno pienamente operative a partire da settembre. In estate la maggior parte delle attività, dall’Italcementi in giù, sceglie di ospitare i clienti solo nelle corsie all’aperto. Ma non mancano le eccezioni. «Noi siamo aperti con il lido, ma utilizziamo anche la struttura al chiuso per i numerosi corsi, molti dei quali rivolti anche a giovani e ragazzi – commenta Matteo Melzi, consigliere di Seriate Sport–Aquamore e titolare della concessione delle piscine –. Dal 6 agosto applicheremo la normativa sul green pass, tenendo presente che durante la stagione estiva utilizziamo prevalentemente le vasche all’aperto. Un tema non banale riguarda invece la fascia di ragazzi dai 12 ai 18 anni che rischiano di rimanere fermi. Da marzo 2020 siamo rimasti aperti solo un mese e ora il green pass ci può aiutare a lavorare senza alcuna interruzione e reggendo l’urto di un eventuale peggioramento nei contagi. Peraltro le piscine sono da sempre considerate luoghi sicuri e con la certificazione verde diventeranno vere e proprie bolle Covid-free».

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