Sub morto, giovedì l’autopsia
Il figlio: «Ti vogliamo bene papà»

Giovedì 9 gennaio sarà eseguita l’autopsia sul corpo di Massimiliano Ruggeri, il sub morto domenica a Parzanica. L’esame autoptico all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo.

«Sono senza parole, mi perdoni, in questo momento non so cosa dire». È distrutta dal dolore Rita Gullo, la moglie di Massimiliano Ruggeri, 49 anni, il sub di Treviolo morto domenica a Parzanica durante un’immersione a Portirone con due amici. Lunedì 6 gennaio è rimasta a casa con il figlio Filippo, 12 anni, circondata dall’affetto degli amici e dei tanti soci della «Mediterraneo Divers» di Dalmine dove entrambi avevano preso i brevetti da sub. «Ti vogliamo bene papà, scriva questo» sono le parole che Filippo ha voluto affidare al nostro giornale.

Massimiliano aveva preso i primi due brevetti, Open e Advance, e nel luglio scorso aveva passato l’esame per la specialità Deep, che consente immersioni fino a 40 metri. Non avrebbe potuto andare più in profondità, ma evidentemente aveva voluto provare a spingersi oltre accompagnato da due amici, Stefano Piantoni, 57 anni di Premolo e Giuseppe Brucchieri, 53 anni di Bergamo, con cui aveva già fatto diverse immersioni nel lago. Il suo corpo è stato recuperato domenica sera, dopo un’intera giornata di ricerche, a 87 metri. Aveva con sè due torce e una luce stroboscopica rossa, agganciata alle bombole, che ancora funzionava. La temperatura dell’acqua a quella profondità era di 3 gradi, ma lui aveva la regolare muta stagna. Il pm Emanuele Marchisio ha disposto il sequestro dell’attrezzatura e oggi conferirà l’incarico per l’autopsia, che sarà eseguita nei prossimi giorni all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo, dove la salma è stata composta. Al momento non ci sono indagati, il fascicolo è aperto a carico di ignoti.

Secondo quanto ricostruito dalle prime testimonianze raccolte subito dopo l’incidente, avvenuto alle 9,30 (ma i carabinieri devono ancora interrogare Piantoni e Brucchieri), i tre si sarebbero dati appuntamento per un’immersione e sarebbero scesi insieme. Arrivati a circa 45 metri Ruggeri avrebbe manifestato i primi problemi, ma dopo aver dato il segnale di «ok» ai compagni aveva proseguito la discesa. Brucchieri si sarebbe fermato a 50 metri, effettuando le manovre di risalita da solo (tanto da non essersi accorto di nulla se non dopo essere riemerso) mentre Piantoni e Ruggeri sono arrivati fino a 73 metri (questa la profondità registrata sul computer subacqueo di Piantoni). Va accertato cosa sia successo tra i 50 e i 73 metri e per quale motivo Ruggeri sia finito così in profondità. Piantoni ha riferito di non essere riuscito a fermarlo. Quel che è certo è che è risalito velocemente per chiedere aiuto a una coppia che stava passeggiando, poi all’arrivo dei soccorsi è stato trasportato in ospedale con l’elicottero del 118 per un trattamento in camera iperbarica. Il corpo di Ruggeri è stato individuato alle 19,20 dal Rov dei vigili del fuoco di Trento e recuperato alle 20,30.

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