Sessant’anni insieme, ora divisi
La festa d’anniversario corre via tablet

All’amore a distanza, un po’ come quello degli studenti universitari fuori sede, Daniele Rota e Giulia Mazza ci avevano (parzialmente) fatto il callo: da un annetto, lui, 94 anni da compiere il prossimo novembre, è ospite della Rsa San Martino di Alzano Lombardo, mentre lei, di qualche primavera più giovane (per galanteria l’età la si bypassa), è rimasta a vivere nella loro casa di famiglia, a Villa di Serio, dove si sono trasferiti un quarto di secolo fa da Nese.

Dicono l’alchimia funzionasse, almeno sino all’inizio di febbraio, prima cioè che l’emergenza sanitaria si rivelasse una sorta di uragano anche per il loro ménage di coppia. Avevano un appuntamento fisso tutti i weekend, quando i figli accompagnavano la madre nella struttura: carezze, abbracci e l’allegria contagiosa portata da sette nipoti e da quattro pronipoti. Giovedì 28 maggio, la felicità dei due è passata attraverso un tablet, grazie a cui hanno potuto rompere le distanze e festeggiare un giorno speciale: il loro 60° anniversario di matrimonio, le cosiddette «nozze di diamante».

A chi era presente, dicono sia scesa una lacrima. Chi era oltre il dispositivo elettronico, non ha potuto non emozionarsi: «Sul momento, papà non ha capito sino in fondo cosa stesse succedendo, poi è come se all’improvviso si fosse riacceso – spiega Carmen, la seconda dei tre figli avuti dalla coppia (gli altri sono Daniela e Lorenzo) –. Sicuramente un giorno come questo avremmo preferito festeggiarlo tutti insieme, ma essendo al momento impossibile, siamo comunque felici di essere riusciti a renderlo significativo: per noi, loro rappresentano un esempio».

Daniele ha sorriso, e dopo aver chiesto di salutare tutti quanti, chissà per un attimo non abbia rivisto il percorso di vita fatto dal maggio del 1960 a oggi: è stato un uomo di fatica, come lo è chi ha amato le montagne (sino agli 80 anni faceva il giro delle Orobie), dividendosi tra gli affetti più cari e un lavoro da operaio tra Italcementi e stabilimenti della Bassa bergamasca. La sciùra Giulia, invece, si è dedicata anima e corpo alla crescita dei figli e alla cura della casa, e se è vero che avrà fatto magari qualche rinuncia alla voce carriera, lo è altrettanto che ora può vantarsi di un qualcosa che vale ben più di qualsiasi gioiello si trovi in commercio: il suo legame d’amore lungo sei decenni è stato più forte di tutto, pure di una pandemia.

Entrambi, durante gli ultimi tre mesi, non hanno avuto acciacchi particolari. Tutti e due, in chiusura della loro videochiamata, hanno espresso una domanda e un pensiero: «Ma quando finirà tutto questo? Speriamo non passi troppo tempo prima di festeggiare l’anniversario anche dal vivo».

Se lo augurano anche i familiari, che gradualmente, dall’inizio di maggio sono potuti tornare a tornare a frequentarli nelle rispettive residenze: dettagli logistici, quando di mezzo c’è una promessa per l’eternità.

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