Trasporti in rosso in Lombardia
Si rischiano tagli del 20 per cento

L’assessore Terzi: «Si teme di poter salvare solo il salvabile. Lo Stato reintregri le perdite del settore». In Lombardia il trasporto pubblico locale registra un rosso fino a 445 milioni. Trenord: «I costi non sono più coperti».

«Io non vorrei fare la tragica, ma con questi numeri rischiamo di dover scegliere quali servizi salvare l’anno prossimo». Claudia Terzi, assessore regionale alle Infrastrutture, non usa giri di parole dopo i dati sui conti di Trenord illustrati dall’ad Marco Piuri alla V Commissione al Pirellone.

Trenord, e non solo: «Qui siamo di fronte ad un calo di ricavi evidente e drammatico: a causa del Covid i passeggeri sono calati in tutto il trasporto pubblico locale a fronte di un obbligo di far circolare i mezzi con costi invariati, se non maggiori». E sullo sfondo un abbozzo di bilancio regionale «con un meno 20% secco di risorse in parte corrente disponibili, quelle cioè che normalmente coprono i 440 milioni di euro che la Lombardia, unica Regione in Italia, mette in aggiunta al Fondo nazionale trasporti per far circolare treni e pullman» sottolinea l’assessore.

Un duplice problema

«Vuol dire un quinto in meno delle risorse che normalmente avremmo a disposizione: ditemi voi se con questa prospettiva possiamo parlare di evoluzione del servizio. Qui al massimo c’è da salvare il salvabile, facendo tutti gli sforzi possibili, senza distinzioni di parte. Il rischio reale è non poter confermare nemmeno le risorse che abbiamo messo finora» prosegue la Terzi. «Qui il problema è duplice, non solo ripianare quello che Trenord non ha introitato quest’anno per il calo di utenti e coprire l’aumento dei costi, ma evitare un taglio delle risorse per il prossimo».

Con una premessa: «Dobbiamo pretendere che le risorse statali non vengano ripartite secondo le percentuali del Fondo nazionale trasporti, altrimenti finiamo beffati: in Lombardia il sistema si regge in buona parte sulla bigliettazione, altrove no. Quindi da noi le perdite sono maggiori, in altre Regioni i ricavi non arrivano al 20%»

Trenord, più 7% di posti

Un appello che segue l’analisi della situazione fatta da Piuri: «Nonostante la riduzione del 5% dei treni e del 3% di treni/chilometro la disponibilità di posti in questa fase dell’emergenza Covid è aumentata del 7%» ha spiegato alla Commissione. «Con una composizione dei treni programmata in modo da prevedere un livello di occupazione sensibilmente inferiore all’80% previsto dall’ultimo decreto». E che secondo i dati di Trenord oscilla tra il 60 e il 65%.

Poi l’affondo sui conti: «I costi del servizio non sono più coperti, serve una riflessione sul 2021: quale servizio? In che quantità? Pagato come?» domanda Piuri. Che presenta numeri impietosi su tutto il tpl lombardo: «Lo squilibrio complessivo è compreso tra i 427 e i 445 milioni. La componente rilevante è rappresentata dai minori ricavi stimati intorno al 52%: le altre (costi emergenti, rimborsi abbonamenti e minori costi) tendono a compensarsi tra loro». Restringendo l’orizzonte alla sola Trenord e calcolando 200 milioni di minori ricavi nel 2020, i costi emergenti e quelli cessanti, si arriva ad un rosso di 180 milioni: «Dai vari provvedimenti governativi dovrebbero arrivarcene 80: ne mancano 100» conclude Piuri.

«Non mi rimangio le critiche che negli anni ho fatto al servizio di Trenord, alle scelte di Regione e alle mancanze di Rfi, ma va tenuto in grande considerazione che il momento che stiamo vivendo è contraddistinto da una straordinarietà difficilmente sanabile» il commento di Niccolò Carretta (Azione). «Con Carlo Calenda abbiamo depositato un’interrogazione in Europa per sapere se l’affidamento diretto, a cui sono contrario, sia legittimo e la soluzione migliore. Credo che, davvero, l’obiettivo debba essere quello di migliorare, ma il tema economico sollevato da Piuri è enorme e il Governo deve essere sollecitato affinché dia risposte nel più breve tempo possibile».

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