Trenord, avanti piano. Con pazienza
«Le cose non cambieranno per 2 anni»

Parla il neo ad Piuri: «Aspettiamo metà 2020 quando arriveranno i primi nuovi treni». Sistema al limite: non c’è spazio per nuove corse su Pioltello.

Franco, decisamente. Quasi ruvido. «Nei prossimi 24 mesi le condizioni strutturali del sistema non cambieranno: la flotta è quella che è, i binari sono quelli che sono. Il servizio non è adeguato alla qualità che vorremmo offrire». E pure peggiorato rispetto al 2017. Un mese e mezzo da amministratore delegato di Trenord e Marco Piuri si presenta a gamba tesa in V Commissione regionale. Pochi giri di parole: «Il piano per il cambio invernale dell’orario non risolve le cose, ma punta a migliorare la tendenza». A dimezzare, cioè, «le cancellazioni per cause nostre». In numeri, 2.472 treni a settembre (il 65% causa vetustà del materiale), pari al 3,77% dell’offerta: «La quota nostra è del 2,1» spiega Piuri. Il resto sono responsabilità altrui: esterne, rete o altre imprese.

Il piano prevede la sostituzione «del 5% di treni/chilometro con bus». Una scelta che tocca 7.000 pendolari su 750 mila, «l’1%, in orari non di punta e su treni dove spesso viaggiano non più di 20 passeggeri». Le linee nel mirino sono la Codogno-Cremona-Mantova, la Seregno-Carnate, la Bornato-Rovato e nel pavese. Per Bergamo, confermato, nessun taglio. Ma nemmeno buone notizie: «Non c’è spazio per nuovi treni: siamo al limite della capacità. Lo dico a chi ne ha chiesti di più sulla Pioltello dopo la chiusura del ponte sull’Adda: c’era posto per un solo treno e l’abbiamo già messo».

Carretta all’attacco

«Una situazione disastrosa e vergognosa» attacca Niccolò Carretta (Lombardi Civici Europeisti): «I treni che arriveranno non bastano, e Trenitalia ci manda gli scarti di altre regioni». Dai commissari è tutto un florilegio di critiche a Trenord, da manca e (sorpresa) destra, con Viviana Beccalossi, assessore della Giunta Maroni, molto critica: «Siamo sotto il livello dei servizi della Lombardia, serve un’autocritica». E non è la sola a chiederla. Anche dalla maggioranza.

«I treni non si comprano al supermercato» fa presente Piuri: «Fn, socio al 50% di Trenord ha già fatto la gara per 160 convogli: i primi arriveranno a metà 2020». E al ritmo di 2 al mese si capisce perché il neo ad ritenga necessari almeno 2 anni per migliorare le cose. «Sono convinto che Trenitalia stia facendo il massimo sforzo, ma questo non cambia il profilo della flotta» aggiunge diplomatico. «Ma la Regione in questi anni ha investito 3 miliardi, loro 170 milioni» rileva tranchant l’assessore alle Infrastrutture, Claudia Terzi.

Trenitalia replica a stretto giro di comunicato stampa: «Abbiamo messo in campo il massimo impegno per mettere a disposizione di Trenord treni immediatamente utilizzabili per migliorare il servizio. Uno sforzo che ha permesso addirittura di anticipare i tempi. Trenitalia ha già consegnato 5 treni perfettamente funzionanti. Altri convogli arriveranno in Lombardia a novembre e a dicembre; ulteriori consegne sono previste nel 2019 in aggiunta al materiale rotabile e officine, messi fin dall’inizio a disposizione per oltre 500 milioni di euro».

Nel bailamme ci sta anche il problema del personale: a Trenord mancano 190 unità tra macchinisti e capitreno. Un dato influenzato da «blocco turnover, riduzione degli straordinari, aumento del tasso d’assenteismo e di inidoneità temporanea» spiega Piuri. E l’ultima voce ha un nome: stress dei capitreno. «Con le nuove assunzioni il gap scenderà ad un fisiologico 4-5% a fine 2019» assicura.

Botta e risposta sulla gara

Carretta attacca anche sulle gare europea, e Piuri (che nei suoi 10 anni ai vertici di Arriva, gruppo Db, qualcuna ne ha fatta) non si nasconde: «Dipende come si fanno» replica. Ovvero: «Se uno la fa come in Emilia-Romagna per tutta la rete, vuol dire consegnare il servizio a chi lo gestisce già». Poi ci sono esempi «come l’area di Torino, ma la stanno preparando da 2 anni e il servizio parte tra 3». Come dire che servono i giusti tempi «e problemi così complessi non si risolvono con la bacchetta magica». Ma apre al modello tedesco «di gare per piccoli lotti che ha dato risultati interessanti». Un’ora e mezza intensa (senza trasmissione streaming, su richiesta di Trenord e conseguenti frecciate social dei pendolari) e un bilancio finale che chiede - ancora - pazienza ai pendolari: «Questo piano vuole invertire l’attuale tendenza, togliere dalle linee i treni più vecchi e garantire un servizio più affidabile» chiosa Piuri. Da dicembre le prime risposte, che i pendolari temono di conoscere già. Così a naso.

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