Pfizer, consegne in Bergamasca
Dal 1° marzo previste 54 mila dosi

Tra l’8 e il 29 marzo, in Bergamasca sono attese 40.950 dosi del vaccino Pfizer, quello che si impiega per le somministrazioni agli over 80. Ci sono inoltre le 12.870 dosi della settimana alle porte.

Nero su bianco ci sono nuovi numeri. Danno certezze in più, anche se la situazione è in costante evoluzione, e spesso non in direzione positiva. Tra l’8 e il 29 marzo, in Bergamasca sono attese 40.950 dosi del vaccino Pfizer, quello che si impiega per le somministrazioni agli over 80. È un dato importante, perché nei giorni scorsi si indicava l’8 marzo come una data cruciale: dopo quel giorno, infatti, non erano calendarizzate nei dettagli le nuove consegne. Ora c’è un prospetto dell’Ats di Bergamo – presentato mercoledì in un incontro con i sindacati dei pensionati bergamaschi di Cgil, Cisl e Uil – a dare qualche cifra nuova e un orizzonte più incoraggiante (tagli nazionali permettendo): nel dettaglio, oltre alle 12.870 dosi di Pfizer previste per la settimana alle porte (4.680 al «Papa Giovanni», 2.340 all’Asst Bergamo Est, 5.850 all’Asst Bergamo Ovest), nella settimana 8-15 marzo sono annunciate altre 12.870 dosi, poi altre 14.040 tra il 15 e il 22 marzo e altrettante 14.040 nella settimana tra il 22 e il 29 marzo. In totale, compresa la settimana entrante, si tratta di 53.820 dosi. Gli «stock» attesi tra l’8 e il 29 marzo saranno ripartiti in 11.700 dosi al «Papa Giovanni», 11.700 all’Asst Bergamo Est, 17.550 all’Asst Bergamo Ovest. Non sono stati invece forniti aggiornamenti sugli approvvigionamenti di Moderna, il siero che sarà impiegato principalmente per le somministrazioni agli allettati, e di AstraZeneca, che è stato esteso sino ai 65 anni.

Nell’incontro di mercoledì 25 febbraio si è tracciato il punto su alcuni nodi fondamentali della campagna che si sta articolando sul territorio bergamasco. La sintesi è un disegno a cinque livelli: il livello 1 della vaccinazione di massa, stimata in avvio ad aprile, prevede tre sedi hub (Chiuduno, Treviglio, Fiera di Bergamo) con linee di somministrazione gestite da più soggetti, dalle Asst ai medici di base passando per il privato accreditato; dovrebbero essere infine 14 le sedi per la vaccinazione massiva delle categorie professionali – come forze dell’ordine e personale scolastico – inserite nel livello 2; il livello 3 è quello già avviato per gli over 80 (e che includerà poi altri soggetti a rischio), che arriverà a un totale di 12-15 sedi vaccinali. Il livello 4, quello di «prossimità», è ancora da definire negli studi dei medici di base e nelle farmacie, e si potrà avviare quando sarà disponibile il siero di Johnson & Johnson. Il livello 5, in fase di pianificazione, riguarda appunto la vaccinazione domiciliare per chi non si può muovere, col coinvolgimento di équipe mobili e cooperative dell’assistenza domiciliare.

Ats ha anche illustrato le sedi vaccinali che stanno mettendo in campo le realtà sanitarie private: gli Istituti ospedalieri bergamaschi del Gruppo San Donato, secondo il prospetto condiviso con i sindacati, allestiranno spazi per le somministrazioni a Zingonia, Ponte San Pietro, Stezzano, Orio al Serio e Treviglio; Habilita a Clusone (da marzo, indicativamente); Humanitas Gavazzeni in città (da metà marzo, indicativamente); la Clinica Quarenghi a San Pellegrino. Queste strutture potrebbero garantire oltre 7.500 somministrazioni settimanali.

Si è anche fatto il punto delle inoculazioni effettuate in Bergamasca tra il 18 e il 21 febbraio sui due fronti, cioè la coda delle fasi 1-a e 1-bis (principalmente operatori sanitari) e gli over 80: il «Papa Giovanni» ha eseguito 1.409 somministrazioni di cui 321 a over 80 (gli anziani hanno rappresentato cioè il 23% dell’attività), l’Asst Bergamo Est ha eseguito 583 somministrazioni di cui 531 a over 80 (il 91% sono state «punture» agli anziani), l’Asst Bergamo Ovest ha effettuato 756 somministrazioni tutte legate alla fase 1-a e 1-bis (con gli over 80 è partita questa settimana). Dall’inizio della campagna e sino al 21 febbraio, in Bergamasca sono arrivate in totale 66.890 dosi di vaccini (55.090 di Pfizer, 4.000 di Moderna, 7.800 di AstraZeneca) e ne sono state somministrate – o comunque consegnate alle strutture «spoke» da parte delle Asst che fanno da hub – 52.556: vuol dire che è stato inoculato il 79% di quanto arrivato, mentre in giacenza – le scorte per i richiami e la programmazione – risultavano 14.334 dosi. Il «Papa Giovanni» ha somministrato o consegnato 20.466 dosi su 24.780 ricevute (83%), l’Asst Bergamo Est ne ha inoculate o distribuite 16.764 su 19.600 (86%), l’Asst Bergamo Ovest ne ha impiegate o consegnate 15.326 su 22.510 (68%)

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