Trauma center al Papa Giovanni
«Riparte a settembre, urgenze garantite»

Anaao: «Il ruolo di hub di riferimento sospeso per il lockdown, perché non è stato riattivato?». Pezzoli: ripresa l’attività programmata, medici in arrivo.

È sotto gli occhi di tutti: la pandemia Covid ha avuto anche un impatto sull’organizzazione degli ospedali, «rivoluzionati» per fronteggiare lo tsunami e con le attività concentrate sulle cure dei malati Covid, mentre le altre venivano «congelate». Anche l’organizzazione dell’emergenza-urgenza ha subito cambiamenti, e qualche strascico resta. Non solo per visite specialistiche, prestazioni ambulatoriali, attività chirurgiche che stanno lentamente riprendendo per rispondere ai bisogni arretrati, ma anche per lo «smistamento» dei casi urgenti nei cosiddetti hub per l’infarto, l’ictus, i trauma center. E l’effetto si vede anche all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

Torna postazione 118 in valle

Lo segnala l’Anaao, il sindacato dei medici ospedalieri, chiedendo anche l’interessamento dei politici bergamaschi, attraverso una nota firmata dal segretario regionale Stefano Magnone, che è chirurgo al Papa Giovanni e dalla responsabile aziendale Annapaola Callegaro, microbiologa, che al Papa Giovanni è responsabile della Biobanca: «Nelle scorse settimane alcuni sindaci dell’alta Valle Brembana hanno sollevato il problema della postazione medica del 118 all’ospedale di San Giovanni Bianco. L’Asst Papa Giovanni XXIII è stata accusata di aver “dimenticato” il ripristino di un servizio ritenuto essenziale per l’alta valle – scrive l’Anaao – .Ma , a parer nostro, un fatto più grave è passato sotto traccia e che, per ben comprendere, bisogna ritornare ai primi di marzo nel pieno della pandemia. In quell’occasione Regione Lombardia, per far fronte alle criticità, aveva retrocesso l’ospedale Papa Giovanni da hub (centro di riferimento) per tutte le emergenze tempo-dipendenti a punto nevralgico per il solo trauma pediatrico. Nei mesi successivi sono stati riattivati l’hub per lo stroke e per l’infarto, ma non quello per il trauma, perché il Papa Giovanni non sarebbe stato pronto. Perché su questa scelta, da molti non condivisa, a cominciare da noi di Anaao, non si è detto nulla? Cosa impedisce di riportare il Papa Giovanni, unico hub regionale del trauma a non aver riaperto, al suo ruolo centrale e naturale?»

Il fattore tempo

E l’Anaao continua: «Perché i traumi severi, che rappresentano la patologia tempo-dipendente per definizione (cioè quella patologia in cui ridurre i tempi di ospedalizzazione in hub riduce sia la mortalità che gli esiti permanenti) devono continuare a essere portati a Brescia, Milano o Varese con allungamento dei tempi di ospedalizzazione e i conseguenti rischi connessi? Forse perché il trauma, la prima causa di morte e di invalidità tra i giovani e una delle prime nei meno giovani, soprattutto con la fine del lockdown e l’inizio della stagione turistica non è degna di attenzione da parte della politica locale?».

Il nodo ferie e personale

I chiarimenti arrivano a stretto giro di posta, e con le risposte anche alcune novità. La prima, come spiega Fabio Pezzoli, direttore sanitario dell’Asst Papa Giovanni XXIII, riguarda l’ospedale di San Giovanni Bianco: «Dall’1 agosto la postazione fissa del 118 è stata ripristinata per 24 ore su 24, e già a luglio c’era, dalle 8 alle 20. Gli ospedali stanno tornando a riprendere le loro attività. Ora però, c’è bisogno anche di poter mandare in ferie il personale, che per oltre tre mesi si è completamente dedicato all’emergenza Covid. E questa è una delle componenti che ha portato a “congelare” per il momento l’indicazione del Papa Giovanni come hub per i traumi degli adulti. Per quelli pediatrici, anche in piena pandemia, abbiamo continuato a essere sempre punto di riferimento regionale - rimarca il direttore sanitario – . A settembre, comunque, tutto tornerà come prima. Ora, oltre alla necessità di dover garantire le ferie al personale, sia a luglio sia ad agosto, c’è quella di snellire gli arretrati di oltre tre mesi delle attività elettive di Ortopedia, come protesi e altri interventi programmati. Anche se comunque le urgenze sono sempre state garantite. Adesso le sale operatorie funzionano al 70%, e urgono le priorità delle attività di elezione e programmate, che vanno smaltite. C’è anche la questione personale: abbiamo una carenza di 4 medici: serve il nuovo direttore, dopo che Claudio Castelli è andato in pensione, e vanno coperti i posti di altri 3 ortopedici. I concorsi ci saranno dopo agosto. E a settembre comunque il trauma center per adulti sarà ripristinato, così come già siamo tornati a essere operativi come hub per lo stroke, l’infarto e la cardiochirurgia. Comunque, il fatto che non si sia trauma center di riferimento per adulti, non significa che i casi urgenti vengano tutti spostati altrove: se i casi sono trasferibili vengono dirottati su Brescia, che è hub regionale, ma se non lo sono, per motivi di tempo e gravità, vengono al Papa Giovanni. Poi a settembre tutto tornerà come prima»

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