Un altro incendio in Malawi
Brucia casa famiglia, bimbi salvi

Settimana scorsa un rogo aveva reso inagibile l’ospedale.Ora la struttura gestita dai bergamaschi: in entrambi i casi escluso il dolo.

Un altro incendio, il secondo in meno di una settimana, scuote Balaka, cittadina del Malawi meta di volontari e missioni bergamasche: dopo l’ospedale distrettuale, avvolto dalle fiamme all’alba di venerdì scorso, nella notte tra mercoledì e ieri le fiamme hanno distrutto la casa famiglia Tigawane, dove operano tra gli altri i volontari della onlus bergamasca Orizzonte Malawi, che collaborano con i padri monfortani di Redona. Anche in questo caso si è trattato di un fatto accidentale, causato da un cortocircuito.

La vicinanza temporale con il rogo dell’ospedale aveva fatto sospettare il dolo, ma non ci sono elementi che lo giustifichino: la casa famiglia era presidiata da due guardie, che non hanno visto nessuno avvicinarsi. Si sarebbe trattato di un cortocircuito, come per l’ospedale. L’importante è che i dieci bambini tra i 5 e i 17 anni ospitati nella struttura siano stati messi in salvo con i due operatori. L’incendio è scoppiato attorno alle 22: «È stato devastante – spiegano da Orizzonte Malawi, che ha sede a Bagnatica –: sono rimasti in piedi soltanto i muri, mentre il tetto, che è in legno, è andato completamente distrutto. Qui in Italia ci hanno inviato foto e filmati in tempo pressoché reale: anche il mobilio, comunque scarno, è stato portato nel giardino. I bambini sono stati fatti uscire e sono tutti salvi: solitamente ne ospitiamo una trentina, ma con l’emergenza coronavirus ce n’erano dieci».

Da quasi nove anni l’obiettivo della casa famiglia è quello di strappare i ragazzini dalla strada e dalle cattive amicizie che potrebbero coinvolgerli nel crimine e garantire loro un’istruzione e un aiuto sanitario: molti sono orfani, altri arrivano da famiglie numerose e drammaticamente povere da non riuscire a far fronte al loro mantenimento. L’incendio ha dunque scosso un progetto ben avviato e che ha già tolto dalla strada un centinaio di bambini, ma che proseguirà: i piccoli ospiti sono stati infatti già trasferiti con gli operatori nel vicino campus per i ragazzi più grandi, vuoto per via dell’emergenza sanitaria.

Le associazioni che operano in Malawi stanno cercando di capire come muoversi, visto che si stanno anche facendo carico dei pazienti prima ricoverati nell’ospedale distrettuale, chiuso a seguito dell’incendio di settimana scorsa, e ora ospitati nel proprio ospedale che è specializzato nella maternità e pediatria. Il tutto con un numero di casi di Covid-19 in rapida crescia nel Paese africano. L’area di Balaka, 200 chilometri dalla capitale Lilongwe, è abitata da 450 mila persone. Ora Orizzonte Malawi sta pensando a una campagna fondi da affiancare a quella già avviata dopo il rogo dell’ospedale (e che ha già raccolto 5 mila su 15 mila euro previsti). «Ce la faremo anche questa volta e ripartiremo», assicurano i volontari. n 

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