Test sierologici, oltre 12 mila richieste
E a breve al via anche per gli over 64

Sono già oltre 12 mila le richieste di adesione alla campagna promossa dal Comune sui test sierologici. Christophe Sanchez, capo di gabinetto del sindaco: «Dalla prossima settimana allargheremo il target e apriremo un call center»

Fosse un ufficio e non una piattaforma web, il flusso sarebbe di due persone al minuto che si presentano allo sportello per prenotare il proprio appuntamento. E ora, dopo una prima settimana di rodaggio con numeri comunque già alti, anche un secondo tassello – parecchio sentito e richiesto – sta per aggiungersi: a brevissimo («Dalla prossima settimana», ha spiegato ieri Christophe Sanchez, capo di gabinetto del sindaco e alla guida dell’iniziativa), i test sierologici gratuiti promossi dal comune di Bergamo – in collaborazione con un’ampia platea di partner e sponsor – saranno estesi anche ai residenti dai 65 anni in su. Il bilancio del debutto è positivo: «Siamo decisamente soddisfatti, sia per l’alta adesione sia per il funzionamento del progetto», rimarca Sanchez. Ottomila circa i test eseguiti da lunedì a venerdì scorso; a ieri alle 17, il totale delle prenotazioni – in continuo aggiornamento – è arrivato a 12.533 test sierologici tramite il portale oggicomestai.it sviluppato dal comune in collaborazione con l’Ats di Bergamo.

L’altro fronte, naturalmente, è quello dei tamponi a cui si deve sottoporre chi risulta positivo al sierologico, per accertare che l’infezione non sia ancora in corso: 751 tamponi sono già prenotati per lunedì, mentre il totale di «bastoncini» prenotati è al momento di 1.598 unità, pari circa al 90% del fabbisogno attuale. E se i dati sui positivi al test degli anticorpi non possono essere comunicati (è solo Ats a poterlo fare), una stima può essere ipotizzata basandosi sul numero di tamponi «bloccati» in proporzione ai sierologici eseguiti nella prima settimana: si potrebbe oscillare tra un 20 e un 25%. E cioè: un quinto (o un quarto) dei residenti nel capoluogo tra i 18 e i 64 anni ha contratto il Covid negli ultimi mesi.

«Circa il 10-12% delle persone positive al sierologico deve ancora prenotarsi al tampone: si tratta prevalentemente di persone magari poco avvezze all’utilizzo dell’app, che vengono comunque rintracciate telefonicamente. L’adesione è pressoché totale – spiega Sanchez -. Il risultato del sierologico è molto veloce; uniformando i diversi sistemi informatici di chi esegue i prelievi, le risposte saranno ancora più veloci, con l’obiettivo delle 48 ore per avere l’esito.

C’è il «problema» che si lavora dal lunedì al sabato e la domenica no, ma durante la settimana si recupera il giorno in meno». Proprio la velocità è un fattore chiave: rendere tempestiva l’esecuzione del tampone per chi risulta positivo al sierologico è fondamentale per evitare l’effetto-scoraggiamento verso chi vorrebbe aderire alla campagna ma ha paura di dover poi restare a lungo in isolamento fiduciario (eventualità che scatta nel momento in cui il sierologico dà risultato positivo e appunto ci si deve sottoporre al tampone).

«La prima settimana è servita a rodare la macchina organizzativa. La scelta di non aver aperto sin dall’inizio la campagna di test anche ai cittadini con più di 64 anni si lega al fatto che volevamo avere la certezza che tutto funzionasse al meglio, per non creare appunto problemi all’utenza – specifica Sanchez -. Ora, dalla prossima settimana allargheremo il target anche agli over 64 e apriremo anche un call center». Restano ancora esclusi i minorenni. «C’è una partecipazione straordinaria da parte di tutte le realtà che hanno sposato il progetto – sottolinea Sanchez in chiusura -. I volontari, gli alpini, la protezione civile, gli infermieri, l’Avis e tutti i soggetti coinvolti stanno dando un grande contributo alla riuscita di questa campagna».

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