Scomparsi, in Bergamasca sono 125
Attivate pattuglie speciali di ricerca

Oggi la giornata dedicata alle persone sparite: in campo Polizia, Carabinieri, Finanza, Vigili del Fuoco e associazioni. Il questore e il colonnello dell’Arma: accendiamo i fari sulla memoria collettiva.

Sono 8 i casi seguiti dalla Questura e 117 quelli per cui sono in corso indagini da parte dei carabinieri: sono questi i numeri delle persone scomparse nella Bergamasca (ma i casi sono differenti tra loro, e i dati vanno analizzati con estrema delicatezza), in gran parte, spiegano gli inquirenti, si tratta di allontanamenti volontari, ma tra questi ci sono anche anziani che, colpiti da forme di demenza senile, sono usciti di casa e hanno perso la strada senza essere in grado di chiedere aiuto, o minori figli di genitori di diversa nazionalità che vengono portati nei Paesi d’origine da uno dei genitori all’insaputa dell’altro.

E dietro altre sparizioni possono esserci ancora ulteriori motivazioni, da un infortunio in montagna a un gesto tragico di autolesionismo che non viene scoperto per anni, fino ad atti violenti compiuti da terzi.

Su questi 125 casi di scomparsi in Bergamasca (la maggior parte si tratta di uomini, alcune sparizioni riguardano denunce presentate anche molti anni fa, come quella che risale al 1985, segnalata nel 2004 e poi risolta perché solo di recente si è scoperto che la persona scomparsa era deceduta all’estero) oggi si accenderanno i riflettori: si celebra la «Giornata dedicata agli scomparsi» istituita dal Commissario del Governo a memoria di una donna, madre di due bambini, di cui si sono perse le tracce da più di 20 anni.

Centoventicinque casi ancora aperti per i quali, proprio da oggi, in occasione della giornata commemorativa, viene avviato un piano straordinario di ricerca (ieri si è tenuta in Questura una riunione per mettere a punto le questioni operative): sono coinvolte la Questura di Bergamo e il commissariato di polizia di Treviglio, i carabinieri, la Guardia di Finanza, i Vigili del Fuoco, Croce Rossa, Soccorso alpino, la Provincia che mobiliterà le associazioni di volontariato e anche le parrocchie come «cuore» delle comunità del territorio.

Oggi quindi, con il via al piano straordinario, la Questura e il commissariato di Treviglio attiveranno pattuglie aggiuntive specifiche per le ricerche delle persone di cui non si hanno più notizie, lo stesso faranno i carabinieri su tutto il territorio orobico («il maggior numero di persone scomparse è di nostra competenza – sottolinea il comandante del reparto operativo provinciale dei carabinieri Davide Giannì – , essendo il territorio orobico molto vasto»), non si sceglieranno casi particolari da seguire, ma l’incremento delle pattuglie riguarderà tutte le denunce ancora in carico alle forze dell’ordine, mentre le fotografie degli scomparsi e le banche dati sui casi saranno messe in comune tra gli investigatori.

«La giornata di oggi è importante perché ha molteplici scopi: in primo luogo evidenziare che le ricerche delle persone scomparse sono costanti e continue, sempre, non solo per questa occasione commemorativa: nessuno viene dimenticato, da tutte le forze dell’ordine. In questo devono sentirsi rassicurati tutti i familiari che continuano ad aspettare a casa una persona cara – afferma il questore di Bergamo, Maurizio Auriemma – . Ma questa giornata può e deve accendere i fari anche sulla memoria collettiva: forse grazie a un’occasione come questa qualcuno può ricordare dettagli importanti, far riemergere dai ricordi qualche particolare che può rivelarsi utile alle indagini di ricerca. E dare risalto all’evento sui mass media è fondamentale proprio per questo».

«È importantissimo ricordare che lo sforzo delle forze dell’ordine nella ricerca degli scomparsi è costante, anche quando l’interesse pubblico sembra calare – rimarca il colonnello Paolo Storoni, comandante provinciale dei carabinieri di Bergamo – . Oggi abbiamo dalla nostra anche la possibilità di utilizzare ogni ritrovato che la tecnologia ci offre, dalle intercettazioni telefoniche, ai riscontri telematici sull’utilizzo di telefoni, carte di credito, geolocalizzatori. Ma ogni dettaglio, ogni minimo particolare che può sembrare banale fornito da parenti, conoscenti, amici, semplici cittadini può essere determinante. Per questo accendere i riflettori su questi casi è molto importante».

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