«Pronti a ripartire con la zona gialla»
Più di 4mila ristoranti e bar in provincia

Più di 4.000 le attività commerciali di città e provincia che da domenica potranno riaprire. Ascom: boccata d’ossigeno ma restano criticità. Confesercenti: chi lavora di più la sera sarà penalizzato.

«È tutto un “tin-tin” nella chat WhatsApp, ci stiamo scrivendo da tutto il giorno per capire se arriva davvero questa zona gialla». Sono ore febbrili per i ristoratori. Lo racconta Petronilla Frosio, presidente ristoratori Ascom Bergamo. È del tardo pomeriggio di ieri la conferma che da domenica la Lombardia diventerà regione «gialla», passaggio fondamentale e altrettanto atteso dalla categoria dei ristoratori e dei baristi che potranno riaprire al pubblico fino alle 18 con la possibilità di proseguire con l’asporto fino alle 22 e senza limiti con la consegna a domicilio. Potenzialmente, da domenica, sono 2.677 i bar, gelaterie e pubblici esercizi e 1.468 i ristoranti, trattorie e pizzerie che potranno tornare ad accogliere i clienti nei loro locali di città e provincia. E dall’osservatorio privilegiato delle associazioni di categoria, sembra che tutti siano pronti a rialzare la saracinesca, per salvare il salvabile.

«Una boccata d’ossigeno»

«La riapertura è una boccata d’ossigeno, ma restano criticità – premette Oscar Fusini, direttore Ascom Bergamo –. Secondo le nostre stime, a dicembre, due terzi del fatturato saranno persi, il terzo che resta è vitale per le imprese». Fusini auspica alcune modifiche al Dpcm, «consentendo, per i giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno lo spostamento tra Comuni. E ancora, la possibilità per gli albergatori di servire i pasti in sala e non in camera il 31 dicembre». Anche il direttore di Confesercenti Bergamo Filippo Caselli «saluta con favore il passaggio a zona gialla. La situazione è molto difficile, per non dire drammatica». Gli operatori ripongono le loro speranze in queste ultime settimane, ma per alcune tipologie di locali non sarà facile: «Bisogna distinguere tra chi lavora molto a pranzo e chi invece concentra l’attività nelle ore serali – spiega Caselli –. Per questi ultimi resta il problema, dato che dopo le 18 non potranno aprire. Siamo però in una fase che ci riavvicina ad uno stato di “normalità”, in un mese, quello di dicembre, dove molte attività concentrano buona parte dei loro affari».

I ristoratori metteranno in campo tutte le loro risorse: «Era nell’aria la possibilità di entrare nella zona gialla, diversi clienti ci hanno chiamato per avere informazioni – continua Petronilla Frosio –. Sarà una corsa contro il tempo, faremo la spesa e faremo ripartire la macchina organizzativa. Certo, sarà una riapertura zoppa, la sera saremo chiusi e per i ristoranti che si trovano nei piccoli Comuni la chiusura per il 25-26 e il 1° gennaio è un problema, hanno un bacino d’utenza piccolo, speriamo riescano comunque a lavorare». La ristoratrice rimarca l’aspetto umano della vicenda, «stiamo gomito a gomito con i nostri ragazzi ogni giorno – dice la presidente dei ristoratori –. È un anno perso, sembra quasi non sia passato. Ora speriamo di ripartire davvero, nel pieno rispetto delle regole, evitando ricadute».

RistoraBergamo

Fuori dal ristorante di Roberto Amaddeo, presidente ristoratori Confesercenti Bergamo, è sospeso «Oculum angelorum» di Bruno Vaerini, omaggio a Lorenzo Lotto. Gli angeli volano sopra le teste dei passanti. C’è speranza e poesia. Ma il ristoratore non manca di denunciare «una regola assurda, contro il buon senso, che vieta di spostarsi tra Almenno San Bartolomeo e San Salvatore, ma consente a un milanese di spostarsi da Porta Venezia a piazzale della Scienza, un percorso di 8 km. Questo significa non conoscere la morfologia del Paese». Amaddeo è certo che in molti si affideranno alla piattaforma «RistoraBergamo, con oltre 200 ristoranti che on line offrono i loro menù da asporto. Ciò che è certo è che sarà un Natale diverso». Poter tornare a servire il caffè nella tazzina di ceramica e non in un bicchiere di carta, sarà soddisfazione per gli operatori e gioia per i clienti. C’è attesa, spiega Giorgio Beltrami, presidente bar e pubblici esercizi Ascom Bergamo: «Da domani (oggi per chi legge, ndr) inizierò a sanificare e preparare tutto per domenica. La riapertura al pubblico è indispensabile: il lavoro da asporto è valso il 10-20%, un dato che mi è stato confermato dai colleghi. Per un bar “tradizionale”, l’apertura fino alle 18 consente di raggiungere il 60-70% del lavoro. Credo che tutti riapriranno, è una necessità economica».

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