Ritorno in classe per 70 mila studenti
In aula al 50% a Bergamo - Foto

Dalla Didattica a distanza della zona rossa al rientro al 50%. Soddisfatti i presidi: «È la volta buona, anche se i ritorni sono a scaglioni».

Anche i dirigenti scolastici sono emozionati: oggi (lunedì 25 gennaio) la scuola riparte per davvero, in presenza. E riparte per tutti: non solo per gli studenti delle seconde e terze della secondaria di primo grado, che nell’ultima settimana di zona rossa avevano seguito le lezioni da casa, ma anche per i ragazzi delle secondarie di secondo grado che da mesi erano in Didattica a distanza.

La mattinata a Bergamo è iniziata in modo sostanzialmente ordinato: gli studenti, distanziati e con le mascherine, hanno fatto ingresso negli istituti superiori per iniziare le lezioni. Davanti al Vittorio Emanuele qualche minuto di coda, poi la scuola ha fatto rispettare il distanziamento. Debutto regolare anche nell’area della stazione, dove come annunciato è scattato il senso unico nel sottopasso che collega piazzale Marconi a via Gavazzeni.

Quasi 70 mila i ragazzi della provincia di Bergamo (circa 47 mila per le superiori statali e 20 mila per le medie statali) che, anche se a scaglioni, torneranno fisicamente sui banchi oggi. «Possiamo dire che aspettavamo di rientrare – dice Gloria Farisé, dirigente scolastico del Falcone di Bergamo e presidente provinciale di Anp, l’associazione nazionale dei presidi –, anche se non ci saremmo aspettati un rientro così veloce. Appena abbiamo visto della possibilità di passaggio da zona rossa a zona arancione, ci siamo attivati per preparare tutti per il rientro. Per pubblicare le circolari abbiamo aspettato l’ufficialità della notizia: era doveroso».

Erano in tanti ad aspettare di poter rientrare in classe. «Come dirigente sono contenta che i ragazzi rientrino, anche se al 50% – continua Farisé –. Il Falcone ha scelto di mantenere l’unitarietà didattica e le classi unite, quindi nelle prossime settimane ci saranno due gruppi di classi diverse che si alterneranno nel corso della settimana. Abbiamo ambienti sufficientemente grandi per poter ospitare tutti i ragazzi in sicurezza. Confidiamo anche nell’adeguatezza dei trasporti. Perché tutto funzioni dobbiamo credere tutti nel sistema scuola. Ognuno deve sforzarsi di mantenere un comportamento virtuoso anche al di là dell’orario scolastico, anche in altri contesti. Lo ripetiamo già da un po’: le scuole, in sé, sono sicure, il problema sono altre situazioni. Se tutti crediamo in questo sistema e ci sforziamo di essere cittadini responsabili tuto dovrebbe reggere».

Bergamo riparte oggi al 50%, mentre altre province hanno scelto di aspettare almeno fino a domani per permettere a scuole e trasporti di mettere a punto tutti i dettagli per il rientro. «Questa volta è quella buona – sottolinea Patrizia Giaveri, dirigente scolastico del Vittorio Emanuele II di Bergamo –, finalmente possiamo rivedere il nostro 50%. Sabato mattina abbiamo dato le prime indicazioni organizzative. Ci siamo dati un’organizzazione che è rispettosa al millesimo delle indicazioni dei tavoli territoriali: 50% di studenti in presenza al giorno, suddivisi su due ingressi, alle 8 e alle 10. In realtà la nostra scuola ha mantenuto lo stesso orario di settembre. Ogni giornata è diversa per molte classi, ma l’organizzazione è precisa e circostanziata».

Con un occhio di riguardo per i ragazzi di prima e per quelli che frequentano la quinta superiore. «Le classi prime – aggiunge –, che ci sono conosciute solo per poche settimane, torneranno al completo in presenza, le quinte saranno in presenza a giorni alterni, mentre le seconde, le terze e le quarte lo saranno a giorni alterni e con turni di rotazione all’interno della classe. Ovviamente noi aspettiamo che arrivi anche, nelle prossime settimane, la comunicazione che si potrà aumentare la percentuale di studenti in presenza fino al 75%. Il tipo di organizzazione che le scuole si sono date è complesso anche per i docenti, perché l’orario non è pieno, si cerca di valorizzare le possibilità offerte dalla Didattica digitale integrata, anche grazie a momenti di attività digitale asincrona. Tutti comunque si sono messi a disposizione: anche i collaboratori scolastici si sono dati subito da fare per dare una rinfrescata agli spazi, tutti si sono rimessi in moto per accogliere i ragazzi che sono nostra linfa vitale. Lunedì (oggi per chi legge, ndr) è un gran giorno. Sono emozionata perché non vedo l’ora di rivedere i ragazzi a scuola: Bergamo è pronta, è pronta sempre. Ma la scuola in presenza ha tutto un altro sapore».

Alcune scuole sono riuscite a mantenere un contatto con i ragazzi grazie alla possibilità di effettuare laboratori in presenza, ma anche per loro rientrare a scuola con numeri più importanti ha un grande significato. «Noi non abbiamo avuto quel distacco forte vissuto da altre scuole – spiega Brizio Campanelli, dirigente scolastico del Galli di Bergamo –. Venire anche solo un giorno a settimana a scuola ha mantenuto gli studenti “attaccati” a scuola, uniti, in una situazione ben diversa da quella di disagio che hanno vissuto in altre scuole». Anche al Galli l’organizzazione di tempi e spazi non è stata una novità: «Quando era stato ipotizzato il rientro a inizio gennaio – conclude – anche noi come tutte le scuole ci eravamo organizzati per il 50% di ragazzi in presenza. Il modello da applicare quindi era già pronto: avevamo fatto diversi conteggi per poter mantenere le classi unite e fare delle rotazioni trisettimanali per evitare di far venire in presenze le stesse classi gli stessi giorni. Con orari diversi su tre settimane diversi riusciamo a garantire a tutti di partecipare ai laboratori e di vedere in presenza (a rotazione) tutti gli insegnanti».

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