Sbloccato il concorso per 5.000 precari
L’obiettivo: frenare le supplenze

Con l’approvazione del decreto Salva precari si torna a parlare di concorsi nel mondo della scuola. Aperto anche ai neolaureati.

Una nuova opportunità per gli oltre 5.000 precari del mondo della scuola bergamasca, ma anche una possibilità di accesso alla professione per i neolaureati. Con l’approvazione del decreto Salva precari (il 20 dicembre, in Senato, approvato con 160 sì, 121 no e nessun astenuto) si torna a parlare di concorsi nel mondo della scuola. Il provvedimento ha l’obiettivo di frenare il massiccio ricorso alle supplenze a cui si assiste da anni, e in particolare da settembre, quando una serie di ritardi amministrativi non ha permesso la sostituzione di tutti i pensionamenti (tra cui i «Quota 100»).

Il decreto legge prevede l’indizione di più concorsi per poter arrivare a coprire, in tutt’Italia, 48 mila posti complessivi, tra docenti, capi segreteria, ispettori e addetti alle pulizie. «Si tratta di concorsi – dice Salvo Inglima, segretario Cisl Scuola – di cui si era già parlato in occasione dell’accordo siglato tra i sindacati e il ministro dell’Istruzione, quando ancora era Bussetti. La possibilità è duplice: da una parte il concorso straordinario per gli insegnanti della secondaria di primo e secondo grado, a cui potranno partecipare coloro che negli ultimi anni hanno maturato almeno 36 mesi di servizio; dall’altra parte il concorso ordinario, aperto a tutti i neolaureati».

Una situazione che avrà ricadute complessive anche nella Bergamasca. «Il maggior numero di posti messi a concorso – continua Inglima – dovrebbero essere quelli istituti nelle province dove le Gae (le Graduatorie a esaurimento) sono già esaurite e per classi di concorso dove si registra la mancanza di insegnanti. Le maggiori ricadute positive si avranno proprio sul Nord Italia, e in particolare sulla Lombardia». Presto, però, per capire quanti effettivamente saranno i posti coperti nella Bergamasca, perché le graduatorie saranno su base regionale. «La percezione che abbiamo – conclude Inglima – è quella che comunque saranno selezioni molto affollate. Gli obiettivi dichiarati sono che le assunzioni in ruolo di questi docenti possano essere fatte già nel 2020, ma sappiamo che le procedure concorsuali necessitano di tempi lunghi: è più verosimile aspettarsi le nuove assunzioni dal 2021».

Un decreto che ha luci e ombre, secondo Flc Cgil: «La caratteristica di quest’accordo – dice Elena Bernardini, segretario provinciale –, è che darà un’opportunità a tutti: sia a coloro che hanno anni di servizio sia ai neolaureati. Ci sono però alcune osservazioni negative da fare. Per prima cosa, per quanto riguarda l’annoso problema dei Dsga, l’esclusione dal provvedimento di coloro che hanno ricoperto l’incarico negli ultimi anni in qualità di facenti funzione: hanno iniziato questo lavoro quando ancora la laurea non serviva, hanno anni di esperienza, hanno potuto accedere al concorso ordinario, ma non si capisce perché a questo no».

Ci sono poi gli aspetti che riguardano i docenti: «È stato inserito un vincolo di permanenza in una stessa sede per 5 anni dopo l’immissione in ruolo – spiega –. Non porterà nessun vantaggio: da sempre si entra provvisoriamente su una sede. Il blocco sarebbe da fare solo sulla sede definitiva, non sulla prima assunzione: capita spesso che i posti a disposizione per la scelta siano solo una piccola parte rispetto a quelli effettivamente liberi. L’altro grosso problema riguarda il sostegno. Il Governo però ha promesso più corsi di specializzazione, speriamo che la soluzione possa partire da qui». Una serie di notizie e di impegni «molto positivi – conclude Loris Renato Colombo, segretario provinciale di Snals Scuola –. L’importante è che rispettino i tempi e non siano parole al vento. Il ministero ha dichiarato l’intenzione di procedere con i due bandi contemporaneamente, e di pubblicarli entro febbraio. Dal ministro sono stati assunti precisi impegni rispetto alle questioni che in questi mesi sono state oggetto del confronto con le parti sindacali, definendo in modo puntuale tempi, modalità e strumenti attraverso i quali portarle a positiva soluzione. La cosa importante, ora, è che i tempi previsti vengano rispettati e che alle parole seguano i fatti».

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